Robert Helmont. Journal d'un solitaire.

Testo in francese. Napoli, Morano Ed. 1995, cm.12,7x19, pp.159, brossura cop.ill.a col. Coll.Du Coq a l'Ane.

Traduz.di Tom Antongini. Milano, Club degli Editori su licenza Rizzoli Ed. 1972, cm.13,5x20,5, pp.IX,416, legatura ed. Coll.Caleidoscopio,65.

Tartarino sulle Alpi. Illustrazioni di Walter Casiraghi. Roma, Editalia 2000, cm.21,5x31, pp.261, 20 tavole a col.ft. legatura editoriale in mezza pelle, piatti in seta decorata, titoli e fregi in oro al piatto anteriore e dorso. Coll.La Mia Prima Biblioteca diretta da Massimo Fabene.

paris, E. Dentu Editeur 1890, cm.11,5x18, pp.499, numerose incis. in bn.nt., rilegatura coeva in mz.pelle con modesti segni d'uso. Firma di apparten. e data all'occhietto. In complesso esempl. molto buono.

London, J.Cape 1962, cm.15,5x23,5, pp.XX-970, alcune fotogr.bn.in tavv.ft. legatura ed.in mz.tela,soprac.fig.

Dialogo col visibile. Poeta della quotidianita' - a ragione il suo nome e' stato accostato a quello di Montale il pittore esprime attraverso le sue nature morte, i suoi rari e scarni alberi e casali, una musicalita' che solo apparentemente sembra contraddire la fermezza del simbolo. Firenze Edizioni Il Bisonte 2004, cm.15,5x24,5, pp.48, brossura copertina figurata a colori.

Montreuil, Folies d'Encre 2008, cm.24x16, pp.80 ill.a colori. brochè.

Da Pinelli a Uva, da Aldrovandi al processo per Stefano Cucchi. Prefaz.di Gustavo Zagrebelsky, Alessandro Borgonzoni. Con una lettera di Ilaria Cucchi. Milano Il Saggiatore 2013, cm.12,5x19,5, pp.262 brossura cop.fig. Coll.Saggi,311. In Italia in carcere si muore. Alcuni sono suicidi, altri no. E si può morire nel reparto detentivo di un ospedale, come Stefano Cucchi; per strada, come Federico Aldrovandi; legati mani e piedi a un letto di contenzione, come Franco Mastrogiovanni. Si può morire anche durante un arresto, una manifestazione di piazza, un trattamento sanitario obbligatorio. "Quando hanno aperto la cella" porta alla luce le storie di persone che sono entrate in prigione, in caserma o in un reparto psichiatrico e ne sono uscite senza vita. Ricostruisce vicende processuali tormentate, in cui la tenacia di familiari e avvocati si è scontrata con opacità, omertà e, a volte, coperture istituzionali. Racconta di uno Stato che si ricorda di recludere, sorvegliare e punire, ma spesso dimentica di tutelare e rispettare gli individui che gli sono affidati. Prefazione di Gustavo Zagrebelsky e Alessandro Bergonzoni. Con una lettera di Ilaria Cucchi. Nuova edizione aggiornata.