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Le grandi Alpi nella cartografia. 1482-1885. Storia della Cartografia Alpina. Vol. I:Storia della cartografia alpina. II:Monviso. Piccolo San Bernardo. Gran San Bernardo. Monte Bianco. Cervino. Monte Rosa e i Walser. Gran Paradiso.

Autore:
Editore: Priuli & Verlucca.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.Antica Cartografia.
Dettagli: 2 voll. cm.25x33, pp.360, 383, 215 figg.bn.e a col.nt. legg.editoriale in tutta pelle, con sbalzi in pelle e neri ai dorsi. Cofanetti in mezza pelle. Coll.Antica Cartografia. Esemplare facente parte dell'edizione lusso.

Abstract: A storia di questo libro nasce nel 1970, quando tre persone che soggiornavano abitualmente durante le vacanze in Val d'Ayas, ad Antagnod, un medico, una farmacista e un dirigente d'azienda, iniziarono uno studio sull'antica cartografi a della Valle d'Aosta. L'elemento scatenante fu casuale: l'acquisto da parte di uno di loro di una carta geografi ca antica del Piemonte per un dono. Le tre persone con passione iniziarono così uno studio sulla cartografi a delle Grandi Alpi che li portò a pubblicare dopo quattro anni, nel 1974, il volume Le Grandi Alpi nella cartografi a dei secoli passati 1482-1865 per i tipi di Priuli & Verlucca. Il libro ebbe successo, l'edizione fu esaurita in poco tempo ed entrò nella dotazione delle principali biblioteche civiche e private europee e in quelle delle Università americane. Attualmente è reperibile solo sul mercato antiquario ed è diventata un'opera molto richiesta. Il riscontro favorevole ottenuto dal volume del 1974 non costituì per i tre autori un punto d'arrivo. Purtroppo dopo un solo anno dalla pubblicazione del libro uno degli autori, Massimo Pomella, che era stato l'ideatore del progetto, venne a mancare prematuramente. Proprio in sua memoria, e tenendo presente i suoi insegnamenti sulla cartografi a, Laura e Giorgio Aliprandi continuarono sistematicamente le ricerche iniziate, pubblicando testi e articoli di cartografi a alpina settoriale, ad esempio sul Monte Bianco in collaborazione con la Bibliothèque Nationale di Parigi nel 1984, sul problema delle migrazioni walser a sud del Monte Rosa, tenendo conferenze e organizzando mostre di cartografi a: di particolare rilievo quella a Chamonix nella stagione 2000-2001 organizzata dal Comune e ospitata presso il Museo Alpino. L'idea di fondo che animava questa continua ricerca era quella di ampliare e aggiornare il volume pubblicato nel 1974, anche alla luce delle nuove acquisizioni sia di carte che di documenti di letteratura alpina, ma questo progetto veniva sistematicamente rimandato anche per comprensibili motivi professionali di lavoro che non permettevano di trovare il tempo per ordinare il materiale raccolto per la stesura di una nuova edizione. Stimolati da amici e dallo stesso editore, circa tre anni fa Laura e Giorgio Aliprandi si misero ad ordinare la documentazione raccolta in questi trent'anni che sarebbe servita per porre le basi di un nuovo testo, sollecitati anche dal fatto che in tutto questo tempo non era apparso nella letteratura alpina un volume analogo e cioè uno studio sistematico della cartografi a delle Grandi Alpi che, intrecciato agli eventi storici, fosse fi nalizzato anche allo studio degli antichi passaggi. L'opera attuale Le Grandi Alpi nella cartografi a 1482-1885 è un'indagine di cartografi a storica in quanto gli autori hanno cercato di ritrovare nelle carte geografi che le tracce delle vicende umane, politiche, militari e religiose che costituiscono la storia del territorio alpino. Lo studio dei toponimi, delle frontiere e soprattutto dei colli che rappresentano la parte più «umana» che la cartografi a delle Alpi può offrirci, ha consentito di realizzare questo volume. Per gli autori la carta geografi ca non è una semplice rappresentazione del territorio come sempre è stata considerata, ma un «documento storico» fi no ad ora trascurato nella storiografi a: la frase latina «Historiæ oculus geographia» sintetizza il loro modo di considerare l'argomento della cartografi a alpina. Il vecchio testo del 1974, completamente rinnovato, ha costituito per gli autori un punto di riferimento di cui hanno tenuto presente solo l'impianto e il piano dell'opera. La quantità di materiale raccolto ha permesso di suddividere il lavoro in due volumi: il primo dedicato alla storia della cartografi a alpina, che illustra come la scoperta delle Alpi da parte dei cartografi sia stata lenta e graduale; la ricerca è stata fi nalizzata soprattutto alla descrizione dei colli utilizzati per motivi commerciali, religiosi, militari. Il secondo volume affronta la tematica della cartografi a specialistica delle Alpi, prendendo in considerazione lo studio settoriale delle Grandi Alpi dal Monviso al Monte Rosa. È stato un lavoro impegnativo e gravoso, diffi cile da organizzare anche perché il materiale raccolto in tanti anni di ricerca assommava a più di 700 carte, ridotte a circa 500 effettivamente utilizzate per la pubblicazione e elencate alla fi ne del secondo volume in un catalogo riassuntivo. Quest'opera di largo respiro si può considerare la «summa» delle carte geografi che antiche relative alle Grandi Alpi, che mai sono state una barriera e mai, grazie ad un sistema di colli e passaggi ben messi in evidenza dallo studio cartografi co, hanno diviso le genti al di qua e al di là della catena alpina.

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