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La prima radice. Preludio ad una dichiarazione dei doveri verso l'essere umano.

Author:
Curator: Traduz.di Franco Fortini. Con uno scritto di Giancarlo Gaeta.
Publisher: SE.
Date of publ.:
Series: Coll.Testi e Documenti del Novecento,24.
Details: cm.13x22, pp.288,(4), br., cop.fig.a col.con bandelle. Coll.Testi e Documenti del Novecento,24.

EAN: 9788877107916
EUR 24.00
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A cura e con un saggio di Giancarlo Gaeta. Milano, Adelphi 1982, cm.14x22, pp.403,(13), brossura con bandelle e copertina figurata. Coll.Biblioteca,118. I «Quaderni» di Simone Weil cominciano oggi ad apparirci per ciò che sono: un’opera unica e solitaria, senza ascendenze, senza discendenze, un cristallo perfetto composto di molteplici cristalli. Simone Weil riempì sedici grossi quaderni fra l’inizio del 1941 e l’ottobre 1942: aveva poco più di trent’anni, la guerra era nel suo momento più cupo, la vita la trascinava, come tanti rifugiati, fra Marsiglia, gli Stati Uniti, Londra, dove sarebbe morta nel 1943, dopo aver tentato in ogni modo di farsi paracadutare dietro le linee tedesche. Con prodigiosa intensità, trasmettendoci quasi il pulsare del pensiero stesso nel momento in cui si fissa, Simone Weil annotò in quel periodo questa «massa non ordinata di frammenti»: tutti i temi delle sue riflessioni precedenti, che erano state soprattutto filosofiche e sociali, vi riappaiono e alcune decisive scoperte sono qui testimoniate, come la lettura dei grandi testi sanscriti, fatta con René Daumal. Ma ciò che subito colpisce è l’invisibile presupposto che irraggia la sua luce su queste pagine. Qui, più che mai prima in lei, parla un pensiero trasparente e durissimo, caparbiamente concentrato su un esile fascio di parole che la Weil incontrava interrogando pochi testi inesauribili (le «Upani?ad», la «Bhagavad Gita», i Presocratici, Platone, Sofocle, i Vangeli, san Paolo): amore, forza, necessità, equilibrio, bene, desiderio, sventura, bellezza, limite, sacrificio, vuoto. Nulla come il contatto con queste parole può rendere evidente la miseria della filosofia, della scienza, della religione, della politica abbandonate al loro «karman» occidentale. Mentre proprio dinanzi a queste parole si accende il pensiero della Weil, che è l’esperienza stessa di «agganciare il proprio desiderio all’asse dei poli». La Weil sapeva perfettamente che quelle parole sono altrettante ordalie, perché fanno traversare il fuoco a chi le pronuncia. Chi può pronunciarle, in quanto sa a che cosa esse si riferiscono, ne esce illeso. Ma quasi nessuno ne esce illeso. Nella bocca di quasi tutti quelle parole sono carcasse deformi. Sotto la penna di Simone Weil tornano a essere cristalli misteriosi. Per osservare quei cristalli con attenzione – e l’attenzione è appunto la suprema virtù praticata dalla Weil, quella che riassume in sé tutte le altre – bisogna essere almeno un matematico dell’anima: Simone Weil lo era

EAN: 9788845904837
EUR 24.00
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Bologna, Cappelli 1979, cm.11x19, pp.178, brossura copertina figurata a colori.
Note: timro al frontespizio.
EUR 6.00
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Bologna, Cappelli 1979, cm.11x19, pp.178, brossura copertina figurata a colori.
EUR 6.00
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Traduz.di Giuseppe Bernardi. Milano, Club degli Editori su licenza della Mondadori Ed. 1979, cm.14,5x21, pp.346, leg.ed.
EUR 7.00
2 copies