I. Institutionis Oratoriae Libri I-VI.

A cura di F.Serra. Pisa, Giardini Ed. 1988, cm.15x22, pp.1077-1130, brossura Coll.Scriptorum Romanorum quae Extant Omnia,DXLIV.

Pisa, Giardini 1987, 2 voll. cm.14,5x22, pp.1064 compl. brossura Coll.Scriptorum Romanorum Quae Extant Omnia.

Milano, Cisalpino Goliardica Ed. 1976, cm.20x27, pp.153, brossura Coll.Corpus Iuris Romani Publici.

Repubblica di San Marino: Pinacoteca San Francesco,1 agosto- 31 agosto 1981. Bologna, Delaiti Ed. 1981, cm.20,5x20,5, pp.66nn.con num.ill.e tavv.bn.nt. brossura cop.fig.a col.

Traduz.di Ervino Pocar. Milano, Arnoldo Mondadori Ed. 1970, cm.11x18,5, pp.XXXIX,599, tascabile, cop.fig.a col. Coll.Gli Oscar,L18.

Napoli, Gaetano Macchiaroli Ed. 2000, cm.24x17, pp.75, 54 illustraz. in bianco e nero e 7 tavole a colori, brossura, copertina figurata. Ediz. inglese.

Torino, Mondolibri su licenza Einaudi 2011, cm.14x21, pp.127, brossura con bandelle e copertina figurata a colori. "Pensava soltanto a quello. Riportare la sua vita a quel punto. Nel punto dove si era interrotta. Si trattava di unire due lembi di terra, due lembi di tempo. In mezzo c'era il mare. Si metteva i fichi aperti sugli occhi per ricordarsi quel sapore di dolce e di grumi. Vedeva rosso attraverso quei semi. Cercava il cuore del suo mondo lasciato". Farid e Jamila fuggono da una guerra che corre più veloce di loro. Angelina insegna a Vito che ogni patria può essere terra di tempesta, lei che è stata araba fino a undici anni. Sono due figli, due madri, due mondi. A guardarlo dalla riva, il mare che li divide è un tappeto volante, oppure una lastra di cristallo che si richiude sopra le cose. Ma sulla terra resta l'impronta di ogni passaggio, partenza o ritorno che la scrittura, come argilla fresca, conserva e restituisce. Un romanzo di promesse e di abbandoni, forte e luminoso come una favola.