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Il vino della solitudine.

Author:
Curator: Traduz.di Laura Frausin Guarino.
Publisher: Adelphi Ed.
Date of publ.:
Series: Coll.Biblioteca,569.
Details: cm.14x22, pp.245, brossura sopracop.fig. Coll.Biblioteca,569.

Abstract: Una volta bevuto, “Il vino della solitudine” ha un sapore diverso per ogni persona. Ma chiunque sarebbe in grado di riconoscerlo, tra i molti vini possibili. Il romanzo di Irène Némirovsky, questo vino cerca di farcelo assaggiare direttamente dal suo bicchiere, facendoci ubriacare con il suo linguaggio perfetto e profondo come un buco nero, emozionante come una storia che non dimenticheremo perché abbiamo vissuto, in altri modi e altre epoche, anche noi. Crudele come la fuga e dolce come l’amore. In questo libro, la protagonista Hélène è una bambina che assomiglia tantissimo alla stessa Irène Némirovsky. Questa bambina è figlia di un’agiata famiglia borghese , che dovrebbe avere quasi tutto ciò che serve per essere felici, e forse ce l’ha, ma non lo trova. L’amore di una madre attenta è una delle cose che mancano. L’amore di una madre distratta, c’è, ma è una forma d’amore che non va bene alla protagonista, che pretende di più di una madre che a pranzo sfoglia riviste parigine di moda, e le parla solo per riprenderla per come è seduta, gobba, sconveniente e poco composta. Ché si deve vestire bene e apparire bene sempre. Con una madre così bella, non si può farle fare brutta figura comportandosi male, né farle perdere tempo con stupide e inutili sciocchezze da bambina. Ci sono cose più importanti da imparare persino nelle riviste di moda francesi, appunto. Piuttosto, il giovane amante è un’ottima e piacevole perdita di tempo per una madre così bella e frivola. Sicuramente più divertente di una figlia noiosa e pesante, difficile da amare e che non sta al gioco. Per fortuna la governante è l’esatto opposto della madre, ed è l’unico appiglio di Hélène nell’aridità d’amore in cui vive, in cui le emozioni e le attenzioni materne, non solo non sono più contemplate, ma perdono di qualsiasi attrattiva anche per la figlia stessa. Costretta dalle buone maniere e dal buon costume a baciarne le guance, trattenendo a stento la potente voglia di morsicarle, graffiarle, farle sanguinare, come punizione da farle scontare per non saperla amare, per trattarla male, e per farla stare sempre peggio. Sempre più sola. Ma “Il Vino Della Solitudine”, di una sempre eccezionale scrittrice come Irène Némirovsky, ci racconta che da grandi, la solitudine può essere una salvezza reale e pratica, per distanziarsi dagli atteggiamenti materni che si sono sempre odiati e che sembra prendano piede inconsciamente con il passare degli anni, anche in Hélène. Figlia come tutte.

EAN: 9788845925665
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Traduzione Laura Frausin Guarino. Milano, Adelphi 2009, cm.15x22, pp.215, brossura sopracoperta figurata. Biblioteca Adelphi,536. Pierre Hardelot, erede delle omonime cartiere, ha una fidanzata rosea e grassoccia che la famiglia ha scelto per lui, ma è innamorato di un’altra: una che non gli consentiranno mai di sposare, perché appartiene alla piccola borghesia, e non ha dote. Eppure, alla vigilia del matrimonio, Pierre decide di infrangere quella invisibile ma solida barriera «fatta di buon sangue, di carni robuste e sane e di risparmi investiti in titoli di Stato, una barriera destinata a proteggere per sempre i giovani dalle insidie della sorte e dalle loro stesse passioni», e la legge non scritta per la quale di generazione in generazione accoppiamenti giudiziosi stringono sempre di più i legami tra le poche famiglie che contano della ricca borghesia di provincia – e sposa la donna che ama. Comincia così «il grande romanzo classico» di Irène Némirovsky: trenta capitoli in cui, attraverso la storia degli Hardelot, si percorrono trent’anni di storia francese, da quelli che precedettero la prima guerra mondiale a quelli che vedono (nel momento stesso in cui Irène racconta gli eventi mentre stanno accadendo) l’occupazione della Francia da parte dei tedeschi. E qui – nelle pagine conclusive del romanzo, allorché si compiono i destini dei personaggi che ha seguito con il suo sguardo affettuoso e ironico – Irène Némirovsky ci stupisce ancora una volta, dimostrando (esattamente come in "Suite francese", la cui stesura portava avanti in parallelo, e di cui "I doni della vita" si può considerare una sorta di prova generale) una lucidità quasi profetica su quelli che saranno i destini dell’umanità tutta.
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Traduz.di Marina Di Leo. Con un saggio di Olivier Philipponnat e Patrick Lienhardt. Milano, Adelphi ed. 2011, cm.14x22, pp.233, brossura con bandelle, cop.fig.a colori. Coll.Biblioteca,579. "Appartengo a una razza levantina, oscura, c'è in me un miscuglio di sangue greco e italiano: sono uno di quelli che voi francesi chiamate metechi, immigrati" dice, a una donna in cui vede l'immagine stessa della purezza, Dario Asfar, giovane medico che negli anni successivi alla prima guerra mondiale conduce un'esistenza miserabile nel Sud della Francia. E con sorprendente chiaroveggenza conclude: "Io credo che esista una fatalità, una maledizione. Credo che il mio destino era di essere un mascalzone, un ciarlatano ... Non si sfugge al proprio destino". Anche quando, molti anni dopo, non sarà più il "medicastro" che con il suo aspetto "miserabile e selvatico" e il suo accento straniero ispira solo diffidenza, anche quando sarà diventato ricco e famoso, e l'alta società parigina andrà umilmente a chiedergli di guarirla da quelle malattie dell'anima, da quelle "turbe psichiche", da quelle "fobie inspiegabili" che solo lui, il Master of souls (come viene definito da chi lo accusa di sfruttare la credulità del prossimo), è in grado di curare - anche allora il dottor Asfar si porterà dietro il marchio indelebile del suo destino, delle sue origini, del suo sangue. E quegli angiporti dell'Oriente da cui proviene, e che ha cercato di lasciarsi alle spalle, gli rimarranno per sempre negli occhi.

EAN: 9788845926273
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Traduzione di Elisabetta Pellini. Massa, Edizioni Clandestine 2018, cm.12,5x19, pp.112, brossura copertina figurata a colori. Coll.Highlander. Ne "Il calore del sangue" Irene Nérnirovsky volge l'attenzione alla vita di provincia francese che, in apparenza, risulta quieta, semplice, anche troppo pacata, ma basta sollevare qualche velo per scoprire che la realtà è ben più turbolenta. La figlia di due ricchi proprietari terrieri sta per sposarsi con un bravo giovane, innamorato e di buona famiglia. Tutto sembra perfetto, tutti sembrano felici, finché ogni maschera comincia a crollare, sciogliendosi come cera innanzi al calore del sangue, sconvolgendo una serenità puramente fasulla. Un dramma famigliare che riporterà alla luce segreti ormai dimenticati e smaschererà le ipocrite apparenze della vita di provincia.

EAN: 9788865967102
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Traduz.di Alessandra Berello. Con una nota di Oliver Philipponnat e Patrick Lienhardt. Milano, Adelphi Ed. 2010, cm.10,5x18, pp.155, br.con bandelle. Coll.Piccola Bibblioteca,576.

EAN: 9788845923128
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