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En tête à tête avec Victor Hugo.

Author:
Curator: Illustrations de Philippe Lorin.
Publisher: Gründ.
Date of publ.:
Details: cm.24,5x29,5, pp.130, ill. Relié.

Abstract: Poète, écrivain, auteur dramatique, romancier, journaliste orateur, dessinateur, architecte-décorateur, voyageur, homme politique, tel nous apparaît Victor Hugo dont l'oeuvre illustre à la fois la misère et la grandeur, la tendresse et le fantastique, le noble et l'ignoble, la puissance et la gloire.

EAN: 9782324002205
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#87350 Firenze
Nicosia (Cyprus/Cipro). 24 April-6 July 2003. A cura di Maria Sframeli. Edizione bilingue. Milano, Silvana Ed. 2003, cm.23x28, pp.119, 23 tavole a colori e numerose illustrazioni bn.e a colori nel testo, brossura copertina figurata a colori. Già presentata a Cipro, presso il Nicosia Municipal Arts Centre, e a Parigi, alla Mairie du Vème Arrondissement, con grande successo, l’esposizione presenta una selezionata scelta di opere delle collezioni Medicee prestate dai principali musei fiorentini. Una preziosa mostra di 22 opere, a cura di Maria Sfarmeli, che intende riproporre il mito della bellezza femminile tramite il mito di Venere. La mitologia antica vuole che l’Afrodite greca, poi identificata con la latina Venere, sia nata dalla schiuma del mare (in greco “Aphròs”) presso Cipro. La poesia epica ci racconta che Afrodite – Venere fosse figlia di Zeus e di Dione, moglie di Efeso, amante di Ares dio della guerra, e che fosse unita da rapporti amorosi con l’eroe Anchise da cui nacque Enea. A Firenze, dopo il lungo oblio del Medioevo, fu ripreso il tema di Venere: non a caso la Dea dell’amore, della bellezza, del piacere dei sensi e della fecondità è la protagonista di uno dei più celebrati e mitizzati dipinti rinascimentali, la Nascita di Venere di Botticelli, a cui è correlata idealmente la Venere di Lorenzo di Credi, presente fin dall’origine nelle collezioni dei Medici. Il gusto della corte medicea, raffinato e intellettualistico, si manifesta nel Cinquecento nella Venere dello Studiolo di Francesco I in Palazzo Vecchio, opera dello scultore Vincenzo Danti, una elegantissima e sinuosa Venere che esce dal mare e si strizza i capelli bagnati; gesto che è ripetuto dalla Venere del Giambologna nota come Fiorenza, destinata alla fontana della Villa medicea di Castello nei pressi di Firenze e così chiamata per essere assimilata all’allegoria di Firenze. Uno dei pittori dello Studiolo, Jacopo Zucchi, è l’autore di un prezioso dipinto su rame che raffigura la Morte di Adone, appartenuto al Granduca di Toscana Ferdinando de’ Medici, dove la tragica storia raccontata da Ovidio nelle Metamorfosi è stemprata nei toni idilliaci della favola mitologica. Con una vena più naturalistica fu interpretato il tema nella pittura veneziana del Cinquecento: nascono così la Venere di Tiziano degli Uffizi, memore della più celebre Venere “di Urbino”; e ancora Venere e Mercurio che mostrano a Giove il figlio Anteros di Veronese. A rappresentare il seicento fiorentino la Venere che pettina Amore di Giovanni da San Giovanni, che con lo spirito che gli è proprio affronta il tema umanizzandolo e raffigurando Venere come una giovane mamma. Al centro di rappresentazioni di effetto teatrale, ambientate in ampi paesaggi popolati da ninfe e da amorini, è raffigurata la Venere attribuita a Rubens e alla sua scuola e con lo spirito e la grazia mutata dalla pittura veneziana dai pittori francesi come Nicolas Coypel, che in una scena alla Tiepolo raffigura la toilette di Venere contornata sul bordo di un laghetto da cui si affaccia il cigno, simbolo di bellezza.

EAN: 9788882155674
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#267845 Arte Disegno
Milano, F.lli Fabbri Ed. 1970, cm.25x31, pp.96, XXXVIII tavv.a col.e num.figg.bn.nt. legatura ed.sopraccoperta figurata. Coll.Disegni dei Maestri.
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Milano, Arnoldo Mondadori Ed. 1976, cm.13x19, pp.136, brossura cop.ill.a col. Coll.Urania692. Nel falso convincimento che per descrivere il futuro ci vogliono uno stile e un intreccio "futuristi" molti nuovi autori di fantascienza sfornano romanzi in cui dal principio alla fine non si capisce assolutamente niente. No, per descrivere il futuro ci vogliono uno stile e un intreccio originali ma tanto più comprensibili, chiari, accurati, quanto più il futuro è nebuloso e lontano. Noi perciò alle fumose narrazioni piene di profondi (ma oscuri) significati, in cui qualcuno (ma non si sa chi) fa qualcosa (ma non si sa che cosa) da qualche parte (ma non si sa dove), preferiremmo sempre un solido romanzo d'azione che cominci (e continui) come questo: "L'aspirante Blane fu degradato il 30 maggio 2190 alle 8 del mattino (ora di Washington) sul ponte di comando della nave da battaglia "Tyrant", da 50 milioni di tonnellate, ferma al largo di Callisto...".
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A cura di Giulio Ferroni. Palermo, Sellerio Ed. 1987, cm.13,5x21, pp.200, brossura con bandelle. Coll.Prisma,95.
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Note: copertina con mende.
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