Maiolino Bisaccioni.
L’albergo, favole tratte dal vero.
Venezia, GiovanPietro Spinelli
1637,
In 12, cm.7,5x14,
pagine 538, una carta contenente l’errata corrige (le ultimissime carta con un restauro nella parte laterale
alta che non danneggia il testo). Legatura (dorso staccato) coeva in mezza pergamena con punte e piatti marmorizzati, un po’ sbiadita
e consunta, dorso con titolo in inchiostro nero in bella calligrafia. Prima edizione della prima opera di narrativa dell’autore, a carattere novellistico, cui segue l’anno successivo un secondo volume. Libro oltremodo interessante per le tematiche e
per l’esemplarità dei virtuosismi barocchi. Raro.
Quanto alle sue "favole tratte dal vero", ai suoi racconti, ai suoi melodrammi, una certa argutezza o vivacità o anche schiettezza di vena popolare emerge in alcuni passi, pregevoli anche per scorrevole limpidità o facilità di composizione. Essa è unita a trovate originalmente fantasiose, frammischiate ad una girandola di elementi buffoneschi e licenziosi e ad un lusso sfarzoso di inventiva e di orpelli retorici, in conformità al gusto corrente dell'epoca. Zeppe di episodi amorosi galanti o scollacciati, di tumultuose vicende e strabilianti avventure di viaggio, di truci fatti di sangue, le novelle si informano tutte comunque (pur se non mancano puntuali tirate di retorica moraleggiante) ad un genere di letteratura fra il picaresco e il libertino, con forse maggior propensione per quest'ultima tendenza. Inoltre il Bisaccioni fu buon conoscitore della letteratura francese secentesca e in strette relazioni con gli ambienti culturali d'oltralpe, traducendo non senza eleganza vari romanzi della de Scudéry e di altri précieux come il Desmarets, il La Calprenède, il d'Audiguier. L’albergo funge da cornice dove vari avventori raccontano le più disparate novelle, ed il libro è preziosa documentazione per l’apparecchiatura delle tavole e per i cibi, e riuscendo pertanto anche di interesse gastronomico. Il Bisaccioni inoltre, come spesso i libertini dell’epoca, sembra si interessò di cabala e di negromanzia, e fu un avventuriero dedito anche a maneggi e spionaggio.
Usato, buono