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Lettere da Vincennes e dalla Bastiglia.

Autore:
Curatore: A cura di Luigi Baccolo.
Editore: SE.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.Testi e Documenti,323.
Dettagli: cm.13x22, pp.223, brossura cop.fig.a col.con bandelle, Coll.Testi e Documenti,323.

Abstract: “Questo, che il lettore avrà modo di conoscere leggendo il suo epistolario, è il grande Sade, nato dalle ceneri dello squallido aristocratico libertino che frustava e drogava le ragazze raccolte per le strade di Arcueil o di Marsiglia. Totalmente assorto in se stesso e nel suo nuovo mondo, assapora la gioia profonda di creare, di ripopolare il mondo con emblemi del Male, che assumono le sembianze dei personaggi delle sue opere, che hanno il loro comune principio non in una poetica, ma in un assioma instancabilmente ripetuto e illustrato: «La Natura è il Male, e noi siamo i suoi figli obbedienti o riluttanti, ma senza scampo». Da una parte Sade e i suoi simili – «noi, filosofi atei» – dall’altra gli altri, né filosofi né atei, ma solamente persecutori ottusi di colui che ha capito il segreto dell’universo. «Questo modo di pensare» scrive alla moglie «che voi biasimate è la sola consolazione della mia vita». Sade imposta così il problema nella forma più irrevocabile, rendendo vana e risibile ogni discussione: «Il Bene per me costituisce uno stato di fastidio e di malessere» […]. Nella sua memorabile prefazione a Justine, Georges Bataille ammonisce che «esaltando Sade, noi edulcoriamo il suo pensiero», un pensiero che non tollera di essere impostato neppure come ipotesi critica: infatti, o viene assunto quale astratta costruzione intellettuale, o rende impossibile non soltanto qualsiasi convivenza civile, ma persino la sopravvivenza stessa del genere umano. Forse Sade pensava a questo quando chiese che il suo stesso nome fosse cancellato, quasi per una damnatio memoriae, dal ricordo degli uomini.” (Dalla postfazione di Luigi Baccolo).

EAN: 9788867236824
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A cura di Paolo Caruso. Prefazione di Alberto Moravia. Milano, Arnoldo Mondadori Ed. 2006, cm.10,5x17,5, pp.XXVI,846, legatura editoriale cartonata, cofanetto figurato. Collez.I Meridiani, 47. Famoso e famigerato, il Marchese de Sade è stato a lungo considerato un semplice pornografo, mentre la sua opera presenta un indiscutibile valore psicologico, filosofico e letterario. Il Meridiano documenta i vari aspetti di Sade scrittore: il filosofo, il narratore (con una scelta di racconti e il romanzo Justine) e l'epistolografo.

EAN: 9788804560272
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Traduzione di Andrea Montemagni. Massa, Edizioni Clandestine 2017, cm.12,5x19, pp.206, brossura copertina figurata a colori. Coll.Highlander. "Ai libertini. Voluttuosi di ogni età e sesso, dedico quest'opera a voi soli: nutritevi dei suoi principi, favoriranno le vostre passioni! E le passioni, verso le quali certi freddi e piatti moralisti v'incutono terrore, sono in realtà gli unici mezzi che la natura mette a disposizione dell'uomo per raggiungere quanto essa si attende da lui. Obbedite soltanto a queste deliziose passioni! Vi condurranno senza dubbio alla felicità". Nella cornice di un boudoir aristocratico, la quindicenne Eugénie viene iniziata ai segreti della vita libertina da quattro licenziosi personaggi: Madame De Saint-Ange, suo fratello, il cavaliere di Mirval, l'amico Dolmancé e il giardiniere Augustin. Sollecitata dai quattro, Eugénie si abbandona a un perverso gioco di seduzioni fisiche e intellettuali, che la portano alla scoperta della 'verità' sulla condizione dell'uomo e alla liberazione dai vincoli di una morale repressiva. In quello che appare come il manifesto più compiuto ed estremo del pensiero di De Sade, vizio e crudeltà sono esaltati come forme di energia vitale proprie di una natura libera dai lacci imposti dalla civiltà.

EAN: 9788865966914
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Traduzione di Mariagiulia Castagnone. Milano, Feltrinelli Ed. 2017, cm.14x22, pp.382, brossura copertina figurata a colori. Coll.I narratori. Quando inizia la guerra e gli uomini partono per il fronte tutti gli equilibri familiari e di paese crollano. Ma in "Il coro femminile di Chilbury", scritto da Jennyfer Ryan, sono invece le donne a risollevare l’umore e le sorti della piccola cittadina inglese dove, agli scoppi dal fronte, è seguita subito la partenza delle braccia forti e delle voci baritonali. Miss Prim però non si fa certo intimorire da un gruppo di tedeschi e dalle levatacce nel cuore della notte per fuggire ai raid aerei. In mezzo a questo trambusto la nuova insegnante di canto decide infatti di mettere in piedi un coro tutto al femminile, dove le voci saranno soavi e liberatorie per scappare dalla paura, dalla morte e dalla vita stessa che spesso è più atroce. Man mano le prime notizie dei morti al fronte si fanno largo, le donne fanno capolino nel coro, dove trovano una famiglia e una valvola di sfogo. Mrs Tillings, già vedova, passa le notti insonne per la preoccupazione del figlio al fronte e allora cosa c’è di meglio se non il canto per demonizzare la paura? Kitty Winthrop riesce invece con il canto a brillare al fianco della bellissima sorella Venetia che non si fa molti scrupoli con tutti gli uomini della contea che le cadono ai piedi. Ma la guerra fa emergere anche gli animi malefici come quello di Edwina Paltry che in questo coro tutto al femminile intravede una possibilità di fare soldi e di ricavare un successo tutto personale. Intanto però in "Il coro femminile di Chilbury" gli anni passano e anche la guerra giungerà al termine.

EAN: 9788807032585
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A cura di Giangiacomo Gerevini. Con testo inglese a fronte. Milano, Edizioni La Vita Felice. 2002, cm.12x18, pp.123, brossura con bandelle. Collana Il Piacere di Leggere,15. Edizione con testo inglese a fronte. "La disobbedienza civile" nasce da un'occasione personale. La frugalità è un metodo per Thoreau: se un lago del New England gli suggerisce la natura primordiale, una notte in prigione è il cataclisma da cui sorge, incandescente, la sua critica alla democrazia. Thoreau fu arrestato nel luglio 1846, mentre viveva nei boschi, per non avere pagato le tasse: questa era stata la sua protesta individuale contro un paese schiavista impegnato in una guerra contro il Messico che egli giudicava imperialistica. Liberato per l'intervento di amici, definì l'avventura, con l'ironia che è la forma costante della sua lucidità, "le mie prigioni". Sapeva per primo che il gesto, senza l'enunciazione del principio, non avrebbe avuto forza d'urto. Allora pronunciò "La disobbedienza civile" due anni dopo, in forma di orazione, e successivamente, nel 1849, la pubblicò come saggio.

EAN: 9788877991478
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