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Beatriz e i corpi celesti.

Autore:
Editore: Guanda.
Data di pubbl.:
Dettagli: cm.14x21, pp.280, brossura copertina figurata a colori. Biblioteca della Fenice.

Abstract: Beatriz è una ragazza in fuga: ha poco più di vent'anni quando abbandona Madrid per rifugiarsi a Edimburgo. E a Edimburgo deve ricominciare tutto daccapo. Accanto a lei ci sono Cat, la donna gatto, e Ralph, il nobile sfortunato, entrambi suoi amanti, entrambi drogati, entrambi suoi accompagnatori in un inferno edimburghese che può, a volte, ricordare quello di Trainspotting, entrambi amori possibili schiacciati dall'eterno confronto con Monica, la ex compagna di vita. E tanto è forte il ricordo che alla fine s'imporrà per Beatriz il ritorno nella familiare Madrid.

EAN: 9788882461423
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A cura e con un saggio di Giancarlo Gaeta. Milano, Adelphi 1982, cm.14x22, pp.403,(13), brossura con bandelle e copertina figurata. Coll.Biblioteca,118. I «Quaderni» di Simone Weil cominciano oggi ad apparirci per ciò che sono: un’opera unica e solitaria, senza ascendenze, senza discendenze, un cristallo perfetto composto di molteplici cristalli. Simone Weil riempì sedici grossi quaderni fra l’inizio del 1941 e l’ottobre 1942: aveva poco più di trent’anni, la guerra era nel suo momento più cupo, la vita la trascinava, come tanti rifugiati, fra Marsiglia, gli Stati Uniti, Londra, dove sarebbe morta nel 1943, dopo aver tentato in ogni modo di farsi paracadutare dietro le linee tedesche. Con prodigiosa intensità, trasmettendoci quasi il pulsare del pensiero stesso nel momento in cui si fissa, Simone Weil annotò in quel periodo questa «massa non ordinata di frammenti»: tutti i temi delle sue riflessioni precedenti, che erano state soprattutto filosofiche e sociali, vi riappaiono e alcune decisive scoperte sono qui testimoniate, come la lettura dei grandi testi sanscriti, fatta con René Daumal. Ma ciò che subito colpisce è l’invisibile presupposto che irraggia la sua luce su queste pagine. Qui, più che mai prima in lei, parla un pensiero trasparente e durissimo, caparbiamente concentrato su un esile fascio di parole che la Weil incontrava interrogando pochi testi inesauribili (le «Upani?ad», la «Bhagavad Gita», i Presocratici, Platone, Sofocle, i Vangeli, san Paolo): amore, forza, necessità, equilibrio, bene, desiderio, sventura, bellezza, limite, sacrificio, vuoto. Nulla come il contatto con queste parole può rendere evidente la miseria della filosofia, della scienza, della religione, della politica abbandonate al loro «karman» occidentale. Mentre proprio dinanzi a queste parole si accende il pensiero della Weil, che è l’esperienza stessa di «agganciare il proprio desiderio all’asse dei poli». La Weil sapeva perfettamente che quelle parole sono altrettante ordalie, perché fanno traversare il fuoco a chi le pronuncia. Chi può pronunciarle, in quanto sa a che cosa esse si riferiscono, ne esce illeso. Ma quasi nessuno ne esce illeso. Nella bocca di quasi tutti quelle parole sono carcasse deformi. Sotto la penna di Simone Weil tornano a essere cristalli misteriosi. Per osservare quei cristalli con attenzione – e l’attenzione è appunto la suprema virtù praticata dalla Weil, quella che riassume in sé tutte le altre – bisogna essere almeno un matematico dell’anima: Simone Weil lo era

EAN: 9788845904837
Usato, molto buono
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Traduzione di Cristina Prasso. Milano, Euroclub su licenza Longanesi 1990, cm.14x21, pp.300, legatura editoriale, sopraccoperta figurata a colori. Dopo aver sperimentato (con scarso slancio ed esiti disastrosi) le attenzioni di un brufoloso diciottenne e di un professore universitario, Dinah è ormai rassegnata a sfogare tutto il suo romanticismo represso nei personaggi televisivi che crea in qualità di sceneggiatrice della soap-opera "Desiderio del cuore". Ecco però che sul suo orizzonte appare il bellissimo e carismatico Rudy Gendler, il più convincente facsimile di Principe azzurro che la donna abbia mai incontrato. Tutto sistemato, quindi? No di certo perchè Dinah non è certo il tipo della Bella addormentata disposta a vivere all'ombra del proprio uomo.
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