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#30755 Filosofia

Scienza e filosofia in Dilthey. vol.I.

Autore:
Editore: Guida Ed.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.Esperienze,32.
Dettagli: cm.13,5x21, pp.338, brossura cop.fig. Coll.Esperienze,32.

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Napoli, Guida Editori 1993, cm.14x22,5, pp.426, brossura. Coll.Ricerca, Sez.Filosofia e Sapere Storico.

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Note: Copia mai letta. Piccole macchie al taglio delle pagine e lievi imperfezioni alla copertina.
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#156041 Filosofia
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Introduz.di Iacopo Lazzareschi Cervelli. Lucca, Ediz.Pegaso 2006, cm.17x24, pp.210, legatura ed. sopracop.fig.a col.

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Traduz.di C.Liuzzi, P.Vallerga. Milano, Marco Tropea Ed. 2009, cm.14x21,5, pp.251, brossura cop.fig.a col.con bandelle. Coll.Storie. Settanta milioni di esemplari attivi sparsi nel mondo: semplicità d'uso, basso costo, resistenza e una scarica micidiale di 650 colpi al minuto ne fanno l'arma da fuoco più diffusa e popolare. Era il 1947 quando un sergente sovietico presentò l'invenzione che ne avrebbe ereditato il nome. Destinato alla produzione bellica, da allora, l'Ak47, meglio noto come kalashnikov, è stato al centro di ogni conflitto. Nel 1956 a Budapest è il braccio della repressione, in mano ai vietcong segna la disfatta statunitense, fra i sandinisti è l'arma della liberazione, in Cecenia diventa strumento di una rivalsa da decenni covata, ma all'alba del nuovo millennio, in territorio americano, è il totem che realizza la furia distruttiva di un insospettabile adolescente. È stato in grado di riadattarsi nel tempo ai più diversi contesti aggiungendo alla potenza di fuoco la forza del simbolo: è con un kalashnikov che Osama bin Laden ha voluto diffondere la propria immagine; con un kalashnikov, ora, gli Stati Uniti armano la polizia del nuovo Stato iracheno. Rincorrendo il suono rabbioso dell'Ak47, il racconto di Michael Hodges si addentra, tra esperienza diretta e ricostruzione storica, nella spettrale città che diede i natali al "fucile del popolo", nei territori della resistenza irachena fino ai bassifondi di una New Orleans apocalittica. E nel raccogliere questi segni, fra dominio e oppressione, ci mostra le contraddizioni che accompagnano la storia del primo prodotto davvero globale.

EAN: 9788855800136
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Traduzione di A.Biavasco, V.Guani. Milano, Mondadori 2009, cm.15x24, pp.345, brossura cop.fig. Coll.Oscar Bestsellers. Chi è lo sconosciuto gracile e male in arnese, avvolto in un cappottone nero, in cui Melik, immigrato turco di seconda generazione nato ad Amburgo, continua a imbattersi? Dopo l'11 settembre la vita del giovane, devoto musulmano e promessa della boxe, soffre di equilibri precari, e lui farebbe di tutto pur di non cacciarsi nei guai. Ma sua madre, che considera un dovere prestare aiuto a un compagno di fede, decide di dare ospitalità allo straniero. Lo strano ragazzo, che dice di chiamarsi Yssa Karpov, rivela di essere un profugo ceceno fuggito da un carcere russo e di essere entrato in Germania clandestinamente con l'intenzione di studiare medicina, grazie anche all'aiuto che gli verrà fornito da Tommy Brue. Peccato che Brue non abbia idea di chi lui sia. Il ceceno, però, è in possesso di una misteriosa parola d'ordine capace di ridestare improvvisamente il passato: "lipizzano". Quando Brue sente questo termine per bocca di Annabel Richter, avvocato specializzato nell'assistenza agli immigrati a cui Yssa si è rivolto, sa che non si riferisce alla nobile razza di cavalli di origine slovena. Lipizzano è la parola in codice con cui suo padre indicava ingenti e loschi capitali travasati dall'Unione Sovietica nelle casse della sua banca. John le Carré torna con una storia che si confronta con gli aspetti più ambigui della contemporaneità, ponendo l'accento sulle contraddizioni delle democrazie occidentali e sull'arroganza del potere nei confronti dei più deboli.

EAN: 9788804591719
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Note: Firma a penna alla prima pagina bianca.
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