Catalogo della Mostra:
Tesori alla luce. Opere dai depositi al San Michele.
Roma, Complesso monumentale San Michele a Ripa, Sala delle Navi, 19 maggio-14 giugno 2007. A cura di Maria Grazia Medici Benini. Pesaro, Arthemisia
2007,
cm.16,5x23,
pp.111, numerose ill.a col.nt.,
brossura, cop.fig.a col.con bandelle.
In occasione della IX settimana della cultura e nell’ambito del progetto di catalogazione dei beni mobili, conservati all’interno dei depositi dei musei statali, avviato nel 2006, nasce la mostra Tesori alla luce. Opere dai musei al San Michele, con l’obiettivo di svelare al pubblico alcune delle meraviglie conservate nei depositi museali.
Dopo avere esplorato una consistente realtà del panorama museologico e museografico, sono state riportate “alla luce” opere che, seppure inventariate e note sotto il profilo patrimoniale e pur godendo di profondità culturale e di spessore economico, risultano scarsamente valorizzate e del tutto sconosciute.
La mostra consente dunque di ammirare le opere ma mira altresì a far conoscere la realtà dei depositi.
Connessi solidamente con il territorio con cui mantengono un profondo legame, i depositi sono infatti uno degli elementi vitali delle strutture museali; ne racchiudono la “memoria” storica, lo sviluppo (in chiave di gestione e interpretazione delle collezioni) e la valorizzazione. Realtà sommerse dense e di elevata qualità espressiva che necessitano di un’adeguata attenzione.
Il percorso espositivo si snoda attraverso una serie di tappe che toccano diverse città, mettendo così a confronto realtà distanti. Il modello territoriale, Lo spazio negato, L’inventario quale paradigma, “Altri” depositi, Frammenti dal passato, Lavori in corso e Il deposito obbligato, sono titoli guida che offrono al fruitore una chiave interpretativa.
Tra le opere esposte, la mostra consente di apprezzare due dipinti di Tintoretto raffiguranti San Pietro e San Paolo; un’opera di Tiepolo dal titolo L’istituzione dell’Eucarestia, proveniente da Venezia; il dipinto Venere e Amore, proveniente da Firenze, attribuito a Tiziano; un dipinto di Poussin dal titolo Agar e l’Angelo, proveniente da Palazzo Barberini a Roma, due reliquiari lignei (XVI-XVII sec.) da Matera; vari disegni di Barocci e barocceschi, provenienti da Urbino.
Vi sono inoltre molti oggetti di vario genere, dall’arte applicata, alla moda, alla grafica. Bellissimi i vetri del XVIII e XIX secolo di ispirazione archeologica, rinascimentale, barocca, neoclassica, spagnola e dell’Art Nouveau, facenti parte della collezione dei vetri della Compagnia di Venezia e Murano, ed entrati a far parte della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma; e ancora, i manifesti cinematografici dei primi anni del secolo della Collezione Salce, provenienti da Treviso; abiti degli anni cinquanta, custoditi a Palazzo Pitti, e armature del XV e XIX secolo, conservati a Palazzo Venezia.
Dalla Villa della Regina a Torino, infine, sono in prestito gli inventari di corte che vanno da XVII al XIX secolo e che documentano le varie redazioni delle catalogazioni di opere d’arte presenti, non omogenee ma estremamente interessanti in quanto testimonianze preziose della storia della gestione dei depositi.