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Le vene aperte del delitto Moro. Terrorismo, Pci, trame e servizi segreti.

Curatore: A cura di Salvatore Sechi.
Editore: Mauro Pagliai Ed.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.Radici del presente.
Dettagli: cm.14,5x21, pp.360, brossura cop.fig. a col. Coll.Radici del presente.

Abstract: Le vene aperte del delitto Moro sono le ombre del sistema politico dell'Italia repubblicana. Perciò continuano a incombere su di noi, ci seguono severe e minacciose. Gli autori di questo volume riesplorano domande vecchie e nuove, rimaste senza una risposta. Perché l'antifascismo, come in tutti gli altri paesi europei, non è stato declinato come anticomunismo? Perché la sinistra italiana ha chiamato domanda di rivoluzione un'inconsolabile richiesta di riforme? Solo dopo il 1974 il Pci cessa ogni comprensione nei confronti dei "compagni che sbagliano", cioè delle Brigate rosse. Ma è proprio vero che queste seguirono corsi di addestramento al sabotaggio e alla sovversione nei campi para-militari della Cecoslovacchia? È un mito che ebbero come predecessori, in queste scuole di violenza politica, gli ex partigiani che dopo il 25 aprile 1945 passarono per le armi fascisti, nobili, agrari e preti, facendosi vendetta da sé? Era italiana o russa la lingua di chi redige i primi comunicati a cinque punte? La morte di Moro ha alimentato una ferace storiografia sulla cosiddetta "eversione atlantica" che si giustappone a quella del Kgb e del terrorismo arabo-palestinese. E se fosse un piatto preparato in casa, tra vecchi e nuovi servizi segreti, clan malavitosi, confraternite massoniche deviate, utilizzando come nella ribollita i pezzi anche meno nobili di un'idea di cambiamento rubricata come una partenogenesi rivoluzionaria? Ancora una volta il presente funziona come storia.

EAN: 9788856400144
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A cura di Paolo Gizdulich. Firenze, Sarnus 2022, cm.17x24, pp.272, brossura copertina figurata. Collana Diari e Memorie, 55. «Le guerre sono sempre una cosa sporca... Le ho sempre odiate e per tre volte mi ci sono trovato immischiato. E non perché sono stato richiamato; sono sempre stato volontario, ingenuamente e stupidamente volontario». Il libro contiene trentadue episodi realmente vissuti da Ottorino Orlandini, nato a Lorenzana (Pisa) nel 1896 da famiglia contadina, di formazione clericale. Volontario alla Grande Guerra, iscritto al Partito Popolare e a Giustizia e Libertà, sindacalista delle Leghe Bianche dal 1919, fu perseguitato dal fascismo e fuggì in Francia e poi in Spagna, dove combatté contro il franchismo. I fatti sono presentati nell'ordine emotivo di chi si lascia trasportare dai ricordi, sganciati da un rigoroso ordine cronologico ma incardinati nei passaggi cruciali della vita, riportando in ordine sparso anche personali critiche sulle ragioni di vincitori e vinti. Viene data un'ampia testimonianza della situazione europea di quegli anni, con spaccati non solo di battaglie ma anche di vita quotidiana, alternati a riflessioni morali, sociali e sindacali sul periodo precedente la Liberazione in Europa e osservazioni sugli anni Sessanta, l'epoca in cui il testo fu scritto.

EAN: 9788856303117
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