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Lettere a uno scettico di fronte alla monarchia.

Autore:
Curatore: Introduzione di Ramiro de Maetzu. Traduzione di Ulisse Benedetti.
Editore: Giovanni Volpe.
Data di pubbl.:
Dettagli: cm.14x21, pp.220, brossura con bandelle.

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Testo inedito a cura di Gino Casagrande. Firenze, Accademia della Crusca 1982, cm.17x24, pp.LXXV,277, brossura Coll.Scrittori Italiani e Testi Antichi. Intonso. Quando alcuni anni or sono, rovistando le carte del vecchio catalogo della collezione petrarchesca conservata nella biblioteca della Cornell University, mi toccò la rara fortuna di ritrovare lo smarrito unico manoscritto contenente le parti inedite dell'«Anticrusca», mi sentii legato al suo autore e mi riproposi fin d'allora di presentare agli studiosi quest'edizione. Poi varie circostanze mi hanno impedito fino ad oggi di adempiere quella promessa e questo dovere. Ma la ragione personale ed affettiva è solamente un antefatto. Ciò che giustifica l'edizione delle parte inedite dell'«Anticrusca» è il fatto che quest'opera beniana assume un singolare rilievo nella storia delle controversie linguistiche degli ultimi anni del Cinquecento e dei primi del Seicento. L'«Anticrusca» infatti rappresenta il primo importante documento d'opposizione ai presupposti linguistici e lessicografici del «Vocabolario della Crusca». Dichiarando inaccettabile l'arcaismo del primo «Vocabolario», il Beni con questa sua opera viene a porsi a favore di una modernità linguistica, tutt'altro che spregiudicata (come qualcuno ha voluto dire), anzi controllata e passata al vaglio delle esperienze letterarie cinquecentesche, toscane e non toscane. egli si schiera quindi a favore d'una italianità comune ora che, per la realtà effettiva delle cose, il Cinquecento aveva da un lato testimoniato oltre dubbio il numero e l'importanza di scrittori estratoscani e dall'altro il venir meno della preminenza fiorentina nella prassi letteraria.

EAN: 9788887850406
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Note: Tagli bruniti a ancor intonso.
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#300857 Arte Saggi
A cura di Anna Orlando. Traduz.di Simona Paolini. Milano, Abscondita Ed. 2022, cm.10,5x19,5, pp.116, numerose figg.bn.nt. brossura con bandelle, cop.fig.a col. Coll.Miniature,123. Al “benigno lettore” il pittore fiammingo Pietro Paolo Rubens presenta i Palazzi di Genova in un volume pubblicato a proprie spese ad Anversa, la sua città. Un progetto editoriale che giunge al quarto centenario e ancora fa parlare di sé, catalizza l’interesse di studiosi, critici, addetti ai lavori e non. Più che “well travelled” all’età di quarantacinque anni ancora da compiere, il fiammingo aveva già visto buona parte dei centri artistici (e di potere) in Europa: Roma, Mantova, Genova, Firenze, Padova, Venezia, Madrid, Valladolid tra il 1600 e il 1608, senza contare quanto vide in patria. Ha incontrato re, principi, duchi, ambasciatori, conti e marchesi. Ha frequentato finanzieri, mercanti e condottieri. Era elegante e conosceva sette lingue, tra le quali il latino e l’italiano. Aveva un “gustoso e vivace colorito” e un “tratto gentile” e lo fregiavano “nobili doti”, tra le quali la “facondia del parlare”. Eppure, fu Genova e la ristretta élite dei genovesi che ebbe modo di incontrare ad apparirgli quanto di più moderno. Erano qualcosa di inedito ai suoi occhi i palazzi di città e le tante ville a pochi chilometri da quel centro che oggi chiamiamo “storico” e che allora era il cuore pulsante della vita economica e finanziaria che gravitava sul porto, abbracciato naturalmente ad arco da un fitto reticolo di strade strette e buie.

EAN: 9791254720349
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