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#278265 Arte Saggi

Un qualche piccolo lustro alla patria comune. Per la storia della Pinacoteca civica «Francesco Podesti» di Ancona.

Author:
Publisher: Edifir.
Date of publ.:
Series: Coll.Le Voci del museo,42.
Details: cm.16x24, pp.462, alcune figg.bn.nt. brossura copertina figurata a colori. Coll.Le Voci del museo,42.

Abstract: Frutto di un lungo lavoro di ricerca e spoglio archivistico, il volume dà voce agli storici dell'arte del Novecento che si sono succeduti nella direzione della Pinacoteca civica "Francesco Podesti" di Ancona, restituendo secondo i canoni della storiografia artistica le ragioni delle scelte compiute e il valore della tutela agita sul territorio. In continuo dialogo fra centro e periferia, l'impostazione diacronica della narrazione è articolata in tre sezioni, riferibili a tre differenti stagioni della vita della pinacoteca. Quanto alla progressione degli studi critici e al conseguente riconoscimento della forma del museo, l'indagine muove dal riesame dell'operato di Lionello Venturi e di Luigi Serra per poi estendersi al periodo di annessione delle collezioni civiche al Museo Nazionale Archeologico. Data l'incidenza dei fatti storici sul patrimonio, larga parte dell'analisi è rivolta alle vicende riconducibili ai due conflitti mondiali, al periodo intercorso fra di essi e al riallestimento post-bellico delle collezioni. Le dinamiche riferibili al collezionismo privato e al mercato artistico sono indagate in relazione al rapporto museo-territorio-città e, più latamente, al museo e alle sue comunità, restituendo agli studi inediti elementi in merito a fedecommessi, juspatronati e legati, fra i quali il lascito Rocchi Camerata.

EAN: 9788892800045
ConditionsUsato, molto buono
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#163788 Filologia
Roma, Salerno Ed. 2008, cm.15x21, pp.195, brossura cop.figurata a colori. Coll.Strumenti per l'Università,4. Se per un verso la filologia è fondamentalmente «una disciplina generale di lavoro, un’abitudine intellettuale, un esprit» (Joseph Bédier), per l’altro è certo anche e in primo luogo una regola, un metodo della ricerca scientifica, che si avvale di un proprio linguaggio specialistico, garanzia di rigore nella prassi della critica del testo. Di qui l’idea di questo Lessico filologico, inteso come Approccio alla filologia, nella presunzione che possa essere di qualche utilità nella didattica universitaria, e forse anche per una fruizione corrente delle persone colte. L’articolazione della materia esposta non in ampie trattazioni tematiche, ma attraverso una parcellizzazione dei temi e una loro classificazione in ordine alfabetico, che approda a una lemmatizzazione analitica di tutte le voci del linguaggio “tecnico” della filologia e di discipline collegate o affini, può forse agevolare la ricerca in ogni caso di dubbio, con una spiegazione essenziale ma non sommaria del lemma indagato. Un’appendice di saggi su particolari aspetti della problematica critica e filologica ampliano e completano il libro.

EAN: 9788884026279
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#200911 Biografie
Paris, Librairie Séguier 1989, cm.16x21, pp.173,(3), 15 ill in 8 tavv.in bn.nt., brossura, cop.fig.a col. [copia in ottimo stato]

EAN: 9782877360746
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#281319 Arte Restauro
Firenze, Edifir 2021, cm.21x28, pp.256, ill.a colori. brossura copertina figurata a colori. Coll.Problemi di Conservazione e Restauro. «Nella storia artistica di Firenze la produzione di magnifiche opere d'arte e la loro conservazione sono sempre state strettamente collegate. Per amore dell'arte i Medici crearono una propria manifattura nel 1588 e quasi contemporaneamente iniziò la raccolta di capolavori per quella strepitosa raccolta che oggi costituisce la ricchezza dei musei statali fiorentini ed in particolare per le Gallerie degli Uffizi. La necessità di mantenere e trasmettere al futuro questo patrimonio artistico portò anche a creare una figura di pittore-restauratore che si prendesse cura dei preziosi dipinti. L'Opificio delle Pietre Dure è oggi l'erede di questa doppia tradizione artistica: la produzione della manifattura, riconvertita verso il restauro già a fine Ottocento, e i restauratori "di Galleria" organizzati da Ugo Procacci negli anni Trenta del Novecento come un moderno laboratorio di restauro. Queste due anime dell'esposizione e della conservazione hanno quindi sempre collaborato nella storia e si sono sostenute e stimolate l'una con l'altra e nei tempi moderni, dopo la nascita dell'attuale Opificio nel 1975, questa collaborazione è sempre proseguita. Con la recente riforma che ha interessato le Gallerie degli Uffizi il contatto si è intensificato quasi ritornando all'originario stretto rapporto con una ottimale sinergia ed una ottimizzazione nell'impiego delle forze umane e delle risorse dei due Istituti. Le Gallerie degli Uffizi e l'Opificio delle Pietre Dure oggi credono che la conservazione e la trasmissione alle future generazioni dello straordinario patrimonio d'arte di cui siamo eredi non possa più essere attuato solo con sporadici, sia pur necessari, interventi di restauro. Tale scopo può essere conseguito solo con una azione costante nel tempo che accompagni la vita delle opere d'arte. La collaborazione esistente, infatti, opera quotidianamente sui tre livelli: la conservazione preventiva, con verifiche e controlli, la manutenzione e, quando necessario, con il restauro. Per rendere possibile tutto ciò si è quindi stabilito un accordo tra i due istituti che sta conseguendo ottimi risultati a tutti questi livelli. Quello che oggi qui presentiamo rappresenta un ottimo esempio di questa felice e storica collaborazione tra le Gallerie degli Uffizi e l'Opificio delle Pietre Dure, con un nuovo importante risultato: il restauro del Ritratto di papa Leone X con i due cugini cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi di Raffaello, completato subito prima del lockdown, ha arricchito la straordinaria mostra presso le Scuderie del Quirinale dedicata dalla Repubblica Italiana al grande pittore urbinate in occasione dei cinquecento anni dalla sua morte. Adesso, dopo la sua conclusione, il dipinto è tornato a Firenze e abbiamo insieme voluto sottolineare con questa iniziativa il risultato ottenuto dal restauro. Profondo è stato il rapporto dell'O.P.D. con le opere di Raffaello delle Gallerie degli Uffizi, per rimanere solo ai tempi più recenti, in occasione delle iniziative di conservazione promosse per i due centenari: quello della nascita, con la grande e bellissima mostra del 1984 "Raffaello a Firenze. Dipinti e disegni delle collezioni fiorentine", e quello della morte "Raffaello 1520 - 1483". Ancora più significativo è stato il contributo, ai fini della conservazione e dell'incremento delle nostre conoscenze sul pittore, che I'O.P.D. ha fornito attraverso le sue ricerche ed i suoi interventi di restauro, condotti su sedici dipinti, tutti appartenenti alle Gallerie fiorentine: un'ulteriore prova dell'importanza di una collaborazione tra i due Istituti dello stesso Ministero...» (Dall'Introduzione)

EAN: 9788892800298
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Palermo, Enzo Sellerio Editore 2021, cm.12,5x17, pp.320, brossura copertina figurata a colori. Collana La Memoria, 1195. Da piccolo era stato uno di quei bambini goffi, tardi, vittime un po' volontarie, che i compagni di calcetto mettono ogni volta a giocare in porta. Da adulto, Giovanni Di Dio, per tutti Giovà, non è cambiato poi molto: sovrappeso, per nulla svelto, prematuramente fallito a scuola. Per non vederlo dormire tutto il giorno, cosa che lui sa fare meglio di ogni altra, la madre gli ha trovato un posto come guardia giurata. Per ottenerlo, la signora Antonietta si è rivolta allo Zzu. Uomo di gran conto nel quartiere, che dal terrazzino del suo minuscolo bar domina su tutto e tutti, con modalità che in zona ognuno sa e nessuno dice. Trent'anni dopo Giovà viene convocato per ricevere uno strano incarico, totalmente al di sopra delle sue forze. È sparita una bella ragazza, Agostina Giordano. I carabinieri la cercano, ma delle loro indagini non si sa nulla. La cosa incredibile è che non ne sappia niente nemmeno lo Zzu che, per svelare il mistero, è costretto a rivolgersi a quella cosa inutile di Giovà. Un'indagine parallela e riservata, condotta da un incompetente che non riuscirebbe a cavarsela senza una specie di comitato investigativo composto da tutte donne che, specialiste nello smistamento di voci raccolte in giro, fanno luce nella direzione in cui Giovà deve guardare. Il risultato è però che l'investigatore riluttante di questo anomalo poliziesco finisce per affrontare un'alternativa che mette a repentaglio la sua stessa sopravvivenza. L'azione si svolge nella borgata palermitana di Partanna, attaccata come gemella siamese alla più rinomata e opulenta Mondello. Questa sul mare, l'altra ai piedi di una montagna, separate da un confine impercettibile eppure abissale. La prosa, dialettale solo per le spezie dei dialoghi, è divertente e ironica, in grado di restituire l'allusività e il senso multiforme delle conversazioni in Sicilia. L'autore ne rappresenta tutti i codici di comunicazione, compresa la prossemica di chi parla. È una specie di danza: avvicinarsi, allontanarsi, farsi sotto, restare in disparte. Roberto Alajmo ha scritto un mystery comico e grottesco, al centro del quale emergono due tematiche molto siciliane: il millenario contrasto che qui regna tra verità e giustizia, e la piaga del vecchio che sempre si aggrappa al nuovo per imprigionarlo e modellarlo. Quasi un tributo a quella che Sciascia chiamava «verità letteraria».

EAN: 9788838941986
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