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L'amore, la sfida, il destino. Il tavolo dove si gioca il senso della vita.

Author:
Publisher: Einaudi.
Date of publ.:
Details: cm.14x22, pp.134, legatura editoriale, sopracoperta figurata.

Abstract: Al tavolo dove si gioca la nostra sorte, siedono Eros, signore dei desideri; Narciso, simbolo dell'amore che ciascuno ha per se stesso; il Destino, la fatalità contro cui niente possiamo; Edipo, la trasgressione. E infine la Morte, al nostro fianco da sempre, anche se non sappiamo quando e come verrà. Concludendo un percorso cominciato nel 1994 con "Incontro con Io" e proseguito fino a "L'uomo che non credeva in Dio", "Per l'alto mare aperto" e "Scuote l'anima mia Eros", Eugenio Scalfari mette ora al centro della sua riflessione la partita della vita, e le regole complesse con cui si alternano al gioco gli istinti, i sentimenti, la coscienza ragionante, la nostra identità. I momenti autobiografici, le narrazioni, gli incontri, i ricordi, sono sempre sorretti da un'inesauribile tensione intellettuale e filosofica ma capaci di aprirsi, ora piú che mai, anche alle passioni e agli slanci, persino alla malinconia. "L'amore, la sfida, il destino" è un viaggio dentro e fuori di noi, alla scoperta del sé e dell'altro, guidati da un Io che è l'unico possibile testimone diretto dell'esperienza.

EAN: 9788806218508
EUR 17.50
-54%
EUR 8.00
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Milano, Rizzoli 2001, cm.14,5x22,5, pp.337, legatura ed., sopracop.fig.a col.

EAN: 9788817868433
EUR 7.00
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Torino, Einaudi 2008, cm.15x23, pp.150, legatura editoriale con sopracoperta figurata. Coll.Supercoralli. Con questo libro Eugenio Scalfari abbraccia l'avventura della sua esistenza: a partire dalla stagione magica dell'infanzia, passando per gli anni di formazione (la scoperta della filosofia al liceo di Sanremo, compagno di banco l'amico Italo Calvino), fino all'impegno giornalistico, che dura da oltre sessantacinque anni, per arrivare al tempo lungo della vecchiaia. Ma Scalfari non si accontenta di rammemorare, nel suo libro ogni ricordo vive e perdura in funzione di una continua tensione etica e intellettuale. Egli non entra nelle varie stanze della memoria, se prima non è certo di intravedere dalla soglia il bagliore di un fuoco razionale che possa ampliare il dato autobiografico, fino a farsi meditazione sulla vita, sui valori di ogni gesto compiuto. Ripensarsi bambino, vestito da Ballila ad ascoltare il duce da Palazzo Venezia, lo costringe a fare i conti con l'intossicazione del virus ideologico del fascismo. Poi si osserva adolescente entrare nella gabbia dell'Io, con indosso quella maschera che toglie l'innocenza; e nei due anni passati nella campagna calabrese, in fuga da Roma occupata dai tedeschi ("dopo otto mesi di pena, clandestinità e fame nera"), scopre la possibilità di un oblio di sé, imparando dal padre ad ascoltare "la voce degli alberi". Oppure si interroga su morale e politica, ricordando la figura di Enrico Berlinguer o quella volta che in un bar della Maremma Ugo La Malfa associò il fare della politica con l'arte di giocare di sponda a biliardo.

EAN: 9788806194192
EUR 16.50
-63%
EUR 6.00
Available
Milano, Mondadori 1979, cm.14x20, pp.316, brossura. Coll. I Libri di Eugenio Scalfari.
EUR 8.50
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Gruppo Editoriale L'Espresso 2004, cm.14,5x22,5, pp.1342, legatura ed. La biblioteca dell'Espresso.
EUR 9.90
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#16385 Esoterismo
Cosenza, Ediz.Brenner 1992, cm.17,5x25, pp.III,225, XLIX tavv.bn.nt. legatura ed.in tutta tela, sopracop.fig.a col.
EUR 40.90
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EUR 32.00
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Opera diretta da M.Pazzaglia, R.Toppino, M.Gatti, M.Magni. Milano, Hoepli Ed. 2000, cm.17x25, pp.1971, legatura ed.

EAN: 9788820325015
EUR 115.00
-48%
EUR 59.00
Available
Con prefazione di G. Spadolini. Firenze, Olschki Ed. 1977, cm.16,5x23,5, 216 pp., Coll. Biblioteca storica toscana - Serie II, 1.

EAN: 9788822222527
EUR 35.00
-10%
EUR 31.50
Orderable
Prefaz.di Giovanni Nencioni. Pisa, Ediz. Marlin 1973, cm.17,5x24, pp.XX,55, legatura editoriale in tutta tela blu, titoli in oro al piatto anteriore. Collana Testimonia,1. Ristampa anastatica dell'ediz. Halle, 1891. Testo in tedesco. Nel marzo del 1891 Pirandello fece stampare presso la «Tipografia dell'Orfanotrofio» di Halle la sua tesi di laurea sul dialetto di Agrigento: alla brossura erano indicati non solo i dati bibliografici, ma anche tutti i dati dell'università, precisi riferimenti ai nomi dei commissari di tesi e addirittura alla data e all'orario della discussione. Insomma, la pubblicazione aveva l'aspetto delle comuni tesi di laurea che ancora oggi si vedono nelle aule universitarie. In fine, inoltre, alle pp. 50-52, vennero inseriti anche il curriculum del laureando e le «Thesen» (gli argomenti di discussione). Pirandello decise però di stampare anche un'emissione differente, che avesse l'aspetto di un vero e proprio libro: il testo rimase in tutto identico, ma alla brossura e al frontespizio furono conservati solo il titolo e i dati bibliografici, eliminando dunque tutti i riferimenti alla discussione e i dati dell'università. E ancora, Pirandello sostituì le pagine finali, contenenti il suo curriculum e le «Thesen», con una sua recensione del «Saggio di fonetica siciliana» di Giacomo De Gregorio. Nencioni fotografa la situazione parlando di esemplari «non ufficiali e tirati successivamente», ma è verosimile si tratti di emissioni differenti, volute entrambe dall'autore, di un'unica tiratura originale. -- L'emissione "in forma di libro" risulta di estrema rarità: ne è censito un solo esemplare nella Biblioteca "Bombace" di Palermo. -- Pirandello discusse la sua tesi di laurea in filologia romanza, dedicata alla fonetica del dialetto del Girgenti, a Bonn il 21 marzo 1891. La sua carriera universitaria era iniziata nel 1886 alla Facoltà di Lettere di Palermo; da lì, dopo un anno, si era trasferito alla "Sapienza" di Roma, dove insegnava il grande maestro Ernesto Monaci: rimastone affascinato, Pirandello indirizzò dunque i suoi studi verso la filologia e la linguistica romanza. Un diverbio tanto banale quanto aspro con il professore di latino, Onorato Occioni, lo costrinse però ad allontanarsi da Roma, consigliato in questo senso anche da Monaci, preoccupato che Occioni, preside della facoltà, potesse in qualche modo ostacolare l'allievo. Il 6 novembre 1889 Pirandello approdò dunque alla Rheinische Friedrich-Wilhelms-Universität, con tutta probabilità spinto proprio dal suo maestro: a Bonn, infatti, insegnava Wendelin Förster, importante storico della lingua e dialettologo, oltre che collega e amico del Monaci. Sempre a Bonn, aveva insegnato il fondatore della linguistica romanza, Friedrich Diez, a cui Förster era succeduto. La Friedrich-Wilhelms costituiva, in quel periodo, la culla e il centro di irradiazione della disciplina a cui Pirandello aveva rivolto i suoi interessi di studioso. L'argomento della tesi fu scelto molto rapidamente, forse già prima dell'arrivo a Bonn: per condurre la sua ricerca Pirandello non si limitò allo studio della bibliografia pregressa, ma allargò l'analisi ai suoi stessi ricordi del dialetto siciliano, scrisse numerose lettere al fratello e agli amici chiedendo informazioni sulla pronuncia di alcune parole e le trascrizioni di canzoni popolari, racconti e poesie, e infine trascorse l'estate del 1890 in Sicilia, raccogliendo quanto più materiale possibile. La tesi di Pirandello fu giudicata «observatione accurata et docta, sed expositione probabilis», mentre il commento alla discussione orale fu «rite superavit». Considerato che il lavoro fu portato a termine in breve tempo, la valutazione è da intendersi come notevolmente positiva. -- L'attività di filologo romanzo di Pirandello si interruppe con il rientro in Italia, ma in qualche modo, ironicamente, lo scrittore aveva già preso le distanze dallo studioso
Note: Ottimo esemplare.
EUR 49.00
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