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Il Sahara.

Autore:
Curatore: Fotografie di Pierre Boulat.
Editore: Mondadori.
Data di pubbl.:
Dettagli: cm.22,5x26, pp.188, ill.a colori. legatura editoriale in mezza tela, piatti figurati a colori. Collana Grandi Distese Selvagge.

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Photographs by Pierre Boulat. Amsterdam, Time-Life Books 1975, cm.22,5x25,8, pp.184, numerose ill. e tavv. a col. anche a doppia pag. euna carta geogr. a colori, legatura ed. in mezza tela, cop. e sopraccop. figg. a colori, custodia muta in cartoncino leggero. Coll. The World's Wild Places.
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Note: Alcune abrasioni al margine inf. del piatto anteriore; grazioso ex libris applic. al frontespizio.
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#129122 Facsimili
Il 2°Volume, che accompagna la riproduzione, è di Gabriele Paolo Carosi: "Subiaco e l'introduzione della stampa in Italia". Edizione in fac-simile dell'incunabolo sublacense. Milano, Bramante Edit. 1972, Voll.1+1 in cofanetto con apertura a libro in seta ed oro, cm.26x35, pp.367 nn.+pp.75(1) con 16 tavv.bn.ft. Legatura in pergamena con nervi e titoli al dorso, chiusa da due laccetti di cuoio, il 2° vol.in legatura ed.in seta, titoli in oro. Il cofanetto presenta uno strappo alla tela del cofanetto. Ediz.in 275 esemplari numerati, il ns.è il CLX. Chiamati presumibilmente dal cardinale Nicolò Cusano, gli stampatori tedeschi Konrad Sweynheim e Arnold Pannartz, che erano chierici rispettivamente delle diocesi di Magonza e di Colonia, fra il 1464 e il 1465 lasciarono la Germania per recarsi a Roma e impiantarvi una tipografia. La morte inattesa del Cusano nell'estate 1464 e forse altri motivi che oggi sfuggono convinsero i due chierici tedeschi a fermarsi e fare tappa nel monastero benedettino di Subiaco dove installarono la prima tipografia sul suolo italiano. Durante l'estate 1467, produssero a Subiaco quattro edizioni: un Donato minore, ora disperso; il dialogo De oratore di Cicerone, terminato antecedentemente al 30 settembre 1465; le opere di Lattanzio, datate a Subiaco il 29 ottobre 1465; e l'agostiniana Città di Dio, terminata il 12 giugno 1467. L'edizione di Lattanzio fu eseguita in 275 esemplari: di essa si conoscono superstiti poco più di quaranta copie, di cui diciassette in Italia. 1. Divinae Institutiones (304-313): il titolo si contrappone alle Institutiones pagane, di tipo oratorio o giuridico; si tratta, infatti, di un trattato in sette libri che si propone non solo l'apologia del Cristianesimo tramite la confutazione degli errori pagani (libri I-III: De falsa religione, De origine erroris, De falsa sapientia), ma anche di fornire ai cristiani un manuale sistematico in cui dare un'esposizione complessiva del pensiero cristiano (libri IV-VII: De vera sapientia et religione, De iustitia, De vero cultu, De vita beata). Il grande successo dell'opera portò Lattanzio stesso a farne, dopo il 314, un riassunto (Epitome). 2. De ira Dei (dopo il 313): Lattanzio polemizza con gli Stoici e gli Epicurei, sostenitori dell'atarassia e dell'imperturbabilità degli dèi, affermando che Dio interviene nelle vicende umane, in bene o in male, specie per punire gli uomini che lo offendono. In particolare, Lattanzio si accanisce contro Epicuro e la sua convinzione del disinteresse divino per le umane vicende. 3. De opificio Dei (303-304): in quest'opera, Lattanzio esalta la potenza divina che si riflette nell'atto della creazione di quel microcosmo che è il corpo umano.
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Novara, De Agostini 2007, cm.23x30,5, pp.160, illustrato a colori. legatura editoriale, copertina figurata a colori.

EAN: 9788851108250
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Traduction de Charles Steber. Préface du Sir. Halford Mackinder. Paris, Payot 1936, cm.14,5x23, pp. 272, avec 36 cartes. broché. Bibliothéque Geographique.
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Vol.I:Atlante fotografico,pp.594, 795 ill.a col. Vol.II:Testi.Saggi e schede,pp.536, 120 ill.bn.nt. Vol.III:Carte, 40 carte geografiche in cofanetto; indici toponomastici. A cura di L.Gambi,A.Pinelli.Saggi di A.Chiggiato, R.Ferri,L.Gambi, C.Franzoni, P.Liverani, M.Milanesi, A.Pinelli, F.Prontera, P.Sereno. Fotografie di A.Angeli, D.Pivato. Modena, Panini- Treccani 1994, 3 voll. cm.24x32, Edizione speciale con rilegatura in tutta pelle con cofanetto per Treccani. Coll.Mirabilia Italiae. Voluta da papa Gregorio XIII, terminata nel 1580 sotto la direzione del geografo Egnazio Danti, la Galleria delle Carte geografiche in Vaticano è il più vasto ciclo pittorico di figurazioni cartografiche esistente al mondo e una delle più straordinarie imprese artistiche del tardo Cinquecento. Lunga centoventi metri e larga sei, comprende quaranta tavole ad affresco raffiguranti le regioni italiane, le grandi città portuali e alcune isole minori, mentre sul soffitto è dipinto un ciclo di "miracoli" e scene edificanti legate alle località sottostanti, composto di 51 scene. Il quadro che emerge dal ciclo cartografico della Galleria è quello dell'Italia alla fine del XVI secolo. Una realtà politica ancora disomogenea ma anche un'entità geografica e concettuale già precocemente unitaria, cementata e unificata, quale patria designata della Chiesa, da una visione provvidenziale della storia. Il cofanetto contiene un volume con l'atlante fotografico; uno che raccoglie una serie di saggi e schede e l'ultimo con 40 carte geografiche in cofanetto e gli indici toponomastici.
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