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#193686 Ebraica

Il Dovere della parola. La Shoah nelle testimonianze di Liliana Segre e di Goti Herskovitz Bauer.

Author:
Curator: Fondazione Livorno.
Publisher: Pacini Editore.
Date of publ.:
Details: cm.16x23,5, pp.150, brossura copertina figurata.

Abstract: Questo libro è un atto dovuto: nei confronti della storia, nei confronti del futuro e nei confronti di due donne che instancabilmente, da decenni, ci consegnano la testimonianza accorata e generosa di uno dei capitoli più tragici della storia del Novecento. Queste due donne sono Goti Bauer e Liliana Segre. Entrambe ebree, entrambe deportate ad Auschwitz, dove hanno perduto i loro cari, dove hanno conosciuto la violenza della Soluzione finale nazista, da cui sono tornate, con il fardello terribile del sopravvissuto che ha visto e vissuto l’orrore sconfinato del Lager. Il volume Il dovere della parola nasce dall’incontro tra Liliana Segre e Marina Riccucci nel 2017 e dalle conversazioni tra Marina Riccucci e Laura Ricotti con Goti Bauer nel 2018 e nel 2020. Le pagine del libro ricostruiscono, attraverso le parole della Bauer e della Segre, la loro storia di deportazione: una storia alla quale si intrecciano tante altre storie, a comporre un quadro complesso di vite e di destini. Il messaggio che queste due donne, testimoni strenui e coraggiose, è, prima di tutto, un messaggio di pace: il monito che costantemente esce dalle loro voci è che l’uomo ascolti il passato affinché quel passato non torni mai più, non si ripresenti mai più, non si abbatta di nuovo sull’umanità. Ciò che questo libro racconta in più, oltre a essere la voce di Goti e Liliana, è anche la storia del loro incontro: le due donne non si sono conosciute in Lager. Ma a Milano, molti anni dopo la fine della guerra. Goti ha cominciato a testimoniare agli inizi degli anni Settanta. Liliana agli inizi degli anni Novanta, dopo quarantacinque anni di silenzio. È stata Goti a invitare, a incoraggiare, a convincere Liliana a farsi testimone: da quell’incontro è nato un cammino il cui tracciato è un tracciato, appunto, di pace.

EUR 13.00
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Milano, Valentino Bompiani Ed. 1939,1933, cm.17x24,5, pp.XV-446,num.ill.bn.nt. anche a p.pag.e alcune ta brossura sopracop.fig.a col.
EUR 17.00
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#114153 Arte Pittura
Firenze, Galleria dell'Accademia, 10 giugno- 2 novembre 2008. A cura di Daniela Parenti. Firenze, Giunti Ed. 2008, cm.25x32, pp.325, numerose figure a colori nel testo, brossura copertina figurata a colori , con bandelle. Coll.Firenze Musei. Proseguendo nella valorizzazione della pittura "primitiva" intrapresa negli ultimi anni con le mostre dedicate a Giotto, all'Arte a Firenze nell'Età di Dante, a Puccio di Simone e a Lorenzo Monaco, la Galleria dell'Accademia di Firenze intende ora rendere omaggio ad uno straordinario pittore "straniero", Giovanni da Milano, che fu protagonista della scena fiorentina toscana alla metà del Trecento, negli anni caratterizzati tristemente dalla terribile peste nera del 1348. Nativo di Caversaio, un paese del comasco, Giovanni iniziò la propria attività in Lombardia, nei territori dominati dalla potente signoria dei Visconti, alla cui corte soggiornarono fra gli altri Giotto, intorno al 1335, e Francesco Petrarca, nel 1353. In questo clima colto e sofisticato avvenne probabilmente la formazione di Giovanni da Milano, che seppe armonizzare la lezione giottesca con influenze gotiche di provenienza transalpina. Gran parte dell'attività venne tuttavia svolta dal pittore a Firenze, dove egli figura nel 1346 fra i maestri stranieri presenti in città, e dove lasciò i suoi maggiori capolavori, fra i quali il polittico per la chiesa di Ognissanti, gli affreschi della Cappella Guidalotti-Rinuccini nella chiesa di Santa Croce, la Pietà firmata e datata 1365 della Galleria dell'Accademia. La mostra, la prima di taglio monografico dedicata a Giovanni da Milano, mira a ricostruire nel modo più esaustivo possibile il percorso artistico del maestro, il cui catalogo annovera circa 25 opere, e a far conoscere al grande pubblico le doti straordinarie del pittore, evidenti sia in opere monumentali come il Polittico del Museo Civico di Prato, che in lavori di destinazione privata. Partendo dal catalogo messo progressivamente insieme da Pietro Toesca (1912), cui va il merito di aver riportato in luce i caratteri lombardi del suo linguaggio, e, fra gli altri, da Miklòs Boskovits (1966) e Mina Gregori (1980; 1995), si cercherà di riavvicinare i frammenti dei polittici dispersi oggi fra collezioni diverse, offrendo l'occasione irripetibile di una verifica tecnica e stilistica delle ipotesi. Si rimanda alla mostra "gemella" degli Uffizi il compito di illustrare i riflessi dell'attività di Giovanni da Milano a Firenze e documentare le influenze reciproche, ma anche le profonde differenze, che intercorrono fra il pittore lombardo e i coevi maestri fiorentini, Così legate, le due mostre offrono una eccezionale panoramica sulla pittura fiorentina del tardo Trecento e sulla ricchezza e varietà di quella che possiamo considerare l'eredità di Giotto non solo a Firenze, ma anche in Italia settentrionale, consentendo un bilancio complessivo alla luce dei numerosi studi usciti sull'argomento negli ultimi anni.

EAN: 9788809059788
EUR 59.00
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Pisa, Ediz.ETS 2001, cm.14x21, pp.64, br,cop.con bandelle. Nei primi estratti dal De mari Erythraeo conservatici da Fozio Agatarchide di Cnido tratta a lungo del valore che il mito può avere nella ricostruzione del passato, cioè nella storia: si tratta di un problema col quale gli storici greci si sono sempre misurati, alcuni anche sul piano teorico, tutti su quello pratico. Da questo punto di vista Agatarchide non fa niente di nuovo. Tuttavia questo suo testo rappresenta per noi un documento prezioso non solo in rapporto alle discussioni storiografiche del suo tempo (II a.C.) e per le fonti utilizzate (materiali provenienti da commentari, da diatribe di filosofi, da repertori di miti): per affermare le sue posizioni, infatti, l'autore guida il lettore attraverso una lunga galleria di figure mostruose, eroi e divinità del mondo greco e gli fa conoscere una delle testimonianze di critica al mito tra le più radicali che il mondo antico ci abbia tramadato. Attualmente non è disponibile per il lettore italiano in libreria nessuna traduzione del De mari Erythraeo di Agatarchide di Cnido (a una traduzione italiana dell'intero testo l'autrice sta lavorando e questo volume costituisce il primo frutto del suo lavoro) né esiste alcun commento, neanche in altre lingue, alla sezione dell'opera che viene presentata, tradotta e commentata in queste pagine. Il volume costituisce dunque una novità per più motivi. Anna Santoni è ricercatrice di Storia greca presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Fra i suoi lavori: Senofonte. I Memorabili, Milano 1989; Plutarco, Le vite. Pericle e Fabio Massimo, Milano 1991; Aristotele. La costituzione degli Ateniesi, Bologna 1999; Palefato. Storie incredibili, Pisa 2000.

EAN: 9788846705181
EUR 7.23
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EUR 4.00
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Firenze, Vallecchi Ed. 2007, cm.12x16, pp.63, legatura cartonata ad anelli, cop.fig.a col. Coll.I Quaderni del Mangiar Sano. Strano ortaggio la melanzana, con quel suo nome che non si capisce bene da dove provenga. Gli arabi la chiamavano "badinjan", e a partire dalI'VIII secolo ne hanno sparso i semi in tutto il bacino del Mediterraneo. In epoca medievale dalla Sicilia la fecero entrare in Italia, dove a lungo è stata ritenuta la causa di tremende malattie: si diceva infatti che la "mela insana" rendesse malinconici e lussuriosi, e che consumarla facesse addirittura venire la peste o diventare folli. Rivalutata oggi sul piano nutrizionale, la melanzana sta riscuotendo un enorme successo gastronomico. Grazie al suo scarso apporto calorico e ai molti metodi di cottura cui si presta risulta perfetta per le esigenze dietetiche della vita moderna e permette di scatenare la fantasia ai fornelli.

EAN: 9788884271938
EUR 5.50
-47%
EUR 2.90
Available