Tragedie. Vol.I: Filippo. Polinice. Antigone. Virginia. Agamennone.

Con introduzione, commento e appendice di pagine critiche a cura di G.D'Adamo. Firenze, Le Monnier Ed. 1961, cm.13,5x20,5, pp.82, brossura

Interpretato da Attilio Momigliano con saggio introduttivo. Messina-Firenze, Casa Ed.d'Anna 1955, cm.14x21, pp.135, brossura Coll.Classici Italiani per le Scuole. Con dedica e lettera autografa di A.Momigliano.

Contiene: Filippo - Polinice - Antigone - Virginia - Agamennone - Oreste - Rosmunda - Ottavia - Timoleone - Merope - Maria Stuarda - La congiura de' Pazzi - Don Garzia - Saul - Agide - Mirra - Bruto primo - Bruto secondo - Sofonisba - Antonio e Cleopatra - Abele - Alceste seconda. Milano-Parigi, Edoardo Sonzogno Editore 1870, cm.21x29, pp.(4),528 (ogni tragedia occupa pp.24 con numeraz autonoma), 72 incis.a piena pag.ft., rilegatura coeva in mz.pelle, titoli e filetti in oro al dorso, piatti marmorizz. Segni d'uso agli angoli dei piatti, alle cuffie e alla cerniera esterna del piatto ant. Esempl. privo del ritratto dell'A. in antip.

Introduz.e scelta di Vittore Branca. Milano, Editoriale Vita su licenza Ugo Mursia Ed. 1980, cm.16,5x24, pp.XXX,1275, legature editoriali in skivertex, fregi e titoli in oro ai piatti ant.e dorsi. Coll.I Classici Italiani.

Torino, UTET 2005, 2 voll. cm.20,5x30,5, pp.VI,1380, 80 tavv.a colori e in bn. legature editoriali in mz.pelle bianca e tela, titoli e fregi in oro ai dorsi. Disponibili più esemplari nelle diverse legature prodotte da Coll.Grande Dizionario Enciclopedico.

San Miniato, Edizioni del Bellorino 1977, cm.13x18,5, pp.43, 2 xilografie a un col.ft. di cui una in antip., brossura intonso, cop.xilografica a 2 col.. (copia in perfetto stato). Ediz.di 500 esempl.num.e firmati dall'A. (il ns.reca il n.226).

Traduzione di Riccardo Duranti. Milano, Mondadori 2004, cm.16x24, pp.177, legatura editoriale, sopracoperta figurata a colori. Coll.Contemporanea.

Milano, Scalpendi 2021, cm.14x20,5, pp.236, ill.bn.nt. brossura copertina figurata. Coll.Materiali Dispersi,2. Il grande poeta Stéphane Mallarmé celebra in questo testo uno dei maggiori pittori della storia dell'arte: Edouard Manet. Scritto con uno stile chiaro e dettagliato, il testo mette in luce il rapporto di Manet con gli impressionisti, di condivisione ma distaccato nella sua ricerca pittorica.