Anagni attraverso i secoli. Vol. Secondo: Il volume inizia l'analisi croinologica, storica, sociale, edilizia dall'inizio del XVI secolo al XIX secolo.

Bologna, Atesa Editrice 1984, completo di 2 volumi, cm.16x22, pp.558;508, 6 tavole b.n. fuori testo, 1 pianta ripiegata b.n. fuori testo, legature editoriali, titoli in oro ai piatti anteriori e ai dorsi, cofanetto fasciato in carta francese. Ristampa anastatica dell'ed. di Anagni, 1907. Importantissimo studio che costituisce uno dei risultati più completi e rigorosi nell'ambito della ricostruzione storica della municipalità anagnina. L'ampia documentazione utilizzata ha consentito di tracciare un'immagine esauriente degli avvenimenti politico-amministrativi, militari, culturali, religiosi e urbanistici della città, dalla fondazione del primo nucleo abitato fino agli inizi del Novecento: un viaggio avvincente attraverso un passato che dura ventidue secoli.

Traduzione di Alessandro Casiccia. Parma, Guanda 1968, 14x21, pp.232, brossura con sovraccoperta. Collana Problemi d'oggi.

Spartito per pianoforte, accordi per chitarra e partitura della voce. Warner Bros Publications 1990, cm.23x28, pp.56, brossura cop.fig.a col.

Firenze, Vallecchi Editore 1920, cm.13,5x19,5, pp.272, rilegatura rigida in finta pelle rossa. Seconda edizione.

Traduzione di Christian Kolbe. Massa, Edizioni Clandestine 2015, cm.12,5x19, pp.108, brossura copertina figurata a colori. Coll.Highlander. In questo saggio del 1874, che costituisce la seconda delle quattro "Considerazioni inattuali", Nietzsche attacca la cultura storicistica della sua epoca, sostenendo come 'l'eccesso di storia' sia responsabile di un sentire opprimente e dell'incapacità dell'uomo di plasmare liberamente il proprio futuro. Solo attraverso l'oblio, l'uomo può avere accesso alla vera felicità, giacché solo esso (prerogativa e dono degli animali) può assicurare il rifiorire perenne della vita. "L'eccesso di storia è un danno per la vita: noi dobbiamo avere coscienza storica, ma quanto basta per la vita (...). Noi soffriamo di una febbre storica". Tutto ciò che appartiene al passato non aiuta la vita, ma costituisce un'insuperabile e oppressiva allucinazione. La Storia non fa che renderci schiavi del nostro tempo, nostalgici di un passato irripetibile. Non è la storia, sostiene Nietzsche, che deve dominare la vita, bensì l'esatto contrario. Occorre semplicemente usufruire della Storia per arricchire la qualità della nostra esistenza. È nei giovani che il filosofo ripone le sue speranze: grazie al loro istinto naturale, essi si rendono conto della malattia storica, rivolgendosi all'antistorico, ovvero all'arte di dimenticare.