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Moda Stile Costume Abbigliamento Tessuti

Includes: Importation; Distribution in Florence; Customers; Prices and Sizes; Functions; Taste - The Oriental Rug in Florence; Documents. English Text. Firenze, S.P.E.S. Studio per Edizioni Scelte 2007, cm.21x31, pp. 281, 7 figure bn., 94 a colori illustrazioni , legatura editoriale con sopraccoperta figurata a colori. The Bruschettini Foundation for Islamic and Asian Art. textile Studies. 1

EAN: 9788872423141
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Prefazione di Antonella Nesi. Firenze, Noèdizioni 2009, cm.17x24, pp.158, illustrazioni in bianco e nero e a colori. brossura, con bandelle, copertina figurata a colori. Collana I Blu. Le opere presentate hanno come denominatore comune il materiale che li costituisce: cuoio decorato e punzonato, ovvero arricchito di decori impressi a caldo. Si tratta della collezione di corami da tappezzeria, paliotti e cuscini del Museo Stefano Bardini di Firenze. Lo studio si è originato da una tesi volta a indagare i corami decorati in ogni loro aspetto, da quelli inerenti la tecnica esecutiva a quelli conservativi ed espositivi, affiancando le ricerche a un lavoro di conservazione; in occasione della presente pubblicazione si è ritenuto opportuno, per completezza, inserire nella schedatura le altre opere in cuoio decorato del Museo, ovvero i cuscini. Le ricerche pertanto non hanno contemplato questa categoria di manufatti, a cui sono state dedicate schede descrittive più sintetiche rispetto alle indagini condotte sui corami da tappezzeria e sui paliotti d'altare.Lo studio si è indirizzato innanzitutto verso la comprensione storica e tecnica dei reperti, a partire dallo sviluppo della lavorazione del cuoio fino alle raffinate realizzazioni dei cuoi d'oro e di quelli goffrati, le tecniche esecutive che caratterizzano le nostre opere. Sono stati affrontati i principali impieghi per i cuoi d'oro, ampliando la casistica inerente paramenti da tappezzeria e paliotti d'altare, poiché rispondenti ancora una volta alla destinazione d'uso dei corami indagati.Nel secondo capitolo si è inteso tratteggiare la figura di Stefano Bardini, l'ascesa della sua attività imprenditoriale e le dimensioni dell'impresa economico-commerciale, le sue relazioni di lavoro nonché le modalità operative per gli acquisti e le vendite di opere d'arte. Sullo scenario della Firenze capitale e di un'Italia post-unitaria caratterizzata, in materia di esportazione e vendita di beni culturali, da una normativa spesso facilmente aggirabile, prende vigore e si alimenta un'intera generazione di esperti d'arte, cultori, collezionisti ed antiquari, citando i principali che hanno trattato materiale analogo per tipologia a quello commerciato da Bardini.Il terzo capitolo introduce la collezione dei cuoi Bardini e il loro percorso espositivo all'interno del museo, documentato da precedenti schedature e fotografie. Si è evidenziata l'importanza dell'ampia ed eterogenea documentazione ancora esistente, ed in particolare dei carteggi dell'Antiquario, studiati solo in modo parziale. Ulteriori informazioni potranno inoltre essere acquisite ampliando l'indagine allo studio dei documenti d'archivio presenti nei musei internazionali con cui l'Antiquario ha commerciato.Si è anche presentata nelle linee generali la feconda e inesplorata collezione di corami della Galleria di Palazzo Mozzi Bardini, che costituisce, insieme all'inedito carteggio ivi conservato, un importante opportunità di sviluppo del presente studio. L'indagine dei reperti affiancata alla ricerca documentaria potrebbe delineare nuove prospettive per il mercato dei cuoi.Paragonando ed indagando i corami già predisposti per la vendita lasciati dall'Antiquario stesso all'interno delle sale espositive del Palazzo Bardini, l'attuale museo, con quelli ancora in stato frammentario, custoditi nelle botteghe dall'accesso assolutamente proibito al pubblico di Palazzo Mozzi (e confluite nella Galleria di Palazzo Mozzi Bardini), si potrebbe raggiungere una più chiara percezione su modalità operative, gusti, scelte commerciali dell'Antiquario. Sembra infatti plausibile che egli esibisse nell'atelier alcuni campioni come exempla di ciò di cui poteva disporre in magazzino.Molto interessante è risultato rintracciare la richiesta mossa a Bardini da Wilhelm Bode, contemporaneo dell'Antiquario e direttore dei musei berlinesi, di una metratura cospicua di cuoi; per quanto non si abbia conferma se l'ordine di Bode del 1884 sia stato evaso, la formulazione della domanda offre lo spunto per approfondire un aspetto poco indagato: la fornitura finalizzata a soddisfare una precisa richiesta non avrebbe potuto individuarsi in un 'campionario' di opere antiche. Con molte probabilità si poteva accontentare la clientela solo attraverso adattamenti di opere oppure creazioni ex novo.Ciò rimanda ad un metodo che può essere definito compositivo, con cui si ipotizza venissero assemblate le opere in cuoio nelle botteghe di restauro di Bardini. I corami infatti ben si prestavano a cambiamenti e sostituzioni per mezzo di semplici cuciture, o eventualmente con ridipinture, come si suppone sia accaduto per alcuni degli esemplari analizzati.E' dunque presumibile che, come per altre categorie di manufatti, anche per i cuoi Bardini cercasse di soddisfare le esigenze della clientela, che richiedeva opere viste nell'atelier, ma in diversi materiali o dimensioni.Nel quarto capitolo i sette corami del Museo Stefano Bardini sono stati contestualizzati formulando delle ipotesi circa il quadro cronologico di riferimento e la probabile area di produzione. Lo studio ha messo in luce le difficoltà incontrate nel reperire confronti con opere in cuoio dalla certa attribuzione, poiché è complesso distinguere, ad esempio, manifatture italiane da quelle spagnole, o datare parati con motivi decorativi tipici di tre interi secoli.Per quanto riguarda manifattura e datazione dei nostri corami, essi sembrano ascrivibili ad ambito italiano (forse veneziano) o spagnolo, e databili dalla fine del XVI secolo alla fine del XVII, fatta eccezione per un corame (catalogato nel libro al n.3) riguardo al quale si è ipotizzata una manifattura nord-europea (inglese o olandese?) della fine del XIX secolo.

EAN: 9788889766545
EUR 23.00
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Reconstructions of Historic Costumes. From King Studio Italy by Fausto Fornasari. Catalogue by Janet Cox Rearick. 2004, cm.21x29,5, pp.48 a colori. facicolo.
EUR 23.00
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A cura di Vergani G. Milano, Baldini Castoldi Dalai 1999, cm.15x25, pp.922, brossura con copertina figurata a colori. Collana Le Boe 32. Da Chanel a Emilio Pucci, da Balenciaga a McQuenn, da Schuberth a Krizia, da Dior a Moschino, da Levy Strauss ad Armani, da Fath a Versace, da Charles Jourdan a Missoni, da Calvin Klein a Jean-Paul Gaultier: una carrellata di sarte, sarti e stilisti che hanno fatto la moda nel Novecento.

EAN: 9788880895855
EUR 20.00
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Catalogo della Mostra: FAI, Milano, Villa Necchi Campiglio, 2015, cm.21,5x21, pp.234 illustrato. brossura con copertina figurata.

EAN: 9788890364860
EUR 48.00
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Biennale di Firenze 1996. A cura di Germano Celant, L.Settembrini, I.Sischy. Milano, Skira Ed. 1996, cm.24x28, pp.680, centinaia di tavole bn.e a colori nel testo, brossura copertina figurata a colori. Include i cataloghi delle mostre "Arte/Moda", "New Persona/New Universe", "Visitors", "Emilio Pucci", "Bruce Weber. Secret Love", "Habitus, abito, abitare" e "Elton John. Metamorphosis"

EAN: 9788881181131
EUR 85.00
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A cura di Gianluca Bauzano G. e Franca Sozzani. Milano, Skira 2003, cm.24x28, pp.82, illustrazioni. brossura copertina figurata a colori. Collana Moda e Costume. Un viaggio tra opere d'arte della Collezione Panza e gli scatti fotografici di Vogue Italia alla scoperta della fantasiosa creatività del sarto-scultore romano. Considerato uno dei padri della moda italiana, Capucci ha dimostrato di rappresentare non solo l'eccellenza della creatività italiana, ma soprattutto di essere un artista atemporale, le cui creazioni si sottraggono alle mode e posseggono un carattere che va al di là del tempo.

EAN: 9788884916105
EUR 34.00
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Firenze, Cantini Ed. 1991, cm.23x29, pp.128, 20 illustrazioni bn.e 187 illustrazioni a colori nel testo brossura copertina figurata a colori. Coll.Album.

EAN: 9788877371317 Note: timbro ex libris.
EUR 28.41
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Livorno, Sillabe 2010, cm.21x21, pp.48, illustrazioni in bianco e nero. brossura copertina figurata a colori.

EAN: 9788883474125
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Lecce, Capone Editore 2005, cm.21x21, pp.106, illustrazioni a colori. brossura con copertina figurata a colori. "Non mancano cenci e rattoppi nelle tavole di Lindström; egli non indulge nella rappresentazione oleografica della gente comune, secondo la quale questa appare tutto sommato felice del proprio stato perché incorrotta e dotata di una naturale sensibilità. In fondo, Napoli offriva di sé un'immagine composita e colorata, l'idea di un universo in permanente subbuglio, di un teatro dei mille mestieri e sistemi di condurre la vita, non certo, invece, di una metropoli tentacolare, dotata di un ventre che sia il luogo del vizio e della dissoluzione. I vestiti lacerati e rammendati, le scarpe deformate e sfondate (quando ci sono) non scandalizzano, anche perché non si accompagnano a un sentimento di disagio, o a una denuncia, o a un messaggio di solidarietà e di rivolta; ogni discorso, ogni possibile angoscia si stemperano inevitabilmente nel pittoresco, nel curioso, nel particolare inconsueto. Nelle tavole di Lindström ciascuno mette in campo quel che sa fare, poco o tanto che sia, portare in spalla la bara di un bambino, cuocere maccheroni, scrivere, qualunque abilità e servizio tornano utili, hanno un significato sociale; ogni cosa può servire, non si butta nulla, ogni cosa può servire, anche se rotta e consunta può conservare una funzionalità, assumerne una nuova. C'è una logica dietro, che non è solo quella del conservare a ogni costo, ma del riuso, del recupero, del riacconciare, ricucire, recuperare; in quest'ottica ogni oggetto ha comunque un suo pregio e si muove in un ciclo di trasformazioni. Se si considera questa dinamicità, tanto più risulta artificiosa la fissazione di un modello, di un abito quando assume la definizione di costume popolare. Con questo non voglio di-sconoscere che esistono forme e fogge del vestire che hanno una durata lunga: voglio dire che esse in un contesto storico preciso si vedono attribuire un determinato valore simbolico e per questo assumono rilevanza e un significato che resistono anche in tempi successivi, quando sembrerebbero fuori luogo rispetto alle abitudini suntuarie generalmente condivise; gli esempi da proporre sono tanti, si pensi alle livree dei domestici, ai paramenti sacri, alle toghe dei magistrati, al frac dei direttori d'orchestra. Come ho accennato sopra, il cosiddetto costume popolare, stabilito paese per paese, contrada per contrada sulla base di ritratti eseguiti tra la seconda metà del XVIII secolo e la prima del XIX, spesso riproduzioni di precedenti stampe, ha subito un processo analogo, è una specie di invenzione. Vorrei ricordare qui il caso esemplare, dettagliatamente studiato, del costume popolare scozzese, il cosiddetto kilt, vestito attribuito ai più antichi abitanti della Scozia, il cui colore cambiava a seconda del clan di appartenenza. Questo è dato comunemente per scontato, ma sappiamo anche che si tratta di una vera e propria mistificazione; quando i sovrani e i principi inglesi indossano il gonnellino di lana a quadretti non vestono i panni di lontani eroici mitici highlanders, ma fanno una figura molto meno nobile. Un quacchero inglese, Thomas Rawlinson, costruì una fornace per la fusione del ferro tra i boschi di Inverness; gli operai impiegati per l'abbattimento degli alberi che dovevano fornire la legna necessaria indossavano il consueto plaid stretto alla cintura, indumento utile a fungere da coperta e più comodo dei pantaloni perché lasciava scoperte le gambe in un ambiente umido e acquitrinoso; siamo negli anni Trenta del Settecento. Rawlinson ebbe l'intuizione di semplificare quel capo per renderlo meno ingombrante, e per questo bastava separare la sottana rendendola autonoma dal resto del plaid: "Possiamo quindi concludere", scrive lo storico Hugh Trevor-Roper, "che il kilt è un costume assolutamente moderno, progettato, e portato per la prima volta, da un industriale quacchero inglese, che lo offrì agli highlanders non per tutelare il loro modo di vita tradizionale, ma per facilitarne la trasformazione: per strapparli all'erica e portarli in fabbrica". Il movimento romantico impose, infine, a dispetto delle obiezioni di filologi e storici, l'attributo di antichità dell'indumento, che divenne simbolo della vecchia buona vita selvaggia e di una identità nazionale. In modo meno rumoroso, ma, sostanzialmente, non dissimile, si è determinato un po' dappertutto il conferimento della patente di costume popolare agli abiti: un oggetto diventa tradizionale quando tale è definito da una qualche forma di autorità (scientifica, politica, morale) che in tale veste lo descrive e lo impone. Costumi e vestimenti di Lindström sembrerebbe rifuggire da siffatti meccanismi di istituzionalizzazione, sebbene, forse involontariamente, ne assecondi altri che agiscono più sottilmente nella produzione di stereotipi, come quello del napoletano fantasioso e incostante, maestro come pochi nell'arte di arrangiarsi, appassionato cultore della religione dei santi ma non necessariamente dei dieci comandamenti, furbo e affamato come Pulcinella, tendenzialmente sfortunato e dedito all'autocommiserazione. Ma credo che, giunti a questo punto, alla conclusione del presente discorso sia opportuno assumere una posizione, per così dire, maggiormente panoramica, cercare di spaziare da lontano con lo sguardo sul terreno storico e culturale, e il lettore mi scuserà se per rendere chiara questa intenzione racconterò brevemente un episodio autobiografico. Qualche anno fa, alcuni colleghi dell'Università della Basilicata ed io demmo vita a una rivista di etnografia; decidemmo di dedicare il primo numero interamente alla Basilicata, in omaggio alla regione che ci ospitava e che, come è noto, rappresenta per la storia degli studi antropologici in Italia un luogo particolarmente significativo, e ci fermammo non poco a riflettere su quale fosse l'immagine più adatta da riportare in copertina: la scelta cadde sul dettaglio di un tessuto di ginestra, coloratissimo, prodotto a San Costantino Albanese. La materia prima, povera, di cui era costituito rinviava a un legame stretto con il territorio in cui abbonda la pianta utilizzata; oltre a ciò, la trama e l'intrecciarsi dei colori di un oggetto realizzato in una comunità albanese invita a pensare ai contatti e agli intrecci tra gruppi e persone, succedutisi o ripetuti nel tempo in un luogo che non è stato scenario passivo di questi incontri, ma che li ha accolti subendone trasformazioni, sfruttamento, modificazioni. Ernest Gellner ha affermato che una ideale mappa il mondo somiglia a un dipinto di Kokoschka, un quadro in cui la confusione dei diversi punti di colore è tale che nessun elemento si distingue nei. I mille e più colori dei capi di abbigliamento, i materiali dei tessuti, le sovrapposizioni dei cenci, i ricami certosini delle doti, i luminosi abiti delle spose, i monili più e meno preziosi, il nero del lutto dipingono la storia degli uomini, e in questo mondo variopinto trova senso il desiderio coltivato anche nei momenti bui della vita, nella miseria, nella povertà: indossare una volta tanto l'abito della festa ed oggetti di pregio, un vestito di stelle, di luna, di sole, come avvenne per la Gatta Cenerentola, liberarsi dalla fatica e dal lavoro e dai consueti panni quotidiani". Indice del volume: Vestiti e colori; 1. Osservare, osservare; 2. Vestiti e porcellane; 3. Il popolo e la cultura; 4. Cenci; Bibliografia; Costumi e Vestiture Napolitani disegnati ed incisi nel 1836 da Carl Jacob Lindström. L'Autore: Eugenio Imbriani (1958) insegna Antropologia culturale presso l'Università di Lecce. I suoi studi più recenti riguardano i temi della scrittura popolare e le questioni relative alle politiche della memoria; si occupa di folklore ed ha pubblicato numerosi saggi sugli aspetti della cultura popolare in particolare nell'Italia meridionale. Fra i suoi volumi più recenti ricordiamo La scrittura infinita (2002), Dimenticare. L'oblio come pratica culturale (2004). Per i tipi della Capone Editore ha già pubblicato Nel paese delle livree. Folklore in frammenti (1990).

EAN: 9788883490743
EUR 12.00
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Revised, translated and edited by Clive Foster. 1985, cm.29x25, 188 knots for necks: the history, techniques and photographs. legatura editoriale cartonata copertina figurata.
EUR 43.00
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Firenze, 8 Gennaio- 15 Febbraio 1998, A cura di Giannino Malossi. Edizioni Pitti Immagine. Modena, The Monacelli Press 1998, cm.24,5x30, pp.218, illustrazioni a colori. brossura copertina figurata.

EAN: 9788879400459
EUR 20.00
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San Giuliano Terme, FM Editing 2023, cm.16x24, pp.76,numerose tavole a colori nel testo. brossura con copertina figurata

EAN: 9788894538557
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Paris, Mars 1983. Introduz.di Marco Mayer. Testo in italiano e francese. Firenze, Electa Ed. 1983, cm.22x24, pp.68, 100 tavv.bn.e a col.nt. brossura copertina figurata.

EAN: 9788843509164
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EUR 8.00
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A cura di C.Morozzi. Milano, Rizzoli 2015, cm.24,5x31,5, pp.307, illustrazioni in bianco e nero e a colori. legatura editoriale cartonata con sopraccoperta figurata a colori. Collana Moda e Costume. Volume dedicato alla scuola milanese di moda e design che ha plasmato tanti protagonisti del design e della moda italiana e internazionale, dalla seconda metà del Novecento a oggi. Pagina dopo pagina, si scopre lo stile accademico e di vita della scuola e il lavoro dei professionisti del fashion system contemporaneo, raccontati attraverso un patchwork di bozzetti, cartamodelli, scatti da sfilate e provini. Un libro per celebrare gli 80 anni di vita di una scuola che da Milano si è diffusa nel mondo e che ha allevato quattro generazioni di studenti, diventando il trampolino di lancio per migliaia di figure professionali, altamente specializzate, approdate presso marchi prestigiosi come Armani, Gucci, Prada, Saint Laurent e Valentino. Accanto agli intensi e inediti ritratti di docenti e alunni eseguiti da Aldo Fallai, troviamo i contributi speciali degli alumni più celebri e creativi della scuola, tra i quali, Alessandro Sartori (Berluti), Rodolfo Paglialunga (Jil Sander), Julie de Libran (Sonia Rykiel), Paula Cademartori e Daizy Shely, vincitrice di "Who is on next?" 2014.

EAN: 9788817082662
EUR 90.00
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EUR 45.00
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Köln, Taschen 2023, cm.16,5x23,5, pp.512, illustrazioni. legatura editoriale cartonata. Rendete omaggio ai maggiori talenti della moda dell'ultimo secolo, da Azzedine Alaia e Coco Chanel ad Alexander McQueen e Yves Saint Laurent. Questa edizione aggiornata contiene le fotografie di centinaia di abiti selezionati dalla collezione permanente del museo del Fashion Institute of Technology di New York.

EAN: 9783836596237
EUR 22.00
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Köln, Taschen 2024, cm.16x22, pp.512, illustrazioni. legatura editoriale cartonata copertina figurata a colori. Collana 40th Edition. 70 anni di storia di DIOR nel trambusto di Times Square: questo è stato il concept di Peter Lindbergh, per il quale la Maison ha permesso a un numero senza precedenti dei suoi capi più iconici di attraversare l'Atlantico. Questo volume è l'ultimo progetto editoriale del leggendario fotografo e un tributo a una collaborazione elettrizzante tra due pilastri della moda.

EAN: 9783836598767
EUR 25.00
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EUR 23.00
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Milano, Silvana 2024, cm.17x24, pp.144, 334 ill. a colori. brossura con copertina figurata a colori. Jean-Marie Villégier me fit un jour cette affectueuse confidence : « On connaît mieux Patrice quand on l’a vu au cours d’un déjeuner d’huîtres. Ça le plonge dans le ravissement. Il est insatiable et gourmet, pas glouton. Il savoure le plaisir de partager un régal avec ses convives. Son travail est un peu du même ordre, de l’ordre de la dégustation, de la gourmandise éclairée. Il est gourmand de couleurs, de formes, de matières… Patrice est un voluptueux qui éprouve du plaisir à toucher et à faire toucher les matières. On comprend mieux, en le voyant, son attrait pour la peinture baroque, ses portraits entourés de draperies, de mille matières imaginées par l’extrême ingéniosité des peintres à rendre les dentelles, les velours. »

EAN: 9788836657643
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EUR 18.00
Disponibile
Firenze, Palazzo Strozzi, 4/05-30/06/1985. A cura di Kirsten Aschengreen Piacenti, Guido Vergani, Stefania Ricci. Firenze, Centro Di Ed. 1985, cm.21,5x23, pp.263, 202 ill.bn.e a col.nt. brossura con sopraccoperta trasparente. Testo italiano/inglese.

EAN: 9788870381023
EUR 28.00
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A cura di Alessia Borellini. Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale 2018, cm.16,5x23, pp.192, 1200 illustrazioni in bianco e nero e a colori. brossura copertina figurata a colori. Il pettine esiste da sempre. E da sempre, oltre a svolgere le sue evidenti funzioni di base, è stato «interpretato» anche come oggetto d'arte. Ecco il motivo per cui è plausibile narrare una «storia dei pettini»: manufatti connessi tra l'altro a usi e pratiche sia religiose sia secolari. La storia del pettine decorativo racconta come questo oggetto, tanto familiare da passare spesso inosservato, sia stato e continui a essere ben più di un semplice ornamento per i capelli. Il pettine si rivela di volta in volta quale segno di bellezza, nobiltà, valore, potere economico; nonché prodotto di maestria artigianale, gusto e creatività artistica. In America, così come in Europa. In Asia così come in Oceania o in Africa. Una «gioia» che annoda tra loro tutte le culture del mondo. Questo volume presenta più di mille ornamenti da testa provenienti dalla Collezione Antonini e del periodo che va dal XVI al XX secolo.

EAN: 9788836640492
EUR 28.00
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EUR 24.90
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A cura di Carmela Tronco. Editrice Roma 1991, cm.24x31, pp.circa 100 ill.a colori. brossura con copertina figurata a colori.
EUR 22.00
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With english-italian leather glossary ans technical terms. Youcanprint 2024, cm.17x24, pp.144, brossura con copertina figurata a colori.

EAN: 9791222759678
EUR 24.90
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EUR 19.90
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Firenze, Edifir 2015, cm.15x21, pp.207, illustrazioni in bianco e nero e a colori. brossura copertina figurata a colori, Collana FareMuseo.2. Nel 2015 il Museo Salvatore Ferragamo compie 20 anni. In realtà la genesi del progetto ha Inizio dieci anni prima con la mostra retrospettiva su Salvatore Ferragamo nel 1985 a Palazzo Strozzi a Firenze. L'esposizione itinerante ha portato alla costituzione di un ricco archivio, e successivamente di un museo dedicato al fondatore, presso la sede dell'azienda Ferragamo nel cuore di Firenze. Questa pubblicazione racconta gli sviluppi del progetto, le difficoltà incontrate, le scelte compiute e I risultati ottenuti in questi trent'anni, che sono testimoni non solo dell'evoluzione di un archivio e un museo aziendale, ma anche di come è cambiato II modo di Intendere la moda. Il volume è inoltre un omaggio a tutte le persone che hanno contribuito all'iniziativa e in particolare a Fiamma Ferragamo, scomparsa nel 1998, che ne è stata l'anima fin dagli esordi.

EAN: 9788879707305
EUR 20.00
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EUR 16.00
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A cura di Isabella Bigazzi. Firenze, Edifir 2011, cm.17x24, pp.176, illustrazioni, tavole a colori. brossura copertina figurata a colori Collana Arte Orafa. Arte Tessile, 4. Il volume è il frutto di ricerche sulla storia e la storiografia del costume. Ricerche sulle fonti della storia del costume; sulle riviste, i figurini, la stampa periodica e la grafica di moda del XIX-XX secolo, svolte per la massima parte nella Biblioteca Marucelliana di Firenze e alla Biblioteca Braidense di Milano. L'analisi delle riviste offre notevoli e molteplici possibilità di indagine sul periodo considerato e inoltre amplia le conoscenze sulle tecniche sartoriali, ricamatorie e di ornamentazione e sulla terminologia relativa alla moda, al ricamo, alla gioielleria e all'arredo. Il volume raccoglie quattro saggi su riviste di moda dal tardo Ottocento agli anni Sessanta del Novecento e un articolo sui bozzetti di Gabriella Pescucci per i costumi di quattro opere rappresentate al Teatro Comunale di Firenze.

EAN: 9788879704984
EUR 18.00
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