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#182653 Facsimili

Libro d'Ore di Modena. Libro d'ore del Maestro di Modena. Officium Beatae Mariae Virginis. L’Officio della Vergine di Modena è un libro d’ore di manifattura lombarda datato 1390. Il codice, scritto e miniato su pergamena finissima, nel formato di cm.15x21, si compone di 272 carte, corrispondenti a 544 pagine. L’apparato decorativo, dipinto con grande profusione di oro in lamina, presenta 28 miniature a piena pagina dedicate ai santi e alle festività religiose, 15 carte interamente incorniciate con fregi a motivi vegetali e miniature raffiguranti episodi della vita della Vergine e di Gesù, 10 capilettera dorati ornati con grandi fregi, 522 capilettera dorati, oltre 2500 iniziali miniate, di cui 1350 laminate in oro e 300 finalini di riga in gran parte dorati. La scrittura è in carattere gotico rotondo, con titoli rubricati. Il contenuto, partendo dal calendario, è quello classico dell’Officium del rito della Chiesa romana. Il committente fu il ricco nobile milanese, Balzarino de Pusterla, ambasciatore e uomo di corte di Gian Galeazzo e di Filippo Maria Visconti, e il cui stemma compare a c. 12r e ricamato sul retro della copertina. Il codice subì diversi passaggi di proprietà prima di giungere, nel Settecento, nella raffinata collezione del marchese Obizzi del Catajo, donata interamente nel 1817 alla Biblioteca Estense. Il codice è riconosciuto dagli studiosi come uno dei capolavori assoluti della miniatura, ascrivibile al periodo aureo del gotico internazionale. Le miniature sono state recentemente attribuite a Tomasino da Vimercate, autore di altri manoscritti per la corte viscontea e operante, negli ultimi anni del Trecento, nella bottega milanese di Giovannino de Grassi. L’Officium dell’Estense rappresenta l’espressione massima della sua arte, sempre originale, elegante e particolarmente dolce nelle rappresentazioni delle figure femminili.La bellissima e lussuosa legatura del codice, in delicata seta rossa, è interamente ricamata con cornici ornamentali sui piatti e sul dorso a fili d’oro, d’argento e sete colorate; al centro del piatto anteriore è incorniciato il busto della Vergine Maria, mentre al centro del posteriore è ricamato lo stemma del possessore. Anche la copertina, presumibilmente manufatta nel Cinquecento per un alto personaggio di corte, costituisce per sontuosità e rarità una vera e propria opera d’arte. Per consentirne la piena visibilità e godibilità, il codice è custodito in apposita teca sormontata da una protezione trasparente.L’edizione in facsimile del Libro d’ore di Modena, presentata nel Palazzo dei Musei di Modena da Arturo Carlo Quintavalle e Giuseppa Z. Zanichelli, è stata realizzata in collaborazione con la Biblioteca Estense Universitaria, su autorizzazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in concomitanza con il restauro e la messa in sicurezza della delicata copertina. Le fasi riproduttive – fotografia, digitalizzazione, elaborazione cromatica, stampa speciale su carta appositamente scelta, applicazione degli ori in lamina e a pennello, profilo fustellato delle singole carte e ricamo della copertina – sono state eseguite con le tecnologie più moderne sapientemente coniugate alle nostre metodologie creative, mentre la rilegatura del codice – raccolta e cucitura dei fascicoli, taglio dorato e cesellato, applicazione della copertina su assi di legno – sono state effettuate con procedimenti manuali. Commentario di 128 pagine con saggi e studi. La tiratura in esclusiva mondiale è di 499 esemplari numerati e certificati; altri 56 esemplari sono riservati alle istituzioni e all’editore.

Curator: Modena, Bibl. Estense Univ., lat. 842 (=alfa R.7.3).
Publisher: Il Bulino.
Date of publ.:
Series: Coll.Ars Illuminandi.
Details: Coll.Ars Illuminandi.

EAN: 9788886251655
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#252364 Facsimili
Comprende: Inscrizioni antiche trovate, e raccolte tra le rovine delle quattro principali colonie romane della Transilvania dal conte Giuseppe Ariosti nobile bolognese ferrarese, e senese capitano d'infanteria nel reggimento Gaier. E parte di esse dal medesimo condotte in Vienna d'Austria per comando della sacra cesarea cattolica real maesta di Carlo 6. imperatore de romani l'anno 1723 Biblioteca Capitolare di Verona, ms. 267. A cura di Gian Paolo Marchi e József Pál. Biblioteca Capitolare di Verona 2010, 2 volumi in cofanetto. co.17x24, pp.413 [1] carta di tav. ripieg. : ill.; + 1 vol. di 125 carte (facsimile del manoscritto). legature editoriali copp.a col. Szegedi Tudományegyetem, Università degli studi di Verona. Edizione di 1000 esemplari. Il manoscritto che si conserva nella Capitolare di Verona, oggetto di questi studi, fu acquisito dalla biblioteca come donazione testamentaria di Scipione Maffei, come testimonia l'annotazione a penna dello stesso Maffei sul margine inferiore del frontespizio. Le epigrafi costituiscono un patrimonio emerso nel corso degli scavi eseguiti nel 1722 per la costruzione della fortezza di Carlsburg. Per interessamento di Apostolo Zeno e Scipione Maffei, i reperti vennero avviati a Vienna per essere destinati al progettato Museo Imperiale di Iscrizioni. Giuseppe Ariosti, colonnello dell'esercito imperiale, eseguì il rilievo grafico delle iscrizioni provenienti dagli scavi e allestì tre manoscritti con i disegni delle epigrafi, destinati ad alte personalità tra cui Maffei.

EAN: 9788896548066
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Modena, Panini- Treccani 2010, 2 voll. cm.24x32, pp.334, 274, numerose illustrazioni bn.e a colori nel testo, Edizione speciale con rilegatura in tutta pelle con cofanetto per Treccani. Coll.Mirabilia Italiae. Il monumento Pochi edifici esprimono la complessità e il fascino della cultura rinascimentale come il Tempio Malatestiano di Rimini, voluto dal principe Sigismondo Malatesta. Costruito a partire dal 1450 sulla base di una chiesa francescana del XIII secolo, il Tempio ha rappresentato già per i suoi contemporanei un affascinante enigma: edificio sacro o monumento alla potenza del principe? I contrasti tra il neoclassicismo della facciata, opera di Leon Battista Alberti, e l’elegante gotico dell’interno danno vita a un edificio unico al mondo, testimone delle tensioni che agitavano la cultura dell’epoca. Oltre a Leon Battista Alberti, altri grandi protagonisti dell’arte rinascimentale hanno lasciato la loro firma nel Tempio, come Mat teo de’ Pasti e Agostino di Duccio. L’unico affresco della chiesa, che raffigura Sigismondo in preghiera, è opera di Piero della Francesca. L’interno del Tempio è costituito da una sola navata le cui cappelle laterali sono impreziosite dalle sculture di Agostino di Duccio, che ha dato vita a una straordinaria quantità di figure eteree ed eleganti: segni zodiacali, pianeti raffigurati come divinità, putti, pro feti e Sibille. Una decorazione sorprendente ed enigmatica, sul cui significato si interrogano da secoli gli studiosi. Il libro L’opera è curata da Salvatore Settis, storico dell’arte e direttore della Scuola Normale di Pisa, oltre che della collana Mirabilia Italiæ. Fotografie inedite ed esclusive documentano il Tempio nella sua interezza fino ai particolari più nascosti, illustrati da sag - gi e schede redatti dai maggiori studiosi italiani. Il risultato è la più esaustiva trattazione storico-critica del Tempio Malatestiano, obbligatorio punto di partenza per ogni indagine futura. La collana Mirabilia Italiæ è una Collana unica al mondo, che nasce da un progetto inedito e ambizioso: mostrare i monumenti che tutto il mondo ci ammira n tutti i loro particolari, dai più noti ai meno conosciuti. Ogni Atlante contiene centinaia di fotografie a colori disposte in rigorosa successione topografica e accompagnate da riferimenti grafici che indicano con precisione il punto rappresentato. L’Atlante è accompagnato da un volume di Testi che raccoglie i saggi critici e le schede descrittive delle immagini
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