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Etica e cultura nel simbolismo di Andrej Belyj.

Author:
Curator: Appendice:T.Nicolescu,Andrej Belyj e il destino della cultura nella rivoluzione.
Publisher: Ed.Zara.
Date of publ.:
Details: cm.17x24, pp.132, brossura

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Museo Nazionale del Bargello. Firenze, S.P.E.S. Studio per Edizioni Scelte 1990, cm.14x21, pp..200, num.figg.bn.e col. brossura copertina figurata a colori. Coll.Museo Nazionale del Bargello. Mostre,15.

EAN: 9788872420416
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Roma, Sovera Editore 2001, cm.13,5x21, pp.128, brossura, cop.fig.a col. Stato di nuovo. Coll.La Fronda Peneia, Saggi.

EAN: 9788881241804
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#276446 Esoterismo
Edizione a cura di Claudio Lamparelli. Milano, Arnoldo Mondadori Edit. 1994, cm.12,5x19,5, pp.200, num.figg.bn.nt. brossura cop.fig.a col. Coll.Oscar Nuovi Misteri,51. Questo libro, scritto da un vescovo esperto di nuove credenze religiose e di pratiche misteriche, si inoltra in un lucido viaggio all'interno del variegato universo dell'occultismo contemporaneo. Un'esplorazione ad occhi aperti, vigile e consapevole, che si trasforma in un'utile guida per il lettore che voglia formarsi un'opinione personale e documentata su un argomento documentato e controverso.

EAN: 9788804473480
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#278296 Arte Restauro
A cura di Grazia de Cesare. Firenze, Edifir 2020, cm.16,5x23,5, pp.128, brossura copertina figurata a colori. «Rieti è una città ricca di tesori nascosti e la storia del sipario del Teatro Flavio Vespasiano sta lì a dimostrarlo. Dipinto dal grande Antonino Calcagnadoro nel 1910, il sipario ebbe vita travagliata prima e dopo la sua realizzazione. Nel secondo dopoguerra incappò nel giudizio di coloro ai quali - specie dopo l'orrore dell'Olocausto - non era parso politicamente corretto celebrare la presa di Gerusalemme da parte di Vespasiano, che tanta distruzione e tanti lutti arrecò al popolo ebraico. Ma ad oscurare l'imperatore trionfante davanti alle mura della città ci avrebbe pensato il tempo, con tutto il suo corredo di "agenti": l'umidità, l'usura provocata dal ripetuto utilizzo, la scarsa cura e manutenzione, fino a quando, per evitare che la tela andasse distrutta, semplicemente si smise di usarla. Il tempo è continuato a scorrere, sbiadendo del sipario anche il ricordo tra i reatini, pure legatissimi al loro teatro. Perciò il 21 settembre vedere il Flavio pieno di gente accorsa ad ammirare la grande tela finalmente restaurata è stato commovente. Raramente si percepisce in città tanto orgoglio per le proprie cose e la propria storia e invece è successo. E a ragione. Per la Fondazione Varrone, che sin dal 2017 aveva deciso di finanziare quel restauro, è stata la dimostrazione di aver fatto la scelta giusta, onorando una volta di più il lascito anche morale della Cassa di Risparmio di Rieti, che a suo tempo tanto contribuì all'edificazione del teatro. Ugualmente azzeccata si è rivelata la decisione di affidare il cantiere ai docenti e agli allievi dell'Accademia delle Belle Arti de L'Aquila, anche per rinsaldare i rapporti di vicinanza e di scambio con la nostra città. Di quell'emozionante pomeriggio al Flavio ci resta il ricordo del lungo, appassionato applauso con cui il pubblico ha salutato il ritorno del sipario sulla scena e le parole della professoressa Grazia De Cesare sul valore dell'opera del Calca-gnadoro e sulla sua intrinseca fragilità. E adesso che la città ha ritrovato questo suo tesoro siamo certi che farà del tutto per non perderlo di nuovo.» (Dalla Premessa di Antonio D'Onofrio)
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