Manoscritti di Luigi Vanvitelli nell'Archivio della Reggia di Caserta, 1752-1773.

Roma, Ed.Mediterranee cm.21,5x28, pp.128, 160 ill. Coll.Karate.

L'opera completa è di 10 volumi, il nostro lotto, scompleto è costituito da 7 volumi: 1,2,3,4,5,6,10. A cura di Riccardo Posani. Firenze, Sansoni 1969, cm.13x20, pp.circa 200 di ciascun volume, completamente illustrati, brossura copp.fig.

Ediz.italiana e inglese. Bologna, Ediz.Bora 2005, cm.24,5x30,5, pp.351, oltre 300 tra ill.bn.e col.nt.e tavv.bn. e col.nt.e ft. legatura ed.in tutta tela, sopracop.fig. Coll.Grandi Monografie.

Bologna, Il Mulino 1998, cm.12,5x20,5, pp.112, brossura copertina figurata a colori. Coll. L'Identità Italiana,10. Gli italiani non hanno sempre mangiato la pasta e la pizza. È solo poco dopo il 1860 che questi cibi diventano l'immagine e lo stereotipo in base ai quali riconoscersi ed essere riconosciuti. È in particolare l'impresa dei Mille ad avvicinare piemontesi, lombardi e veneti alla pasta secca (la vera invenzione italiana) tipica delle cucine meridionali. Dopo l'impresa garibaldina pasta e pomodori percorrono trionfalmente tutta la penisola dando nuova polpa e sapore alla cucina settentrionale, in gran parte tributaria di quella francese. Pellegrino Artusi farà il resto: inventerà e "codificherà" una cucina italiana, sintesi delle tante cucine locali e regionali, che avrà nella pasta il suo perno. Pasta e pizza diventeranno poi la bandiera sotto cui 26 milioni di emigrati troveranno compattezza, stemperando differenze e opposizioni regionali, e si faranno avanti nel mondo.