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#259235 Regione Toscana

Gli amministratori di Signa dal 1946 al 2004.

Autore:
Curatore: A cura del Comune di Signa. Ricerca di Federico Marretti.
Editore: Masso delle Fate.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.Signa nel ventesimo secolo.
Dettagli: cm.16x24, pp.264, brossura, soprac.fig.a col. Coll.Signa nel ventesimo secolo.

EAN: 9788887305579
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#246359 Regione Toscana
Pubbl.del comune di Rufina. Presentazione di Tiziana Baglioni. Firenze, Polistampa 2010, cm.16x24, pp.122, num.figg.bn.nt. brossura cop.fig. Silvano Stagi è stato sindaco di Rufina, lambita e talvolta minacciata dalla Sieve, per quasi tre lustri, fra gli anni Cinquanta e Sessanta, in tempi di confronto politico duro ma leale. La sua narrazione non è una cronistoria delle vicende del paese e neanche un'autobiografia: piuttosto, un affresco dipinto coi colori della complicità e della nostalgia che gravita intorno alla strada dove Stagi è nato e vissuto, ufficialmente via Cesare Battisti, detta comunemente via della Nave oppure, per farla breve, il Corso o "dietrosieve". L'affresco di una comunità dove bastava girare l'angolo per andare nella via principale di Rufina e ti pareva di essere in un altro mondo. Gente laboriosa, semplice, divisa talvolta da piccoli litigi ma profondamente unita, che ha attraversato il fascismo e la guerra, la ricostruzione e i tempi difficili delle conquiste politiche e sociali delle classi subalterne, fino a oggi. Una casa comune dove tutti si chiamavano col soprannome: Milano e la Boria, Fecce, Pille, il Ficio e poi Tredicino, Veccia, Bistino, Dreolino, Certino, le vittime designate degli scherzi, Schicchero e il Corazziere, i renaioli Ghindo e Bùghere. La banda, la Pippolese, la festa dell'uva col Nannoni che faceva Bacco, le serenate e qualche incontro ravvicinato col babbo della bella. Cortei politici e processioni religiose col tamburino Lilli che scandiva il passo a ritmo sincopato. Notti passate a "far tardi", scherzi tremendi, ma senza ferocia, tipi inimitabili e la "Ribollita" dove si ballava...

EAN: 9788859607854
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#329877 Dantesca
Firenze, Edifir 2016, cm.24x12, pp.79, illustrazioni in bianco e nero e a colori. brossura con copertina figurata a colori. Collana Studi, Itinerari, Memoria. La battaglia di Montecatini, dopo la vittoria di Campaldino (1289), doveva rappresentare per i Guelfi di Firenze e i d'Angiò di Napoli la definitiva resa dei conti con i Ghibellini di Pisa e di Lucca guidati da Uguccione della Faggiuola e Castruccio Castracani. Il gigantesco scontro armato si risolse, invece, per Firenze in una tragica disfatta che lasciò sul campo di battaglia, secondo i cronisti dell'epoca e lo stesso Niccolò Machiavelli, migliaia di morti. Per il riscatto dei tanti prigionieri appartenenti alle più nobili casate Firenze dissanguò la sue finanze, rendendo in compenso più drastiche e umilianti le condizioni per il rientro in città di chi, come l'Alighieri, si trovava esiliato da ben tredici anni. La tradizione, avvalorata da diversi biografi della vita di Dante, vuole che, potendo contare sulla protezione di Uguccione, lo stesso sommo poeta attendesse nei pressi del castello di Montecatini l'esito della contesa dalla quale dipendeva l'ultima speranza di tornare per il resto della vita nella sua città. Speranza di vita che non ebbero, invece, perché morti sfidandosi l'un contro l'altro nel vivo della battaglia, i giovanissimi comandanti Carlo d'Acaia, nipote del re di Napoli, e Francesco figlio dello stesso Uguccione.

EAN: 9788879707657
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