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#57228 Filosofia

Storicismo e metafisica nel pensiero crociano.Saggio d'intepretazione.

Autore:
Editore: Nuova Italia.
Data di pubbl.:
Dettagli: cm.13,5x20, pp.163, brossura Prima edizione.

Note: Tracce di umidità, sottolineature leggere a lapis.
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#33168 Filosofia
Firenze, La Nuova Italia 1974, cm.13x21, pp.381, brossura con sovraccoperta protettiva in acetato trasparente. Bibl.di Cultura.
EUR 16.00
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#165684 Regione Toscana
Con la collaboraz.di Giulia Bianchi. Direzione Generale per gli Archivi. Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato- Archivi di Stato 2005, cm.17x24, pp.XLIV,748, brossura sopracop.fig. Coll.Pubblicazioni degli Archivi di Stato. Strumenti,CLVII.

EAN: 9788871252674
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#291477 Economia
Cultura e politica degli economisti italiani dal Risorgimento alla Ricostruzione. Introduzione di Eugenio Ripepe. Firenze, Olschki Ed. 2018, cm 17 x 24, xxiv-404 pp., brossura Fondazione Luigi Einaudi. Torino. Studi,57. Il volume raccoglie saggi sullo stato della scienza economica e su alcune delle principali figure di economisti nel nostro paese fra Otto e Novecento, dalla Restaurazione alla Ricostruzione. Si è cercato di legare insieme la ricerca biografica con la valutazione dell’apporto di idee dei singoli autori, in modo da fornire una rappresentazione il più possibile fedele se non esaustiva dell’ambiente in cui le idee economiche si sono andate formando e diffondendo nel nostro paese, non solo tramite le pubblicazioni accademiche, ma anche attraverso i media e il dibattito politico. Accanto alle maggiori figure, come Ferrara, Pareto, Einaudi e il Croce del dibattito su Marx e su liberismo/liberalismo, compaiono figure di intellettuali per così dire secondari, ma che pure hanno dato un contributo di idee alla crescita di interesse per l’economia politica nel nostro paese, presentando questa disciplina come fondamentale per la crescita civile della società italiana. In questo consiste il senso dell’appello risorgimentale alla ‘scienza dell’amor di patria’, di cui nel volume si chiarisce la natura sua propria di esortazione non retorica a compiere un inventario delle forze materiali e intellettuali disponibili per il rinnovamento del paese.

EAN: 9788822266057
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#307515 Arte Saggi
Numero monografico della rivista: Livorno cruciale. Quadrimestrale di Arte e Cultura, Numero 8. Pisa, ETS 2012, cm.17x24, pp.96 ill.a colori. brossura copertina figurata a colori. Antonio Antony de Witt, coltissimo portavoce del dibattito europeo relativo agli scambi tra Oriente e Occidente, in un articolo del 1936, dal titolo Italia e Cina nell’arte, si soffermava sulle note indagini berensoniane riguardo all'orientalismo di certi trecenteschi e quattrocenteschi toscani, in particolare senesi, concludendo: «Quel che conta (...) è il poter riconoscere un'affinità d'elevata natura spirituale tra certe posizioni dell'intendimento artistico senese e l'altro di alcuni popoli d'Oriente, una spiccata raffinatezza in entrambi di facoltà diciamo trascendentali e una congrua dotazione di mezzi acconci a tradurle nella rappresentazione artistica». Ed è proprio de Witt che elencava le prerogative comuni tanto ai Senesi quanto agli artisti dell'Estremo Oriente, quali «il disegno immaginativo» e «una coloritura tutt'altro che grassa e corposa, sibbene piatta», fino a citare certe dichiarazioni di Emilio Cecchi riguardo all’affinità del cromatismo di Pietro Lorenzetti con le lacche cinesi. Il tema dell'oriente, scelto come tema monografico di questo numero della rivista, trova quindi un suo fondamento in un programma di rivisitazione critica di un fenomeno figurativo nelle sue tangenze con la cultura artistica del Novecento italiano e segnatamente toscano. Un collezionista di libri aveva ingaggiato lo scrittore americano Henry Miller affinchè scrivesse in cambio di cento dollari al mese racconti erotici; l'autore del Tropico del Capricorno aveva accettato, ma poi aveva passato la commissione alla sua amica Anaïs. "Così - racconta la Nin - incominciai a scrivere ironicamente, divenendo così improbabile, bizzarra ed esagerata, che pensai che il vecchio si sarebbe accorto che stavo facendo una caricatura della sessualità. Ma non ci fu nessuna protesta". Il ricco collezionista, ricevuti i primi testi, raccomandò meno poesia e più dettagli specifici sul sesso. La Nin rispose a tale invito con una lettera che illumina ancora oggi sulle modalità con cui affrontare i temi dell'erotismo: "Il sesso - scrive Anaïs - perde ogni potere quando diventa esplicito, meccanico, ripetuto, quando diventa un'ossessione meccanicistica. Diventa una noia. Lei ci ha insegnato più di qualunque altro quanto sia sbagliato non mescolarlo all'emozione, all'appetito, al desiderio, alla lussuria, al caso, ai capricci, ai legami personali, a relazioni più profonde che ne cambiano il colore, il sapore, i ritmi, l'intensità (...). Questo è quel che conferisce al sesso la sua struttura sorprendente, le sue trasformazioni sottili, i suoi elementi afrodisiaci. Lei sta rimpicciolendo il mondo delle sue sensazioni". E ancora: "Il sesso deve essere innaffiato di lacrime, di risate, di parole, di promesse, di scenate, di gelosia, di tutte le spezie della paura, di viaggi all'estero, di facce nuove, di romanzi, di racconti, di sogni, di fantasia, di musica, di danza, di oppio, di vino. Quanto perde con questo periscopio sulla punta del pisello, quando invece potrebbe godersi un harem di meraviglie tutte diverse e mai ripetute!". E come la giovane modista di Parigi, quella Matilde descritta in un racconto della Nin, anche la modella della copertina di questo numero si guarda allo specchio in un sottile gioco erotico dove compiacimento e provocazione si mescolano indissolubilmente. Tra l'altro la nostra scrittrice affermava giustamente che scrivere di sesso era diventata una strada verso la santità invece che verso la dissolutezza e, se vogliamo, la pittura di Vittorio Corcos, mirabilmente analizzata nel saggio di Francesca Cagianelli, non indica proprio questo cammino?

EAN: 9788846732477
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Roma, Sede dell'Istituto Palazzo Borromini 1972-73, cm.18x26,5, pp.307, brossura
EUR 36.00
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Presentazione di Carlo Pedretti. Firenze, Olschki Ed. 1994, cm.17x24, pp.IV,310, brossura Coll. Biblioteca di «Lettere italiane» - Studi e testi, 44.

EAN: 9788822242044
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Volgarizzata dal dott. A. Bonucci. Firenze, presso Giuseppe Celli 1841-1843, 3 tomi di 3, cm.17x25,5, pp.720; 828; 728, 15 tavv. incise ft. quasi tutte protette da velina, rilegg. coeve uniformi in mz. pelle, piatti marmorizzati, titoli e fregi in oro ai dorsi.
Note: Alcune tavv. brunite.
EUR 70.00
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A cura di Pasquale Stoppelli. Roma, Salerno 2017, cm.17x24, pp.XXXVI,648, legatura editoriale in tutta tela, sopracoperta. Coll.Ediz. delle opere di Niccolò Machiavelli,III/1. Può apparire paradossale che il fondatore della politica moderna, il commentatore di Livio, il teorico dell'arte militare, lo storico di Firenze, sia al contempo l'autore della Mandragola, capolavoro indiscusso della commedia italiana del Cinquecento. E che quello stesso autore scriva poi con la Clizia una seconda commedia che rappresenta sotto parvenza di moralità una vicenda che sfiora tabù che solo il dramma borghese di fine Ottocento avrebbe riaffrontato. Il fatto è che la vicenda umana di Machiavelli è già di per sé un insieme indistinguibile di comico e tragico: ma è anche la cultura di cui egli si nutre a indirizzarne l'arte verso questi esiti in apparenza contraddittori, peraltro ben documentati anche dagli Scritti in poesia e in prosa raccolti nel secondo volume di questa sezione. Machiavelli è un umanista che dialoga coi classici non solo nell'interpretare la politica e la storia, ma anche nel rappresentare da commediografo la vita quotidiana. L'autore del Principe impara l'arte della commedia traducendo in età giovanile l'Andria di Terenzio, i cui schemi drammaturgici diventeranno la griglia che gli consentirà nelle due commedie originali di mettere in evidenza gli aspetti più paradossali della realtà, sostenuto da un'attenzione vivissima al gioco delle passioni e da un temperamento beffardo disposto a dissacrare qualsiasi valore. Ma per questo la cultura classica non era più sufficiente: erano anche necessarie radici profonde nella grande cultura volgare fiorentina tre-quattrocentesca, che da Boccaccio in poi aveva rappresentato senza moralismi il divertimento della vita in tutte le sue manifestazioni. Le commedie di Machiavelli sono presentate in questo volume in nuove edizioni critiche, con un commento che evidenzia tutti i fili che saldano la scrittura teatrale a quella delle altre opere storiche e politiche del Segretario, oltre che alle lettere e alle legazioni. Sono anche evidenziate le filigrane del testo che rimandano agli scrittori dai quali Machiavelli traeva ispirazione: soprattutto Plauto, Terenzio, Lucrezio, Ovidio, Giovenale tra gli autori latini; Boccaccio, Burchiello, Pulci, Lorenzo de' Medici, Poliziano tra i volgari. L'indagine storico-critica preliminare all'edizione ha inoltre portato alla luce elementi che consentono di aggiornare la cronologia delle commedie di Machiavelli, col riconoscimento nell"Andria di un lavoro giovanile precedente l'entrata dello scrittore nella Cancelleria fiorentina e con l'anticipazione della Mandragola dal l5l8-'20 al 1514-'l5, dunque a ridosso della composizione del Principe. L'accostamento cronologico del capolavoro teatrale agli anni dei Discorsi e del Principe configura il periodo aureo dell'arte di Machiavelli. Nelle opere degli anni '20 lo scrittore esprimerà l'originalità del suo pensiero sempre a partire da testi altrui, cosa che, oltre che nella Vita di Castruccio Castracani, nelle Istorie fiorentine e forse nel Discorso intorno alla nostra lingua, accadrà anche nella Clizia.

EAN: 9788869731914
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EUR 37.00
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