Il retaggio di Genghiz-Khan.

Versione di Franz Glaentzer. Firenze, Giunti Martello Ed. 1936, cm.13x22,5, pp.254, con numerose illustrazioni fuori testo e tre cartine. brossura copertina figurata. Coll.Storica.

Trad.di F.Glaentzer. Firenze, Bemporad 1936, cm.15x23, pp.315,alcune tavv.bn.ft. brossura cop.fig.

Traduzione di Adriana Gallo. La Spezia, Melita 1979, cm.12x19, pp.148, 32 figg.bn.nt.e 40 tavv.bn.ft. brossura cop.ill.a col. Coll.Archeologia,32.

Neuilly sur Seine, Sep Cobra / Prisma Presse 2010, cm.28x33,5, pp.128, ill.col. Couverture rigide. Coll.Grands Peintres,22.

Torino, UTET 1962, cm.20x27, pp.IV,1096, legatura ed.in tutta tela,soprac.fig.

Urbino, Argalia Editore 1977, cm.15x21, pp.145, brossura con bandelle. Coll. Letteratura e Critica.

A cura di Giovanna Lambroni e Lucia Mannini. Firenze, Edifir 2020, cm.16,5x24, pp.198, illustrazioni in bianco e nero e a colori. brossura copertina figurata a colori. Collana Quaderni della Fondazione Ambron Castiglioni, 5. L'opera di Dario Viterbo (Firenze 1890 - New York 1961) è caratterizzata da un segno peculiare che lo distingue dalla tradizione naturalistica europea e, in generale, dal contesto artistico coevo, connettendolo piuttosto alla tradizione orientale. La particolare tecnica di bassorilievo, detta "rilievo schiacciatissimo", vicina al graffito, trova molti punti di contatto con l'arte dell'incisione, ambito in cui Dario Viterbo ottiene risultati molto personali, approfondendo in particolare quella "a cesello", genere che trae origine dalla tradizione orafa.