Spaccanapoli e il centro storico.

Con 24 riproduzioni di litografie fuori testo di Gatti e Dura. Napoli, Società Editrice Napoletana 1989, cm.16x24, pp.426, brossura cop.fig.

Napoli, Ediz.del Giglio 1987, cm.17x24, pp.X,939, brossura copertina figurata a colori.

Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane 1970, cm.17x24,5, pp.269,(3), alcune ill. in bn.nt., 20 tavv. in bn.ft. e una incisione a un col. ft. ripiegata, brossura, sopraccoperta fig. a colori.

Napoli, AGEA 1988, cm.21,5x30,5, pp.240 illustrazioni, legatura editoriale cartonata, sopraccoperta figurata a colori.

Firenze, Olschki Ed. 1996, cm.17x24, pp.214, brossura Coll. Studi pichiani, 3. Le prime opere latine di Giovanni Pico (le due epistole a Lorenzo de' Medici e ad Ermolao Barbaro, l'«Oratio de hominis dignitate», le «Conclusiones», «l'Apologia»), intrecciando di volta in volta l'analisi linguistica e stilistica con la ricerca delle fo The first Latin works of Giovanni Pico (the two letters to Lorenzo de’ Medici and to Ermolao Barbaro, the «Oratio de hominis dignitate», the «Conclusiones», the «Apologia») intermittently incorporating linguistic and stylistic analysis with research on li

Con antiporte figurate, testo interamente incorniciato da fregi tipografici e varie incisioni nel testo. Milano, P.Clerc Editore 1886, cm.18x25, pp.XXXII,892, antiporte figg., pagine incorniciate da fregi tipogr.a 2 col., numerose tavv.incise nt., legatura ed.in tutta tela, impressioni in oro al piatto ant. e a secco al post., titoli e fregi in oro al dorso a tre falsi nervi, tagli rossi. Dorso lievemente sbiadito e impronta scura al piatto ant. Perfetti interni. Dedica latina ms. al verso del II risguardo.

Firenze, Sansoni 1912, cm.13x20, pp.574, 2 tavv.bn.ft. brossura

Milano, Longanesi Ed. 2009, cm.14x21, pp.329, legatura editoriale con sopraccoperta figurata a colori. Coll.Il Cammeo,518. Questo libro nasce dall'incontro tra la passione per i viaggi e quella per il mito, scrive Giuseppe Conte nell'introduzione. L'isola di Aran, al largo delle coste irlandesi, schiude l'accesso agli dei e agli eroi celtici; le Orcadi, al largo di quelle scozzesi, risuonano ancora delle armi e dei canti di Qdino, mentre a Patos, nell'isola di Cipro, ancora splende la luce in cui i Greci videro Afrodite. In Egitto poi gli angeli delle moschee islamiche al Cairo precedono le dinastie solari della valle del Nilo; l'India del Sud diventa il tempio vivente di un numero sterminato di divinità; e infine a Taos, nel New Mexico, gli indiani d'America ereditano nella loro fraternità fiera il culto arcaico del Grande Mistero. In questi viaggi Conte riscopre il mito non come fossile del passato, ma come energia spirituale che attraversa il presente e che consente all'uomo di conoscere le sue origini, la divinità della natura, il destino dell'anima.