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Comica pazzia. Vicissitudine e destini umani nel «Candelaio» di Giordano Bruno.

Author:
Publisher: Leo S.Olschki Editore.
Date of publ.:
Series: Coll.Studi e testi per la storia religiosa del Cinquecento, vol. 13.
Details: cm.17x24, pp.IX,226, brossura, sovraccop.fig.con bandelle. Stato di nuovo. Coll.Studi e testi per la storia religiosa del Cinquecento, vol. 13.

Abstract: Questa lettura del Candelaio vuole chiarire quanto la commedia sia partecipe dello strumentario concettuale ed espressivo che caratterizza da un lato la prima produzione latina, dall’altro la più nota stagione della produzione volgare bruniana, in particolare lo Spaccio della bestia trionfante. Facendo perno sull’intreccio tra azione scenica e testi introduttivi Bruno ridisegna la sua realtà biografica nei termini di un sofferto ma ineluttabile percorso razionale: vicissitudine e tempo divengono in tal senso termini chiave per giustificare il principio di razionalità del mondo e ritagliare uno spazio all’agire umano.

EAN: 9788822256249
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#46872 Archeologia
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#48749 Archeologia
Illustrato da A.Patricolo e U.Monneret de Villard. Con una nota epigrafica del Dr.H.Munier. Firenze, F.lli Alinari 1922, cm.25,5x34,5, pp.62, 58 figg.bn.ft. legatura ed.
Da collezione, buono
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2 copies
Trad.di G.Baldini. Torino, Einaudi Ed. 1952, cm.14x22, pp.542, legatura ed.in mezza tela. Coll.I Coralli.
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Milano, Medusa 2017, cm.12x15, pp.99, brossura copertina figurata a colori. Collana Le Api,25. Per tutto il corso del Novecento, fino agli anni Ottanta e Novanta, la sceneggiata è stata la forma di spettacolo prediletta dal proletariato napoletano e campano, dal cosiddetto sottoproletariato urbano - in realtà proletariato marginale - e dal mondo contadino che, quando era costretto a entrare in città, trovava il suo svago al teatro Duemila o al Trianon, vicini alla stazione ferroviaria e a piazza Garibaldi. Gli spettacoli erano tre al giorno, la mattina alle 11, il pomeriggio alle 6, la sera alle 9 e il programma cambiava di settimana in settimana, e si provava il nuovo copione nell'unica mattina in cui il teatro era chiuso. Come nel teatro dell'Ottocento, la compagnia aveva attori in ruoli fissi: al centro, "isso, essa e 'o malamente" e la coppia comica. La scena era il vicolo, e simili erano le storie narrate: l'innocenza insidiata, i buoni e i cattivi, un vicinato partecipe. Tutto diventava pubblico, tutto tornava strada. Al quinto atto, la canzone che dava il titolo a ogni testo e ne riassumeva vicenda e sentimenti. Ci fu un tempo in cui il popolo produceva la propria cultura, le proprie forme di spettacolo, la propria musica. Aveva gusti e idee propri e non quelli imposti dal potere attraverso comunicazioni di massa artefici di una cultura omologata e massificata. È utile ricordarlo.

EAN: 9788876983832
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