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#294093 Arte Pittura

Gauguin e la scuola di Pont Aven.

Autore:
Editore: Il Sole 24 Ore.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.I Grandi Maestri dell'Arte. L'artista e il Suo Tempo.
Dettagli: cm.23x29, pp.310, ill.colori. brossura copertina figurat a colori. Coll.I Grandi Maestri dell'Arte. L'artista e il Suo Tempo.

Abstract: Il Salon d'Automne di Parigi del 1905 tenne a battesimo l'esordio ufficiale di un piccolo gruppo di giovani artisti accomunati da un percorso formativo analogo, dall'amore per la luce calda e le ombre lunghe del Midi, dal costante riferimento alla ricerca pittorica di Cézanne. Riuniti in un'unica sala, i loro paesaggi, ritratti e idilli domestici abbagliarono visitatori e recensori. Per definirne l'eccentricità formale e denotarne la carica eversiva, il critico Louis Vauxcelles coniò una delle formule più celebri della storia dell'arte novecentesca: "fauves", selvaggi della moderna scena parigina. Spietata fedeltà alla percezione retinica, traduzione del dato visivo in termini di toni e timbri cromatici, composizioni sghembe furono interpretate da Matisse, Derain, Braque, Friesz, Camoin, Marquet, Van Dongen, Dufy come l'antidoto necessario alle derive di fine secolo: al facile realismo, da un lato, e alla dogmatica scienza del colore divisionista, dall'altro. Ma in assenza di un programma o di una base teorica, il gruppo si disperse a brevissimo giro in ricerche differenti, talora contraddittorie. Derain, dopo un fortunato sodalizio con Matisse, scopri al British Museum di Londra l'arte primitiva e ne sposò eleganze e monumentatila, in un percorso di progressivo avvicinamento all'esperienza coeva di Picasso. Braque accentuò, insieme a Friesz, la cifra accattivante dei suoi paesaggi portuali, per poi tornare decisamente sui suoi passi e approdare alla solidità e al cromatismo ribassato del cubismo, di cui sarà, con Picasso, tra i protagonisti riconosciuti. Camoin, Dufy e Marquet adottarono per i loro intimi quadretti bagnati dalla luce mediterranea formule garbate, di immediata presa sul collezionismo internazionale, in particolare russo. Van Dongen piegò le accensioni di colore tipiche dei fauve a un repertorio affollato di personaggi circensi, scene mondane, nudi, secondo una cifra aggressiva, quasi pre-espressionista, che ne avrebbe dettato la fortuna soprattutto in Germania. Solo Matisse, nel corso di tutta la sua carriera, tornò a più riprese a interrogare l'esperienza fauve, per discuterne i presupposti e rileggerne le acquisizioni. Ripercorrere le sue opere principali, da Luxe, calme et volupté (1904) fino alla cappella di Vence (1948-52), attraverso le serie degli anni Trenta, la decorazione Barnes e i papiers découpés, significa in questo senso confrontarsi con un percorso di ostinata, inattaccabile fedeltà al colore, e all'irrisolta tensione tra colore e disegno: perché "il colore - avrebbe detto Matisse verso la fine della vita - è una liberazione".

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#128251 Arte Pittura
Venezia, Museo Correr, Reggia Neoclassica,13 febbario-29 maggio 2005. A cura di G.Romanelli. Milano, Skira Ed. 2005, cm.22x29, pp.192, numerose figure a colori, brossura con bandelle, copertina figurata a colori. Nel quadro dell'arte italiana del XVI secolo, Veronese è il pittore "profano" per eccellenza, in quanto compendia in sé entrambe le grandi tradizioni pittoriche che maggiormente hanno influenzato la storia della pittura di carattere profano del Cinquecento: la tradizione toscano-romana e quella veneziana. Nel complesso Veronese esprime una visione laica e progressista che lo porta a scontrarsi con le autorità ecclesiastiche (come attestano i documenti e le testimonianze oggetto di approfondita disanima in questo volume), tanto da assurgere a vero e proprio simbolo dell'arte moderna. Il volume è il catalogo della mostra di Parigi (Musée du Luxembourg, 22 settembre 2004-30 gennaio 2005) e di Venezia (Museo Correr, 18 febbraio-13 giugno 2005).

EAN: 9788884918765
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