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Popolo, nazione e storia nella cultura italiana e ungherese dal 1789 al 1850. Promosso e organizzato dalla Fondaz.G.Cini e dall'Accademia Ungherese delle Scienze.

Autore:
Curatore: Venezia, 4-6/11/1982. A cura di Vittore Branca, Sante Graciotti.
Editore: Olschki Ed.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.Civiltà Veneziana. Studi,40.
Dettagli: cm.15,5x23, pp.VI,421,XIV, legatura ed. sopracop.fig. Coll.Civiltà Veneziana. Studi,40.

EAN: 9788822233424
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Torino, 17/19-6-1985. Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato- Archivi di Stato 1986, cm.17x24, pp.362, num.figg.bn.nt. brossura sopracop. Coll.Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Saggi,5.
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Roma, 23-30 novembre 1969. Roma, Accademia Naz.dei Lincei 1972, cm.17,5x26, pp.876, 2 tavv.ft, 2 tabb.pieg.1 carta geogr. pieg brossura Coll.Problemi Attuali di Scienza e di Cultura,169.
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Dall'Indice: --La tradizione del gioco: Tipologie del disimpegno. Borsellino, Nino. • p. 3-11. --La beffa e il comico nella novellistica del Due e Trecento. Segre, Cesare. • p. 13-28. --Antecedenti mediolatini: Liutprando e il riso della corte ottoniana. Villa, Claudia. • p. 51-66. --Giullari e trovatori nelle corti medievali. Meneghetti, Maria Luisa. • p. 67-89. --In figura di scacchi: Spazi di storie tardogotiche. Ciccuto, Marcello. • p. 91-103. --Gioco e/o letteratura: Per una lettura ludica del Decameron. Picone, Michelangelo. • p. 105-127. --Carnevale e feste fiorentine del tempo di Lorenzo de' Medici. Orvieto, Paolo. • p. 161-188. --Il gioco e le Arcadie: Analisi comparata di una trasformazione. Erspamer, Francesco. • p. 317-349. --Lo spazio ludico femminile e le regole del gioco sociale nel Reggimento e costumi di donna di Francesco da Barberino. Cazalé-Bérard, Claude. • p. 475-509. --Appunti sull'intrattenimento decameroniano. Forni, Pier Massimo. • p. 529-540. --La novella tra gioco ed emozioni: Alternative di lettura? Salwa, Piotr. • p. 541-550. --Impegni presi per gioco: Vanti di cavalieri nell'antica letteratura italiana. Bonafin, Massimo. • p. 575-608. --Il gioco della conversazione. Speciale, Emilio. • p. 707-719. Pienza,10-14/9/1991. Indici analitici di P.Febbraro. Roma, Salerno Edit. 1993, 2 volumi. cm.16x23, pp.XXVI,VIII,820, 66 tavv.bn.ft. brossure copertine figurate in custodia. Coll.Studi e Saggi.Pubbl.del Centro Pio Rajna,1/3*,1/3**.

EAN: 9788884021076
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Firenze, Palazzo Strozzi, 2-6/9/1956. Firenze, Sansoni Ed. 1958, cm.17,5x25, pp.286, 23 tavv.ft.bn. brossura intonso. Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento.
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Traduz.di Carlo Ginzburg, Massimo Salvadori. Torino, Einaudi Ed. 1969, cm.16,5x21,5, pp.XXI,978, legatura ed.in tutta tela, sopraccop.fig. Coll.Biblioteca di Cultura Storica,78/III**.

EAN: 9788806179397
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#309120 Dantesca
A cura di Laura Melosi, Ilaria Cesaroni, Gioele Marozzi. Firenze Olschki 2022, cm.17x24, pp.VIII,224, brossura. Coll.Biblioteca dell'«Archivum Romanicum». Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia, vol. 530. L’occasione celebrativa del settecentesimo anniversario della morte di Dante ha avviato una riflessione intenta a sondare l’eco della vicenda intellettuale e umana del Poeta nelle Marche, una terra la cui cultura si è ampiamente nutrita dell’eredità dantesca. In una prospettiva diacronica che dal secolo XIV approda al lirismo contemporaneo, il volume testimonia come, ancora una volta, pertenga a Dante il felice connubio tra le geografie terrestri e gli infiniti spazi interiori scaturiti dalla sua poetica.

EAN: 9788822268594
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#330542 Firenze
Firenze, Bonechi Ed. 1994, cm.15x23, pp.174, alcune ill.bn.nt. legatura editoriale cartonata. Tutti conoscono il Tabernacolo delle Fonticine, posto in Via Nazionale, molti hanno osservato quelle minuscole lapide Ile angolari al Canto di Candeli in Borgo Pinti o a quello della Mela in Via Ghibellina, ma pochi, penso, hanno individuato in questi segni i ricordi tangibili del mondo affascinante ma del tutto inedito delle Potenze fiorentine. Erano questi piccoli potentati, da qui il nome, che avevano i loro dominii all'interno delle mura cittadine ed erano formati da quella moltitudine di "subpositi" alle Arti che con il loro lavoro fecero la fortuna di Firenze. Questi lavoratori, afflitti dalla miseria, dalla fame, dalle pestilenze, ebbero come unica risorsa per sopportare i disagi di una vita così dura quella di riunirsi in gruppi, solitamente per mestiere e partecipare alle "allegrezze" cittadine, decretate per celebrare il Santo Patrono, la nascita di un Principe o l'elezione di un Papa. In queste occasioni le Potenze, o Signorie Festeggianti, si "risentivano" e gli ascritti alle varie brigate si esibivano in parate, ognuno con una propria livrea, si affrontavano nelle "armeggerie" e in cruente sassaiole; la sera poi concludevano con una generale sbicchierata, dimenticando per un giorno le misere condizioni di sfruttati. Ogni Potenza era organizzata come un vero e proprio stato e come tale aveva un vessillo, un territorio chiaramente delimitato nei suoi confini. AI vertice gerarchico esistente all'interno di ogni Potenza stava il Signore al quale erano riconosciuti titoli altisonanti come il Gran Monarca della Città Rossa, da S. Ambrogio o il Vice-Imperatore de' Camaldoli in Oltrarno. E questi Monarchi erano il tramite fra la Potenza ed il potere costituito. Nelle numerose lettere scritte con mano incerta da questi Signori si vede con quanta seriosa dignità uno scardassiere o un calzolaio interpretasse il suo ruolo. Vero è che quasi sempre le missive erano richieste di "benigni donativi", ma con ambiziosa fantasia si prometteva in cambio " . che avendo bisogno il S.mo Granducha io gli metterò in ordine cento mila cavalli e duecento mila fanti . ". Le Potenze erano nate nel 1343, per volere del Duca d'Atene e cessarono di esistere fra il 1629 e il 1630 per il mutato contesto sociale, ma soprattutto per la qrave pestilenza che colpì Firenze in quegli anni. L'epidemià cancellò quei Reami, Principati e Baronie che avevano procurato un po' di spensieratezza a molte generazioni del Popolo Minuto
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