Saggi critici.

Traduz.di Glauco Viazzi. Napoli, Guida Editori 1989, cm.14x22, pp.154, brossura, sovraccop.fig.a col. Stato di nuovo. Coll.Saggi,16.

Traduz.di G.Mariotti. Con uno scritto di Corinna Ferrari. Milano, Abscondita Ed. 2005, cm.10,5x19,5, pp.74, num.ill.bn.ft. brossura con bandelle, cop.fig.a col. Coll.Miniature,33.

Trad.di A.Bonomi. Torino, Einaudi Ed. 1979, 1970, cm.10,5x18, pp.96, brossura Col.Nuovo Politecnico,7.

Traduz.di Lidia Lonzi. Testo di R.B. anche in francese. Roma, Editrice Magma 1976, cm.24x30, pp.201, 100 tavv.nt.di cui le prime 7 a col., brossura, sovraccop.fig.a col. esempl. molto ben tenuto.

Milano, Adelphi Ed. 1991, cm.14x22, pp.487, brossura copertina figurata a colori. Coll.Gli Adelphi,26.

Firenze, Leo S.Olschki Ed. 2005, cm.21,5x30, pp.XIV-164, num.figg.a col.in tavv.ft. brossura sopraccop.fig.a col. Il volume è uno studio completo sulla chiesa di San Francesco a Castelfiorentino. Scrigno prezioso di importanti memorie, oggi è restituito alla collettività non solo l'edificio e le sue opere, ma anche, attraverso ricerche archivistiche, la narrazione della sua fondazione e delle sue trasformazioni nei secoli, fino all'attuale redazione Sei Settecentesca che vide impegnate prestigiose maestranze fiorentine quali, Agostino Veracini, Girolamo Ticciati e Pier Dandini.

Foreword by Dick Couch, ex sel team one. Rochester, Grange Books 2003, cm.23,5x30, pp.260, ill.bw & col. hardcover dustjacket.

Con tre testimonianze di membri del Sonderkommando di Auschwitz - Birkenau. A cura di Francesco Fogliotti e Carlo Saletti. Milano, SE 2023, cm.12,5x22, pp.190, brossura con bandelle, copertina figurata a colori. Collana Testi e Documenti,332. «Senza dubbio la Shoah è esattamente, e irriducibilmente, un “buco nero dentro di noi”. Ma questo, lungi dal darci una risposta definitiva, non fa che aprire tutta una serie di questioni irrisolte. In primo luogo la questione – estetica ed etica, psichica e politica – di sapere che fare di fronte a questo “buco nero”, con questo “buco nero”. Che fare, in effetti? Lasciare che il “buco nero” ci mini dall’interno, silenziosamente, assolutamente? Oppure tentare di restituirlo, di guardarlo, ossia di metterlo in luce, di farlo uscire dal nero? Conosciamo le semplificazioni filosofiche, anche religiose, a cui si presta il primo atteggiamento: fare del “buco nero” un “Sancta Sanctorum”, uno spazio fantasmatico inavvicinabile, intoccabile, inimmaginabile, irrappresentabile. Consacrare il regno del nero». Questo testo di Georges Didi-Huberman è una lunga lettera al regista del film “Il figlio di Saul”, László Nemes.