Miscellanea di Studi 3. Dall'Indice:
-Angelo Favero. Premessa.
-Letizia Lanza. Elena, un sorriso in un mare di pace.
-Carlo Franco. Pubblico teatrale e politica di Atene.
-Roberto Campagner. Il linguaggio degli agoni ippici nelle nuvole di Aristofane.
-Davide Susanetti. Odisseo neoplatonico.
-Stefano Maso. Seneca e il meccaneismo della verità.
-Umberto Daniele. Fra topologia e retorica. L'iconografia di Campo Santi Giovanni e Paolo a Venezia.
-Umberto Fortis. Il dialogo negato. Per una lettura della poesia di Sara Copio Sullam.
-Silvia Mendarelli. Clash of Cultures in E.M. Forster's
-Stefanon. A passage ti india.
-Fortunata Ferrara. Lo status dell'essere vivente. L'esercizio interpretativo.
-Altri articoli a seguire.

Milano, Dall'Oglio Ed. 1966, cm.16x24, pp.280, 20 tavv.bn.ft. legatura ed.in tutta tela,cop.fig.in oro. Coll.Grandi Famiglie.

Philadelphia, Instap Academic Press 2004, cm.16x23,5, pp.XII,233, 11 tavole bn.ft. legatura editoriale in tutta tela. Coll.Prehistory Monographs,13. During the last few decades, there has been great interest in the problems of defining the extent and nature of kingship in the Mycenaean world. Questions concerning the degree of economic and religious power held by the king have been given special emphasis. This book surveys the conclusions drawn by individual scholars studying the Linear B tablets, contrasts their theories with our knowledge of the Mycenaean kingdoms as derived from the archaeological record, and finally compares this evidence with possible reflections in the oral tradition, specifically in the Iliad and Odyssey . This approach leads to the suggestion that the king in the Mycenaean period had only limited power over the society and its economy. Although the king appears to have controlled a large segment of the economy, it is argued here that other individuals and family groups within the kingdom also had a certain degree of economic independence.

Iesa (SI), Gorée 2006, cm.15x21, pp.XIX,(1),378,(2), brossura, cop.fig.a colori. Coll.Saggi - Scienze Sociali,1. La provincia di Siena è da diversi anni interessata a un fenomeno immigratorio extracomunitario più consistente della media nazionale, che segue precedenti flussi di immigrazione ricca europea e, in parte del territorio, di una notevole immigrazione da regioni meridionali. Questa natura fortemente composita di una provincia demograficamente depressa e ideologizzata come sede di una toscanità profonda e "intatta" se non arcaica doveva essere affrontata: e questo è quanto si tenta di fare, da approcci disciplinari molto diversi, ma integrati, in questo libro, come prima approssimazione ad una realtà dinamica e anche notevolmente carica di tensioni, alla ricerca di una capitalizzazione della diversità e della molteplicità di apporti come risorsa.

A cura di Guido e Paola Salvatori. Bologna, Pendragon 1994, cm.12,5x17,5, pp.XVIII,294, legatura editoriale cartonata, dorso in pergamena con tassello in pelle rossa, titoli in oro. Custodia. Collana il teatro delle Parole, Libri Riscoperti dalla Caverna del Tempo. Edizione limitata e numerata in 300 esemplari, nostro n.36. Ripresa dell'edizione veneziana del 1553. Il Commentario: è l’opera forse più avvincente e curiosa di Lando, quella in cui l’enciclopedismo erudito e stravagante dell’autore non indulge mai al gusto del meraviglioso fine a se stesso. Stampata a Venezia in prima edizione nel 1548, si tratta di un variegato e divertente repertorio di piatti tipici, di vini pregiati, di usanze e proverbi locali; e ancora, di un fantastico percorso geografico e storico che prende avvio dalla misteriosa Isola di Utopia per giungere alla scoperta delle terre e dei popoli d’Italia. Un’opera in cui spunti di sdegno politico e di satira si mescolano a favoleggiamenti culinari degni dei molti “Paradisi della Gola” cinquecenteschi. Collocata in appendice al Commentario fin dalla prima edizione veneziana, il Catalogo manifesta la tentazione del paradosso strabiliante e della mistificazione. Personaggi fantastici, mitologici e storici sfilano in qualità di inventori di piatti prelibati e consentono all'autore uno sfoggio divertito di ingannevole dottrina. Tuttavia è certamente uno straordinario libro di cucina in cui compaiono per la prima volta i nomi di molte preparazioni gastronomiche di uso quotidiano e popolare. Un'operetta stravagante dunque, ma anche una fonte linguistica e culinaria insostituibile.