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Abbecedario dell’ambiguità. Dalla Z alla A: parole, cose, concetti.

Autore:
Curatore: A cura di Cristiana Spinedi. Pubblicazione dell' Accademia di Architettura dell'Università della Svizzera Italiana.
Editore: Mendrisio Academy Press.
Data di pubbl.:
Dettagli: cm.17x24, pp.140, brossura cop.fig.

Abstract: Col passare del tempo, le parole si allontanano dal loro signifi cato originale fi nendo per vestire una temibile ambiguità, assai prossima, come svela l’autore di questo Abbecedario, all’ipocrisia di chi ancora le utilizza. Albert Jacquard è ingegnere, demografo, biologo e genetista. È stato professore all’Università di Ginevra, all’Università di Lovanio e all’Accademia di architettura di Mendrisio.With the passing of time, words depart from their original meaning and end up clothing an undesirable ambiguity very close, as the author of this dictionary discloses, to the hypocrisy of those still using them.Albert Jacquard is an engineer, demographer, biologist and geneticist.He has been a professor at Geneva University, Lovanio Universityand at the Accademia di architettura di Mendrisio.

EAN: 9788887624076
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Prima edizione. Milano, Arnoldo Mondadori Ed. 1993, cm.15x22,5, pp.293, legatura editoriale cartonata, sopraccoperta figurata.

EAN: 9788804374558
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Traduz.dall'inglese di Bruno Oddera. Milano, Garzanti 1970, cm.12,5x19, pp.362,(6), brossura, cop.fig. a colori. Collez. I Rossi e i Blu. Prima edizione in collana.
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#232511 DVD - VHS
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#327826 Diritto
Milano, Giuffrè Editore 2021, cm.14,5x22, pp.XXXI,138, brossura. Collana Per la Storia Pensiero Giuridico Moderno,126. Il volume ricostruisce il contributo offerto dai giuristi toscani - tra questi Lorenzo Collini, Giovanni Carmignani, Girolamo ed Enrico Poggi, Francesco Forti, Giuseppe Cosimo Vanni, Napoleone Pini, Vincenzo Salvagnoli, Celso Marzucchi, Ferdinando Andreucci, Giuseppe Panattoni - alla costruzione di un diritto per l'agricoltura nella Toscana dell'Ottocento, un'esperienza giuridica comprensibile nella 'lunga durata', percepita e sostenuta come «diversa» anche alle soglie dell'introduzione del codice civile italiano. Già nel 1808 l'Accademia dei Georgofili opponeva con successo la giurisprudenza patria e le liberalizzazioni dell''iconico' Pietro Leopoldo al tentativo di Napoleone di introdurre un Project de code rural nella Toscana francese. Il codice rurale si sarebbe rivelato 'impossibile', con l'eccezione dei Principati di Lucca e Piombino, mai ricordati nel dibattito della Restaurazione; da allora l'Accademia dei Georgofili era un ponte tra la cultura giuridica ed istituzionale toscana, fino all'Unità terra di ius commune, e quella d'oltralpe. I 'giuristi-economisti-politici' credevano che la «potenza dello Stato» dipendesse dalla «cultura delle terre»; si impegnavano in Discorsi al pubblico - ai Georgofili, il Vieusseux, l'Accademia dei Nomofili - ed in ampie opere teorico-pratiche, coniugando diritto ed economia in vista di un «progresso per l'agricoltura» e dunque per la società, alla ricerca del legame «dati legali, dati sociali». Intendevano offrire un 'sapere utile' come contributo 'civile', tra proposte di «buone dottrine» e di un 'pedagogico' «codice rurale», per istruire i «campagnoli». Nell'ambito dei contratti agrari meritavano un'attenzione particolare i «livelli di Toscana», irriducibili alla dimensione contrattuale individuale, piuttosto «pubblica istituzione». Per questo profilo di identità di «toscana cittadinanza» si poneva il tema dell'aggiornare il celebrato sistema livellare leopoldino «al paragone dei tempi», verso un contrastato processo di affrancazione generale. Sul piano 'costituzionale' era chiara la percezione del legame tra proprietà fondiaria, «amministrazioni economiche», «poteri politici»; la «libertà della terra» era indicata come l'architrave del «diritto pubblico della nazione».

EAN: 9788828832447
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