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Storia della civiltà francese.

Autore:
Editore: Il Saggiatore.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.Biblioteca di Storia,21. La Cultura.
Dettagli: cm.15,5x21, pp.683, brossura [copia in ottimo stato]. Coll.Biblioteca di Storia,21. La Cultura.

EUR 18.00
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Traduz.di Anna Grispo e Annamaria Nacci. Milano, Arnoldo Mondadori Editore 1980, cm.13,5x20, pp.683, brossura, cop.fig.a col. [esemplare in buono stato]. Coll.Oscar Studio,13.

EAN: 9788804326366
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Vol.I: Il Rinascimento (1493-1520); Vol.II: La Riforma (1520-1559); Vol.III: La Controriforma e la rivoluzione dei prezzi (1559-1610); Vol.IV: La decadenza della Spagna e la guerra dei Trent'anni (1610-1648); Vol.V: La supremazia della Francia (1648-1688); Vol.VI: L'ascesa della Gran Bretagna e della Russia (1688-1763); Vol.VII: Il Vecchio Regime (1713-1763); Vol.VIII: Le rivoluzioni d'America e di Francia (1763-1793); Vol.IX: Le guerre napoleoniche e la Restaurazione (1793-1830); Vol.X: Il culmine della potenza europea (1830-1870); Vol.XI: L'espansione coloniale e i problemi sociali (1870-1898); Vol.XII: I grandi conflitti mondiali (1898-1945). A cura della Cambridge University. Milano, Il Saggiatore - Garzanti 1982, 12 voll. di 12, cm.16x23,5, pp.XL,742; XVI,861; XIX,786; XV,910; XVI,827; XX,1147; XX,846; XXV,978; XXIV,893; XXVIII,974; XXIII,917; XII,1034, 2513 ill. in bn.nt., legature editoriali in imitlin, titoli in oro ai dorsi. Coll.Storia Universale.
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#310254 Esoterismo
Milano, Editrice Kemi 1980, cm.16x24, pp.272, brossura. La prima, la giustizia, è la necessita’ morale e razionale di rendere l’uso della forza aderente ad un principio più alto, più nobile. La disciplina è una conquista biologica, che leva l’uomo dallo stato di anarchia ad uno stato di coordinazione di sforzi e di organizzazione personale. In quest’uomo di azione, il dinamismo fisico-muscolare e quello volitivo-nervoso sfociano in una supremazia spirituale. La sua azione è fatta di giustizia e mobilita il dinamismo delle forze cosmiche per condurre una battaglia tesa alla conquista di una coscienza più ampia. Quindi, anche uomo di potenza, perché l’essere emergente dal disfacimento del disordine, non solo è migliore, ma è anche più giusto. Julius è un uomo d’arme, non visto dalla terra, ma osservato dal cielo, ove l’uomo si muove in pace con l’armonia dell’Universo. Non è necessario essere forti, occorre solo essere giusti e uomini d’azione. Questo costa fatica, ma essa sussiste nella sfera della coscienza, perché ciò che viene assimilato diventa istinto e bisogno. Questa fatica si espande sempre più lontano, sempre più in alto, ed abbraccia una ricchezza propria sempre maggiore. Tenzone che crea, poiché senza lotta non si può costruire. Ma chi era, in passato, quell’uomo d’arme che elevava la battaglia dalla sua forma più bassa, per innalzarla a forme più produttive, verso quella direzione, in cui lo sforzo non si neutralizza tra spinte contrarie, ma che costantemente crea? Era il Templare, il Cavaliere del Tempio, di cui Jiulius è un esempio vivente. Nella sua opera riecheggiano i principi che si ricollegano a quel lontano passato. Nelle sue 14 Lezioni di Alchimia, egli indica, come fece il Templare, due mete all’evoluzione umana: il super-uomo per il singolo, il Vangelo per la collettività Nella ricerca delle vie, egli si avvicina al pensiero cristiano, per porre in luce quella Legge che fu tramandata al cristianesimo stesso dalle lontane e fiorenti civiltà, ove scienza, fede e filosofia erano una cosa sola. In questo saggio, l’autore cerca di far risorgere la passione del bene e dell’infinito, ricorrendo a quella grande attrazione che tutto regge: Amore, a quel potente arcano che canta nell’architettura delle linee, nella sinfonia delle forze, nella rispondenza dei concetti. Qui parla il cuore, nel tentativo di porre sul suo giusto piedestallo la religione dell’occidente, oggi così mal compresa perché male amministrata, e che ha fallito nell’assolvimento del suo compito nel salvare i valori spirituali dell’occidente. Teniamo ben presente che lo spirito non può morire e risorgerà altrove, al di fuori di essa. Perché ciò che è spirito vivifica, ciò che è materia soffoca. Abele di fronte a Caino.
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