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Carteggio. 1888-1911.

Autore:
Curatore: A cura di Herta Blaukopf. Traduz.di Artemio Focher.
Editore: SE Ediz.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.Testi e Documenti,30.
Dettagli: cm.13x22, pp.193, appendice iconografica bn.ft. brossura cop.fig.a col.con bandelle, Coll.Testi e Documenti,30.

EAN: 9788877105714
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A cura di Herta Blaukopf. Traduz.di Artemio Focher. Milano, SE Ediz. 2020, cm.13x22, pp.193, appendice iconografica bn.ft. brossura cop.fig.a col.con bandelle, Coll.Testi e Documenti,30. "Gustav Mahler e Richard Strauss ci appaiono, e probabilmente sono, due artisti diversissimi, due uomini quasi senza tratti in comune, due caratteri tali da escludersi l'un l'altro. La saggistica musicale ha accentuato, dal canto suo, la diversità, enfatizzandola anche là dove le due nature, a uno sguardo attento, si rivelerebbero confinanti o addirittura comunicanti. Luigi Rognoni, presentando la memorabile traduzione delle Erinnerungen di Alma Mahler, contrappose frontalmente i due musicisti: Strauss il grande attuale, Mahler il grande inattuale, beniamino dei tempi il primo, anzi, rappresentativo come pochi di una maniera d'«integrarsi» nella propria epoca, respinto dai contemporanei il secondo, l'uomo che disse «il mio tempo verrà» e il cui tempo, nel 1960, pareva non essere ancora venuto. Se le memorie di Alma non fossero divenute un cult-book anche in Italia, presso un pubblico colto e curioso ma non di necessità specializzato, e se i lettori già non sapessero di chiacchieratissimi episodi in cui Mahler e Strauss furono a contatto, instaurando un rapporto forse non di amicizia ma certo di attenzione e di alta stima, con divergenze e convergenze, con ripicche e insofferenze reciproche, l'idea di un epistolario Mahler-Strauss apparirebbe improbabile quanto quella di un carteggio Kafka-Proust, o Leopardi-Goethe. In realtà, Mahler e Strauss si scrissero lettere, e nessuna di esse è insignificante; alcune dure, o incalzanti, o nervose. La ricercatrice viennese Herta Blaukopf le ha rintracciate viaggiando per il mondo, individuando archivi e collezionisti privati. Il corpus che ne deriva è fortemente sbilanciato, e anche questo dettaglio è uno splendido rivelatore: Mahler era disordinato e perdeva le lettere, Strauss era pignolo, archiviava e catalogava tutto. Di conseguenza, le lettere di Mahler superstiti sono più del doppio di quelle di Strauss. «Rivalità e amicizia» è la formula con cui la Blaukopf condensa gli stati d'animo che fervono in queste lettere e le percorrono. E nel fondo, aggiungiamo, una splendida solidarietà tra uomini ironici, intelligenti e consapevoli di essere artisti dalle doti superiori. Ci sono i momenti in cui la solidarietà si fa fredda e sferzante contro i moralisti cretini, come nel frangente della vietatissima rappresentazione di Salome a Vienna. Fu un'occasione in cui entrambi si rosero il fegato, e noi stessi, leggendo le notizie e le considerazioni che i due si scambiarono affannosamente in quei mesi, sentiamo il desiderio di uccidere con le nostre mani i sessuofobi censori. Ma ci sono anche momenti di mondana e bene educata tragedia: tale l'ultima lettera del carteggio, inviata da Strauss a Mahler l'11 maggio 1911. Mahler era in fin di vita, e sarebbe morto dopo atroci sofferenze una settimana più tardi, il 18 maggio. Strauss, però, aveva avuto (falsa) notizia di un miglioramento, e scrisse al collega agonizzante: «Con mia grande gioia leggo che sta meglio». Scavando senza requie, tanto da produrre in otto anni tre edizioni del carteggio, ciascuna ricca di nuovi reperti e di aggiornamenti, la curatrice ha portato alla luce un tesoro d'informazioni, alcune delle quali suscitano profonde emozioni. Un piccolo libro capitale, uno specchio delle bassezze e delle crudeltà di cui è capace il mondo della musica, che pure dovrebbe essere abitato soltanto da artisti." (Quirino Principe)

EAN: 9788867235827
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Mit illustrationen von Boldù und einem nachwort von Harald Weinrich. Scaneg 1989, cm.15x21, pp.124, legatura editoriale cartonata, copertina figurata. TheaterLIT. Am 22. Juni 1992 wäre Max Zweig, der am 5. Januar 1992 in Jerusalem an den Folgen einer Lungenentzündung starb, 100 Jahre alt geworden. Bis zuletzt galt sein Interesse den eigenen 22 Dramen, die er seit den frühen 20er Jahren verfaßt hatte und die religiösen, historischen oder psychologischen Inhalt aufweisen. Max Zweig, in Proßnitz/Mähren geboren, studierte Jura in Wien und lebte als freier Schriftsteller von 1920 bis 1934 in Berlin. Danach emigrierte er vor den Nazis nach Proßnitz, 1938 nach Palästina, wo er lange Zeit in Tel Aviv lebte. Seit 1978 lebte Zweig in Jerusalem.1934 begann er sein Drama über die Auseinandersetzung Hitlers mit Ernst Röhm und der SA. Der Mord an seinem alten Gefährten Röhm und dessen SA-Führern machte Hitlers Weg zur Alleinherrschaft frei. In seinen 'Lebenserinnerungen', die er als 95-jähriger verfaßte, schreibt Max Zweig dazu: "Als ich von den Geschehnissen Ende Juni 1934 erfuhr, erkannte ich blitzhaft, daß hier der von der Wirklichkeit bis in die letzte Einzelheit vorgeprägte, ideale Stoff vorliegt, um Hitlers teuflische Persönlichkeit dramatisch zu gestalten; ich vermochte dies aber erst auszuführen, nachdem ich die Inspiration des Stoffes als Drama empfangen hatte, was Jahre später geschah. Dann arbeitete ich an ihm mit einer Begeisterung wie kaum an einem anderen, in einer Art von Sendungsgefühl. Ich darf sagen, daß der Tag, an welchem ich dieses Drama beendigte (1940), der vielleicht glücklichste meines Lebens war; denn ich fühlte, daß ich dem Idealbild des Dramas, welches mir vorschwebte, um einen bedeutsamen Schritt näher gekommen war."

EAN: 9783892353065
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