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All'incrocio dei nostri destini.

Autore:
Curatore: Traduzione di Elena Cappellini.
Editore: Rizzoli.
Data di pubbl.:
Dettagli: cm.14,5x21,5, pp.382, brossura con sopraccoperta figurata a colori.

Abstract: Sono cinque anni che Ambre non torna ad Arvieux, piccolo paese nel cuore delle Alpi francesi; non un tempo davvero lungo, ma sufficiente a lasciare un segno, se hai vent'anni. Oggi, mentre la giovane donna è in viaggio da Lione, riappaiono davanti ai suoi occhi le baite di montagna. È il richiamo di un'amicizia spenta solo in superficie a portarla qui, una telefonata dell'amica Rosalie piovuta d'improvviso: il suo compagno, Gabriel, le ha scritto un biglietto ed è sparito, lasciandola con i due figli. Oltre ad Ambre arriveranno anche Anton e Tim, ugualmente pronti ad accorrere e fare la loro parte. Mentre Gabriel ancora non si riesce a rintracciare, i quattro amici sono subito sommersi dai ricordi legati a quella stagione invernale passata all'hotel Les Mélèzes, quando ognuno di loro aveva trovato negli altri una nuova prospettiva e nuove energie per riprendere in mano la propria, disordinata vita. Oggi hanno solo qualche anno in più e credono di essere adulti, ma è ancora tutto da costruire. Riallacciare i rapporti dopo così tanto tempo sarà allora un tuffo, necessario a superare la distesa dei risentimenti, di tutti quei dolori rimasti invisibili, per smettere di piangere i fantasmi e recuperare fiato, guardarsi in faccia e dirsi che sì, siamo sempre stati qui, ed è da qui che la vita riparte. Dopo "Bucaneve", Mélissa Da Costa ci riaccompagna sulle Alpi per raccontare quanto sia tortuoso, e vero, il sentiero che porta al luogo in cui il cuore può fiorire.

EAN: 9788817176217
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Introduzione di Grazia Marchianò. Milano, Cliquot 2024, cm.11,5x20, pp.230, brossura con bandelle, copertina figurata a colori. Biblioteca,19. Che cos’è la cattiveria? A volte, semplicemente, è il non trovare agio nel conformismo imperante, e percorrere una propria strada a dispetto di tutto e di tutti. Anche nel grande teatro della Torino e dell’Italia del Ventennio c’è un copione da recitare, e quando i destini dei protagonisti, Lotario e Giulia, si incrociano sul finire della guerra, i due si accorgono che, nel condurre la loro esistenza indipendente e disordinata, forse hanno comunque interpretato un ruolo. E lassù, dal cielo, Belzebù e un baffuto dittatore onnisciente si godono la recita dell’umanità, elargendo tiri mancini a profusione. Uscito per Einaudi nel 1956, Minuetto all’inferno è un libro controverso. Vittorini, che pure lo pubblicò nei Gettoni lo definì con spregio – in un’epoca in cui la letteratura si interessava soprattutto di sondare il reale – come «cupamente fantasticante: un incubo puramente libresco». Eppure il romanzo vinse il Premio Strega opera prima e anche oggi, a distanza di anni, si ha l’impressione che questa osservazione profonda della bassezza dell’animo umano e questo addentrarsi nel regno del fantastico lo rendano una lettura di valore imperituro.

EAN: 9788899729691
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Paris, Didier 1961, cm.15x22, pp.270, brossura. Coll.Etudes de Litterature Etrangere et Comparé. Esemplare con dedica autografa dell'autore.
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