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La vita comincia domani. Romanzo.

Autore:
Editore: Dall'Oglio Ed.
Data di pubbl.:
Dettagli: cm.12,5x19, pp.364, brossura

EAN: 9788877180407
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Spregiudicata e dannunziana eroina,la protagonista,cocotte e danzatrice raffinata,riesce a fare del proprio erotismo una manifestazione d’arte. Questo romanzo,scandaloso per l’epoca e messo all’indice,ebbe un successo enorme. A cura di Vittoria Ronchey. Roma, Jouvence Ed. 1996, cm.10x16, pp.348, brossura con copertina figurata a colori. Coll.I Bonsai,1. «È facile scoprire, fin dalle prime pagine di "Mimì Bluette", che se anche Guido da Verona a trentasette anni era un dannunziano, lo era con un'ironia e una consapevolezza dei limiti di quell'estetica che lo emancipavano dal maestro più della maggior parte della sua generazione».

EAN: 9788878012394
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Milano, Dall'Oglio Editore 1976, cm.13,5x21, pp.280, brossura, copertina figurata a colori.
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Firenze, Bemporad 1920, cm.13x19, pp.367, brossura. Seconda edizione.

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EAN: 9788877180384
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Torino, Einaudi 1957, cm.15,5x21,5 pp.214, legatura ed. Coll.BMM,187.
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Roma,Bibl.Corsiniana e dell'Accad.Naz.dei Lincei. Milano, Istituto Editoriale Italiano 1964, cm.17x24,5, pp.109, legatura ed.sopracop. Coll.Bibliotheca Musicae.
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#99828 Religioni
Prefazione di F. Carnelutti. Firenze, Olschki Ed. 1955, cm.13,5x19,5, 64 pp., Coll.

EAN: 9788822216502
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#278296 Arte Restauro
A cura di Grazia de Cesare. Firenze, Edifir 2020, cm.16,5x23,5, pp.128, brossura copertina figurata a colori. «Rieti è una città ricca di tesori nascosti e la storia del sipario del Teatro Flavio Vespasiano sta lì a dimostrarlo. Dipinto dal grande Antonino Calcagnadoro nel 1910, il sipario ebbe vita travagliata prima e dopo la sua realizzazione. Nel secondo dopoguerra incappò nel giudizio di coloro ai quali - specie dopo l'orrore dell'Olocausto - non era parso politicamente corretto celebrare la presa di Gerusalemme da parte di Vespasiano, che tanta distruzione e tanti lutti arrecò al popolo ebraico. Ma ad oscurare l'imperatore trionfante davanti alle mura della città ci avrebbe pensato il tempo, con tutto il suo corredo di "agenti": l'umidità, l'usura provocata dal ripetuto utilizzo, la scarsa cura e manutenzione, fino a quando, per evitare che la tela andasse distrutta, semplicemente si smise di usarla. Il tempo è continuato a scorrere, sbiadendo del sipario anche il ricordo tra i reatini, pure legatissimi al loro teatro. Perciò il 21 settembre vedere il Flavio pieno di gente accorsa ad ammirare la grande tela finalmente restaurata è stato commovente. Raramente si percepisce in città tanto orgoglio per le proprie cose e la propria storia e invece è successo. E a ragione. Per la Fondazione Varrone, che sin dal 2017 aveva deciso di finanziare quel restauro, è stata la dimostrazione di aver fatto la scelta giusta, onorando una volta di più il lascito anche morale della Cassa di Risparmio di Rieti, che a suo tempo tanto contribuì all'edificazione del teatro. Ugualmente azzeccata si è rivelata la decisione di affidare il cantiere ai docenti e agli allievi dell'Accademia delle Belle Arti de L'Aquila, anche per rinsaldare i rapporti di vicinanza e di scambio con la nostra città. Di quell'emozionante pomeriggio al Flavio ci resta il ricordo del lungo, appassionato applauso con cui il pubblico ha salutato il ritorno del sipario sulla scena e le parole della professoressa Grazia De Cesare sul valore dell'opera del Calca-gnadoro e sulla sua intrinseca fragilità. E adesso che la città ha ritrovato questo suo tesoro siamo certi che farà del tutto per non perderlo di nuovo.» (Dalla Premessa di Antonio D'Onofrio)
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