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Opuscoli e lettere di Riformatori italiani del Cinquecento. Volume Primo.

Curatore: A cura di Giuseppe Paladino.
Editore: Gius.Laterza & figli.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.Scrittori d'Italia,58.
Dettagli: cm.14x22, pp.390, brossura Coll.Scrittori d'Italia,58.

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Traduz.di Lidia Perria. Nuova edizione con un' introduzione dell'Autrice. Milano, Longanesi & C.Ed. 2004, cm.13,5x20,5, pp.681, 16 ill.bn.in tavv.ft. brossura cop.ill.a col.con bandelle. Coll.Il Cammeo,249.

EAN: 9788830421646
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#235609 Storia Moderna
Traduzione di Davide Panzieri. Bologna, Il Mulino 1987, cm.16x24,5, pp.606, legatura ed.soprac.fig.a col. Biblioteca Storica.

EAN: 9788815011336
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Edizione critica a cura di Alessandro Gnocchi. Firenze, Società Editrice Fiorentina 2003, cm.16x24, pp.CLVI,120, brossura copertina figurata a colori. Quaderni Aldo Palazzeschi. Nuova serie,14. Univ.degli Studi di Firenze. Verosimile, veridico, vero: questo è quanto ogni libro aspira ad essere, e paradossalmente tanto più quando sia per sua natura (è il caso del romanzo e della fiction in genere) impossibilitato a diventarlo. Cosicché assistiamo da sempre, nella storia letteraria, a una grande varietà di strategie che gli autori attuano per legittimare la propria opera e dimostrarne la sua autenticità. È in questo terreno che si radica l'invenzione del manoscritto ritrovato, che consente a un autore di attribuire a un altro l'origine della propria scrittura. Seguito attraverso i secoli, tale artificio può diventare la traccia di una curiosa riscrittura della storia letteraria, come accade in questo libro per quanto riguarda la letteratura italiana.

EAN: 9788887048476
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A cura di Vittorio Cian. Premessa di Alessanro Gnocchi. Nota al testo e indici a cura di Giulia Raboni. Milano, Ediz.Sylvestre Bonnard 2007, cm.14x21, pp.146, brossura con bandelle,cop.fig. Coll.Il banco dei Rari. Un'edizione che fece epoca poiché rivelava per la prima volta un tratto ignoto di colui che la critica italiana aveva assunto a campione del petrarchismo: con questi strambotti, infatti, il colto cardinale protagonista del Rinascimento italiano, adottava proprio quelle forme poetiche aborrite, secondo la tradizione critica, dai petrarchisti. Vittorio Cian nel 1888 aveva già alle spalle un discreto numero di pubblicazioni su Pietro Bembo. La sua tesi di laurea, discussa con Arturo Graf, era diventata nel 1885 un volume pubblicato a Torino da Loescher, editore del GSLI (Un decennio della vita di Pietro Bembo,1521-1531). Nel 1887, il GSLI ospitava un ampio saggio sui rapporti tra Pietro Bembo e Isabella d'Este Gonzaga. In quest'ultimo lavoro,chiosando una lettera di Bembo a Isabella d'Este in cui il giovane poeta accennava a «dieci sonetti e due stramotti alquanto usciti da la loro regola», Cian notava che «perfino il Bembo, il massimo e più ortodosso rappresentante,nella lirica del sec. XVI, della tradizione aristocratica e petrarchesca, cedette talora all'indirizzo della poesia popolareggiante, rappresentata specialmente dagli strambottisti e ancora sopravvivente nelle corti italiane all'aprirsi del 500». Con questo semplice accenno, Cian faceva di colpo invecchiare irrimediabilmente l'articolo con cui Arturo Graf pochi anni prima aveva tentato di impostare il problema del rapporto tra Petrarchismo e antipetrarchismo nel Cinquecento. La divisione un po' manichea tra petrarchisti e antipetrarchisti del Graf subisce subito una dura smentita: proprio il maestro dei primi si è esercitato in generi metrici tipici del campo avverso.

EAN: 9788889609163
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