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Saggi sull'età colombiana. Dal Consiglio Nazionale delle ricerche, collana di studi e testi diretta da Giuseppe Bellini e Alberto Boscolo "Letterature e culture dell'America Latina".

Autore:
Editore: Cisalpino-Goliardica.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.Letterature e Culture dell'America Latina,4.
Dettagli: cm.17x24, pp.IX,116, brossura, copertina a colori. Coll.Letterature e Culture dell'America Latina,4.

EAN: 9788820504281
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Pisa, Pacini Editore 2017, cm.15,5x23, pp.214, brossura. CollI Libri dell'Associazione Sigismondo Malatesta. Studi di Letterature Comparate,23. Perseguitati ed esiliati dal cristianesimo, gli dèi di Atene e Roma sono scomparsi da secoli; la letteratura e le arti, tuttavia, sembrano averne conservato un’immagine di eterna giovinezza e splendore, fin quasi a rimuovere il trauma della loro caduta. Quasi, poiché nell’Ottocento alcuni autori – tra cui Prosper Mérimée, Henry James, Heinrich Heine, Vernon Lee, Walter Pater, Gerhart Hauptmann – hanno scritto racconti in cui gli dèi tornano col loro carico di sofferenza e di odio, non sospesi nell’atemporalità del mito, ma feriti e trasformati dalle ingiurie della storia. Veneri spettrali, Apolli cadaverici, statue assassine e reincarnazioni sinistre vengono a inquietare il presente, a ricordare che, sebbene la storia sia stata scritta dai vincitori, i vinti hanno ancora qualcosa da dire. E se gli dèi sono sineddoche della civiltà classica scomparsa, immaginare il loro ritorno significa anche porre il problema dei rapporti che legano il nostro mondo all’antichità, a valori e forme di pensiero che troppo spesso vengono banalmente indicati come «i nostri», e che è forse più proficuo osservare con la lente dello straniamento e del perturbante.

EAN: 9788869952944
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Traduzione di Claudina Fumagalli. Introduzione di Pasquale di Palmo. Milano, Medusa 2021, cm.12x15, pp.132, brossura con bandelle. Collana le Api,63. Remy de Gourmont, definito da Apollinaire "Herpes Trismegisto" a causa di un lupus che lo aveva sfigurato costringendolo a un isolamento forzato, è una di quelle figure atipiche di cui è costellato il firmamento letterario francese a cavallo tra Ottocento e Novecento. Amico di Mallarmé, Huysmans, Mirbeau, Jarry, con il quale condivise l'esperienza della rivista "L'Ymagier", fondò con Alfred Vallette il "Mercure de France"”. Nel primo dei tre testi qui presentati, Dante, Beatrice e la poesia amorosa, uscito nel 1908, Gourmont passa in rassegna alcune espressioni della lirica medievale, soffermandosi in particolare sul rapporto tra l'autore della Commedia e Beatrice. Quest'ultima non viene considerata una donna in carne e ossa ma rappresenta l'archetipo della donna angelicata, con tratti che ne fanno una «statua aureolata», a cui idealmente viene contrapposta l'immagine di Francesca che, nonostante si trovi come ombra che vaga «per l'aere maligno» con il suo Paolo, ancora rimpiange «il tempo de' dolci sospiri». Viene qui raccolto in volume anche il saggio Dante, Beatrice e Platone del 1883, dove si possono cogliere sottili differenze interpretative rispetto al primo scritto. Il libro si chiude con Le donne e il linguaggio del 1902 in cui Gourmont, senza rinunciare ad alcuni tipici pregiudizi dell'epoca, riconosce alla donna un ruolo primario nello sviluppo linguistico umano.

EAN: 9788876983450
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Roma, Salerno Ed. 2021, cm.15x21, pp.364, brossura copertina figurata a colori. Coll.Sestante,47. Drammaturgo fra i più importanti del Seicento spagnolo, Pedro Calderón de la Barca (1600-1681) è l’autore di opere fondamentali del patrimonio culturale universale che sono state fonte di ispirazione per altri grandi scrittori e per molti registi. La sua fortuna europea, iniziata nella Francia e nell’Italia del Seicento soprattutto grazie a commedie come "La dama folletto" e "Il carceriere di se stesso", culminò nel Romanticismo grazie a drammi come "La vita è un sogno", "Il principe costante", "La figlia dell’aria", "Il mago prodigioso", "La devozione della croce". Sentimenti contrastanti suscitano tuttora le sue tragedie dell’onore coniugale, crudeli ma splendidamente costruite, mentre raccoglie plauso unanime "Il giudice di Zalamea", centrale oggi nel canone calderoniano. Questo volume si propone di presentare al lettore un quadro completo della produzione teatrale del drammaturgo, dalle commedie e tragedie scritte per i teatri pubblici a pagamento, alle grandi produzioni spettacolari composte per la Corte, dagli "autos sacramentales" agli intermezzi comici all’unica commedia burlesca. Si tratta di un universo estremamente variegato, dalla sorprendente ricchezza di registri, che mette in scena una gamma vastissima di emozioni. Un universo che va messo in rapporto con le coordinate storico-culturali e con il sistema drammatico del Seicento, restituendogli al tempo stesso il respiro moderno e anticipatore che lo anima in tante sue espressioni; la scommessa di fondo del volume è infatti quella di strappare il teatro di Calderón alla visione parziale, spesso ideologicamente tendenziosa e filologicamente inesatta, che ancora ne ostacola una fruizione libera da pregiudizi, capace di apprezzarne al meglio la bellezza e le sfumature.

EAN: 9788869734960
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Milano, Marcos y Marcos 1989, cm.13x20,5, pp.193, brossura cop.fig.
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