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Proust.

Author:
Curator: Traduz.di Lidia Zazo.
Publisher: Leonardo Ed.
Date of publ.:
Details: cm.17x24, pp.127, num.foto bn.intercalate nt. br.cop.fig.a col.

EAN: 9788835510079
EUR 7.00
2 copies
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Unica traduzione autorizzata di Giorgio Monicelli. Milano, Mondadori 1956, cm.14x21,5, pp.326, legatura editoriale cartonata.
Note: mancante della sopracoperta.
EUR 11.00
Last copy
Pisa, Pacini Editore 2010, cm.14,5x22,5, pp.210, brossura copertina figurata. Coll.Strumenti di Filologia e Critica,10. Ricerca. La presenza di Proust nel Novecento italiano. Debenedetti Morselli Sereni è uno studio sulla ricezione de "À la recherche du temps perdi" in Italia. Si considerano le opere di Giacomo Debenedetti, di Guido Morselli e di Vittorio Sereni. I lasciti proustiani più evidenti sono intesi alla stregua di indici per illuminare relazioni profonde, che vigono al di là delle divisioni di genere. Il confronto si gioca sul terreno dell'immaginario, delle analogie strutturali, su alcuni temi nevralgici: la valenza conoscitiva dell'arte, la trasmissione dell'esperienza, il rapporto tra arte e vita. La formula secondo cui Proust invitava a leggere l’imitazione dei "Mémoires" di Saint-Simon e delle "Mille et une nuits" in atto nel suo romanzo – on ne peut refaire ce qu’on aime qu’en le renonçant – potrebbe valere anche per loro: è rinunciando agli aspetti più evidenti del modello, che ne mantengono l’intenzionalità di fondo: fare della scrittura il luogo di una ricerca della verità, individuale e collettiva.

EAN: 9788863152494
EUR 15.00
-20%
EUR 12.00
2 copies
Traduzione di Susanna Bourlot. Torimo, Codice Edizioni 2017, cm.14x21, pp.203, brossura copertina figurata a colori. La scienza non è l'unica strada per la conoscenza. Prendendo spunto dall'opera di diversi artisti (da Walt Whitman a Proust a Igor Stravinsky, dallo chef George Escoffier a Cézanne) Lehrer mostra, in una vera e propria sintesi tra cultura umanistica e cultura scientifica, il modo in cui ciascuno di essi abbia intuito e scoperto una verità essenziale sulla nostra mente, prima che la scienza la riscoprisse e la analizzasse. Grazie a un approccio multidisciplinare, in cui la ricerca di laboratorio si affianca alla letteratura, il testo spiega come Walt Whitman abbia intuito le basi biologiche del pensiero umano, come Proust sia riuscito a penetrare il mistero della memoria immergendosi nei suoi ricordi d'infanzia, o come Escoffier abbia di fatto ridefinito le linee portanti dell'alta cucina. Un punto di vista diverso, in grado di offrire spunti e occasioni di riflessione tanto al critico letterario quanto allo scienziato.

EAN: 9788875787127
EUR 22.00
-36%
EUR 14.00
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Testo raccolto da Georges Belmont. Traduz.e note di Augusto Donaudy. Milano, SE Ediz. 2022, cm.13x22, pp.350, num.ill.bn.in tavv.ft. br.cop.fig.a col.con bandelle, Coll.Testi e Documenti,146. “Quando Marcel Proust morì, già celebre nel mondo, nel 1922, molti si precipitarono da colei ch’egli chiamava la sua «cara Céleste», per ottenerne la testimonianza, i ricordi. Molti sapevano che solo lei (per essergli vissuta accanto negli otto decisivi anni della sua esistenza) deteneva verità essenziali sulla persona, sul passato, sugli amori, sullo sguardo sul mondo, sul pensiero, sull’opera di quel grande, geniale infermo. Quelle stesse persone non ignoravano che, per ore e ore, tutte le notti – notti che erano il giorno per quell’uomo –, Céleste Albaret aveva avuto l’eccezionale privilegio di sentirlo raccontar di sé sul filo della memoria, e raccontare le serate da cui tornava, e mimare e ridere come un fanciullo e tracciare già ad alta voce questo o quel capitolo dei suoi libri. Céleste era il testimone principe, il centro di tutto. Ma per cinquant’anni rifiutò di parlare. La sua vita, diceva, se n’era andata con Monsieur Proust. E come lui s’era costretto, in volontaria reclusione, nella propria opera, così lei ormai voleva vivere da reclusa nella sua memoria. Soltanto così lui sarebbe rimasto il magnifico monarca dello spirito e il mostro di tirannia e di bontà ch’ella aveva, come oggi dice, «amato, subìto, assaporato». Tentare di render tutto questo – e di renderlo malamente, come temeva – avrebbe significato tradirlo. Se ora, a ottantadue anni, ha mutato parere è perché ha ritenuto che altri, meno scrupolosi, avessero tradito Marcel Proust, sia perché non disponevano delle sue fonti di verità, sia per eccesso di fantasia o per la tentazione di erigere a tesi le loro piccole, «interessanti» (o interessate) ipotesi. Quanto a me, affermo che non avrei accettato di farmi l’eco di Madame Albaret se dopo alcune settimane – sui cinque mesi che durarono le nostre conversazioni – non mi fossi convinto della sua assoluta sincerità. Poiché questo libro urterà molti preconcetti e susciterà numerosi malumori, volevo esser assolutamente certo di non prestarmi a un altro genere di tradimento: quello, come ho detto un giorno a Madame Albaret, di erigere un’icona.” (Dall’introduzione di Georges Belmont)

EAN: 9788867237296
EUR 35.00
-20%
EUR 28.00
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