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La vecchiaia può attendere ovvero l'arte di restare giovani.

Author:
Publisher: Arnoldo Mondadori Ed.
Date of publ.:
Series: Coll.Ingrandimenti.
Details: cm.14,5x22,5, pp.167, legatura ed. sopraccop.fig.a col. Coll.Ingrandimenti.

Abstract: Una volta si diceva, non senza retorica, "Il mondo appartiene ai giovani". Oggi, invece, si dovrebbe dire, per essere più aderenti alla realtà, che il futuro è dei vecchi. Non solo perché gli ex giovani sono l'unica fascia di età in vertiginosa crescita demografica, ma anche perché la cosiddetta terza età può essere, se vissuta bene, senza troppi rimpianti e illusioni, il periodo più libero e creativo della nostra vita. Arrigo Levi, con ironia non priva di serietà, ci accompagna in una riflessione personale su che cosa può significare per ciascuno di noi non essere più giovane.

EAN: 9788804421290
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Note: Tagli bruniti.
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Bari, Laterza Ed. 1988, cm.14x21, pp.219, brossura Coll.I Robinson.

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Introduz. del prof. G.Carotti. Milano, Stabilimento di Arti Grafiche Rizzoli e Pizzio 1917, cm.25x34, pp.15-CXLVI, 137 tavv. a un col.nt., legatura ed.in tutta tela con impress. e titoli in oro ai piatti e al dorso. Bello e solido esempl. Mario Vittorio Palanti (Milano, 1885-1978) studiò architettura all'Accademia di Brera e al Politecnico di Milano, laureandosi nel 1904. I suoi progetti riscossero subito un notevole successo, tanto che fu insignito di medaglia d'oro all'Esposizione internazionale di Bruxelles del 1905. Nel 1909 approdò a Buenos Aires, dove, con la collaborazione del torinese Francesco Gianotti, sovrintese alla costruzione del Padiglione italiano per l'Exposición Internacional del Centenario (1910). In seguito lavorò per lo studio di Arturo Prins e Oskar Razenhofer, insieme ai quali progettò la sede, in stile neogotico, della Facoltà di Diritto della capitale argentina. Fu invece in piena autonomia che, tra il periodo a ridosso della prima Guerra mondiale e il 1930, eseguì a Buenos Aires e nella vicina Montevideo una serie di importanti commesse per alcuni ricchi compatrioti emigrati. Tra le sue opere più originali vanno citati i bairensi Palacio Barolo e l'Hotel Castelar, entrambi nella centralissima Avenida de Mayo, e Palacio Chrysler (oggi Palacio Alcorta), munito, come la vecchia fabbrica Fiat del Lingotto, di una pista automobilistica sul tetto. Nello stesso periodo disegnò molti edifici monumentali, i cui progetti rimasero senza esito, come del resto quelli successivi al ritorno definitivo a Milano (1930). La genialità di Palanti si manifestò anche nella metodologia costruttiva che reca il suo nome: il Palandomus, un procedimento di muratura a secco ideato nel 1919 e brevettato, dopo gli opportuni perfezionamenti, circa vent'anni dopo. Questo magnifico libro realizzato nel corso del primo conflitto mondiale, cui Palanti partecipò come geniere, rende conto della mostra organizzata l'anno prima a Buenos Aires, e presenta una grande varietà di progetti, molti dei quali rimasti irrealizzati. A p.1, dedica autografa dell'A. al sen. Alfredo Baccelli, alla cui biblioteca appartengono le due etichette di carta applicate al dorso.
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