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Nel paese di Cunegonda. Leonardo Sciascia e le culture di lingua tedesca.

Curatore: A cura di Albertina Fontana e Ivan Pupo.
Editore: Olschki Ed.
Data di pubbl.:
Dettagli: cm 17 x 24, xiv-256 pp. con 8 figg. n.t. e 16 tavv. col. f.t., brossura Sciascia scrittore europeo. Associazione «Amici di Leonardo Sciascia»,3.

Abstract: È risaputa la predilezione di Leonardo Sciascia per il Settecento francese e per la tradizione ispanica. Nondimeno nel ricco edificio a dominante romanza è anche da mettere in conto un ampio padiglione riservato alle letterature di lingua tedesca. Un padiglione non idillicamente sereno, ma entro il quale trovano posto Dürer e Goethe, Böll e Canetti, Schnitzler e Kluge, insieme a tanti altri noti e meno noti. Gli articoli, i saggi, le cronache giornalistiche, le lettere inedite che Albertina Fontana e Ivan Pupo raccolgono in questo volume sono quanto mai utili per una conoscenza compiuta dell’autore. Gettano uno sguardo più sicuro sulla sua biblioteca ideale, ritessono una moltitudine di contatti qualificati che egli seppe stabilire nel corso degli anni. Se non ne viene un drastico rivolgimento degli studi a lui dedicati, non mancano tuttavia le sorprese: e con le sorprese, ecco le occasioni per aggiustare meglio la mira; almeno per ciò che riguarda un habitus intellettuale desideroso di ordine e di nitore ragionante, ma anche inquieto, in cerca di contrappesi fantastici, o mitici, che insieme lo affratellano e lo contrappongono agli interlocutori d’Oltralpe.

EAN: 9788822266712
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Firenze, Olschki Ed. 2017, cm 17 x 24, xvi-236 pp., brossura Biblioteca di «Lettere italiane». Studi e testi,76. Nei sette capitoli (e una quasi-premessa) del libro, si effettuano altrettante esplorazioni nella narrativa di Boccaccio, in ogni caso senza pretesa di giudizio. Infatti, la grande scrittura narrativa coincide con la rivelazione alla coscienza dello spazio infinito aperto alla parola e, per conseguenza, del carattere episodico, irriducibile, del contenuto e della forma del racconto. Boccaccio, fin dall’apprendistato retorico (si pensi allo Zibaldone Laurenziano) e fin dagli esordi napoletani (Filocolo; Filostrato), ha reso disponibile la sua scrittura ad ogni eventualità tecnica, come il dictamen medievale, alle cangianti prospettive della diegesi, alla varietà di impiego delle auctoritates più venerate e dei topoi della tradizione letteraria, alle anfibologie del linguaggio. In conseguenza di questa coraggiosa consegna alle circostanze narrative di tutti miti (compresi quelli più intimi e personali) e delle varie forme della loro rappresentabilità, l’autore del Decameron è giunto in zone pressoché inesplorate della psiche e ha riprodotto con gli effetti anche spettacolari della verisimiglianza il vitalismo e la dissimulazione, la gloria e la miseria umane e, insomma, la molteplicità di quanto può accadere nel mondo per mirabile virtù della parola.

EAN: 9788822264947
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