India Antica.

Presentazione di Clement Greenberg. Milano, Arnoldo Mondadori Editore 1970, cm.25x34, pp.191, numerose ill.e tavv.fotogr.a col. e alcuni disegni in bn.nt., legatura ed.in tutta tela verde, titoli in oro al piatto ant. e al dorso, sovraccop.fig.a colori. Coll.Grandi Monumenti.

Caserta, Ipermedium Libri 2010, cm.13x21, pp.149, brossura con bandelle, Coll.Memorabilia,14. María Zambrano (Vélez-Màlaga 1904-Madrid 1991) è una figura centrale del panorama filosofico, non solo spagnolo, degli ultimi anni. Esiliata, come molti suoi connazionali, a partire dal 1939, farà ritorno in patria solo nel 1984. Nel suo girovagare nel mondo, si fermò anche in Italia, allacciando rapporti intellettuali con alcune figure di spicco della cultura italiana. L'esilio segnò a tal punto la vita e il pensiero dell'autrice che la sua filosofia potrebbe essere definita "filosofia dell'esilio". Per Zambrano, l'esiliato si configura come l'estraneo per eccellenza, perché uomo senza un luogo, «né geografico, né sociale, né politico», in cui stare e dal quale progettare la sua vita, ma che su questo fonda la sua capacità di guardare il mondo con occhi "girovaghi" e penetranti. L'esilio diviene così la condizione indispensabile per trascendere le ristrettezze dell'appartenenza culturale originaria e per parlare, in modo tragicamente indipendente, ma proprio per questo aurorale, del mondo esterno e interno.