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Le vicaire de Wakefield.

Autore:
Curatore: Traduzione dall'inglese al francese di Charles Nodier. Un ritratto in antiporta dell'autore e 8 acqueforti di Lalauze.
Editore: Edition Jouaust.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.Petite Bibliotheque Artistique.
Dettagli: 2 volumi. cm.15x23, pp.192,169, 19 tavole bn. fuori testo interfogliate protette da velina. brossura editoriale con fregio ai piatti anteriori. Coll.Petite Bibliotheque Artistique. Intonsi.

EUR 65.00
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London, Odhams Press ca. 1930, cm.13x19, pp.298, hardcover, red clothboud.
EUR 8.00
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Traduit de l'anglais. Nouvelle édition. A Paris, chez Laran, Libraire. l'an IV de la République (1795-1796), 2 tomi in un volume, cm.8x13, pp.292; 318, una incisione all'antiporta di ciascun tomo, rilegatura ottocentesca in mezza pergamena con angoli, piatti decorati, titolo ms. al dorso. Non abbiamo potuto trovar notizia bibliografica di questa edizione francese del Vicar of Wakefield, che viene a collocarsi cronologicamente tra la traduzione più antica (pubblicata nel 1767 e attribuita a Mme de Moutesson) e quelle che vengono tradizionalmente considerate la seconda e la terza (Éléonore de Flainville (1799) e Voullaire (stesso anno).
Note: Titolo al dorso sbiadito; per il resto ottimo esemplare sotto tutti i riguardi.
EUR 280.00
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Testo raccolto da Georges Belmont. Traduz.e note di Augusto Donaudy. Milano, SE Ediz. 2022, cm.13x22, pp.350, num.ill.bn.in tavv.ft. brossura cop.fig.a col.con bandelle, Coll.Testi e Documenti,146. “Quando Marcel Proust morì, già celebre nel mondo, nel 1922, molti si precipitarono da colei ch’egli chiamava la sua «cara Céleste», per ottenerne la testimonianza, i ricordi. Molti sapevano che solo lei (per essergli vissuta accanto negli otto decisivi anni della sua esistenza) deteneva verità essenziali sulla persona, sul passato, sugli amori, sullo sguardo sul mondo, sul pensiero, sull’opera di quel grande, geniale infermo. Quelle stesse persone non ignoravano che, per ore e ore, tutte le notti – notti che erano il giorno per quell’uomo –, Céleste Albaret aveva avuto l’eccezionale privilegio di sentirlo raccontar di sé sul filo della memoria, e raccontare le serate da cui tornava, e mimare e ridere come un fanciullo e tracciare già ad alta voce questo o quel capitolo dei suoi libri. Céleste era il testimone principe, il centro di tutto. Ma per cinquant’anni rifiutò di parlare. La sua vita, diceva, se n’era andata con Monsieur Proust. E come lui s’era costretto, in volontaria reclusione, nella propria opera, così lei ormai voleva vivere da reclusa nella sua memoria. Soltanto così lui sarebbe rimasto il magnifico monarca dello spirito e il mostro di tirannia e di bontà ch’ella aveva, come oggi dice, «amato, subìto, assaporato». Tentare di render tutto questo – e di renderlo malamente, come temeva – avrebbe significato tradirlo. Se ora, a ottantadue anni, ha mutato parere è perché ha ritenuto che altri, meno scrupolosi, avessero tradito Marcel Proust, sia perché non disponevano delle sue fonti di verità, sia per eccesso di fantasia o per la tentazione di erigere a tesi le loro piccole, «interessanti» (o interessate) ipotesi. Quanto a me, affermo che non avrei accettato di farmi l’eco di Madame Albaret se dopo alcune settimane – sui cinque mesi che durarono le nostre conversazioni – non mi fossi convinto della sua assoluta sincerità. Poiché questo libro urterà molti preconcetti e susciterà numerosi malumori, volevo esser assolutamente certo di non prestarmi a un altro genere di tradimento: quello, come ho detto un giorno a Madame Albaret, di erigere un’icona.” (Dall’introduzione di Georges Belmont)

EAN: 9788867237296
EUR 35.00
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