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Frontespizio (Il). Disponiamo: 2/1934, 3/1934, 4/1934, 5/1934, 6/1934, 7/1934, 9/1934, 11/1934, 1/1935, 2/1935, 3/1935, 4/1935, 5/1935, 6/1935, 7/1935, 8/1935, 9/1935, 10/1935, 11/1935, 12/1935, 1/1936, 2/1936, 3/1936, 4/1936, 5/1936, 6/1936, 7/1936, 9/1936, 10/1936, 11/1936, 1/1937, 2/1937, 3/1937, 4/1937, 6/1937, 9/1937, 10/1937, 11/1937, 12/1937, 11/1938, 6/1939, 5/1940, 7/1940, 8/1940, 9/1940.

Autore:
Curatore: Collaboratori: C.Betocchi, C.Bo, C.Carrà, G.La Pira, N.Lisi, M.Maccari, G.Papini, A.Soffici e altri.
Editore: L.E.F.poi Vallecchi.
Dettagli: cm.27,5x39,5,poi 19,5x27,5, brossura La rivista inizia la pubblicaz.nel Maggio 1929 e termina nel Dicembre 1940. Numeri singoli cad.

Abstract: Frontespizio fu una rivista cattolica letteraria fondata nel 1929 a Firenze da Cesare Beccaria e conclusasi nel 1940.Le origini della rivista " Frontespizio", che esce il 26 maggio 1929 a Firenze, sono modeste. Nasce infatti come bollettino bibliografico della Libreria Fiorentina diretto prima da Enrico Lucarelli e poi da Piero Bargellini, per passare quindi dal giugno 1930 all'editore Vallecchi.La rivista cercherà per tutto il lungo periodo editoriale, sotto la spinta del sacerdote Giuseppe De Luca, di ritrovare e recuperare tutti quei valori religiosi, sia nell'arte che nella letteratura, che erano andati perduti e cercherà di rimanere autonoma nei confronti del potere politico ufficiale del momento.Accanto a Giuseppe De Luca operano due gruppi: il gruppo di destra formato da Bargellini, Papini, Barna Occhini, fedeli alla Scolastica e a San Tommaso, che si esprime in un toscanismo provocatorio di carattere lacerbiano e tradizionalista e il gruppo di sinistra, rappresentato da Carlo Bo e dagli amici Mario Luzi, Oreste Macrì, Alessandro Parronchi, Leone Traverso di impronta agostiniana e pascaliana, che accolgono le voci europee e antitradizionali.Il periodo più ricco e contrastato del "Frontespizio" si ha negli anni che vanno dal1936 al 1938. La rivista assume in questo periodo un aspetto grafico notevole con riproduzioni d'arte in ogni numero, dalle xilografie di Pietro Parigi ai fiori e alle figure di Giacomo Manzù.

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Meravigliosamente illustrate, sistemate cronologicamente, descritte con somma cura da R.Held. Lugano, Firenze, Londra, Acquafresca Editrice. 1976, cm.25,5x31,5, pp.159, 162 figg.bn.e tavv.col.nt. legatura in similpelle, nervi, titoli e fregi in oro al dorso, in cofanetto con piatti fasciati in carta di Francia.
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Roma, Ediz.di Storia e Letteratura 1970, 2 voll. cm.13x20, pp.444, 425, brossura Coll.Letture di Pensiero e d'Arte.
EUR 49.06
-59%
EUR 20.00
Disponibile
#317638 Archeologia
Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana- Treccani 2010, cm.26,5x34, pp.XXIX,986, 850 illustrazioni a col.nt legatura editoriale in tutta pelle,dorso con nervi,fregi e titoli in oro anche al piatto anteriore. ofanetto in seta con rinforzi in pelle. Coll.I Luoghi dell'arte. Le illustrazioni della nuova monografia dedicata a Torino dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana sfidano questa complessità e propongono un percorso di circa 850 immagini, suddivise in due grandi blocchi: da un lato la storia della città raccontata attraverso i suoi monumenti – i palazzi, le chiese, le vie, le piazze, gli arredi, gli oggetti simbolo – dall’altro, quella stessa storia analizzata attraverso i giacimenti patrimoniali conservati nei musei. Si tratta di due sezioni separate, ma che dialogano e si integrano con una fitta rete di rimandi. Le raccolte dei musei, spesso arricchiscono l’immagine della città di oggi, restituendo elementi di storie perdute, ma anche documentano, attraverso il collezionismo, passioni e ambizioni particolari, sforzi di auto-rappresentazione che vanno al di là delle mura cittadine e che portano lo sguardo di Torino verso confini geograficamente e culturalmente lontani. Così accade per le straordinarie raccolte del Museo Egizio, nato nel primo Ottocento, o, più recentemente, per il Museo d’Arte Orientale; oppure per i peculiari interessi di figure eminenti del collezionismo cittadino, come Emanuele d’Azeglio e Riccardo Gualino, che hanno lasciato un’impronta cruciale a Palazzo Madama e alla Galleria Sabauda; o anche per il Museo del Cinema, erede delle attività sviluppatesi intorno ai centri di produzione cinematografica presenti in città negli anni Venti del secolo scorso. La prima sezione raccoglie circa 400 immagini ordinate sull’asse di una cronologia che copre ventuno secoli, dal I dell’era cristiana, quando prese forma Augusta Taurinorum, fino al 2006, anno dei Giochi Olimpici Invernali e momento culminante delle grandi trasformazioni urbane di marca post-industriale avviate negli anni Novanta del Novecento. Questa idea del tempo, che è anche quella della trasmissione da una generazione all’altra di consuetudini e di valori condivisi, viene emblematicamente evocata dalle due immagini “di passaggio” che aprono e chiudono la sezione: la Porta Palatina, uno dei quattro edifici fortificati che marcavano i punti di accesso al castrum romano, e una stazione della nuova linea della metropolitana, inaugurata in occasione dei Giochi Olimpici. Tra la città monumentale dei romani e la Torino dei collegamenti sotterranei di oggi, si sviluppa un viaggio nel tempo che segue le tappe di alcune svolte epocali. Lo smalto, incastonato nella copertina, è una riproduzione del logo celebrativo dei 150 anni dell’Unità d’Italia effettuata dai maestri artigiani dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, in esclusiva per Treccani e realizzato, da conio, in smalto a caldo in cinque colori, levigato e lucidato interamente a mano.
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Museo della Ceramica di Nove. Vicenza, s.d.circa 2015, cm.24x21, pp.72, un centinaio di figure a colori. brossura con copertina figurata a colori con bandelle.
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