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La letteratura francese del medioevo.

Autore:
Editore: Einaudi Ed.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.P.B.E.,213.
Dettagli: cm.10,5x18, pp.238, brossura Coll.P.B.E.,213.

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Milano, Mondadori 2000, cm.11x17,5, pp.XVI,1516, legatura e.in tutta pelle rossa, sopracoperta trasparente. Coll.I Meridiani.

EAN: 9788804305484
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#88881 Regione Lazio
Fotografie di Aldo La Capra. Roma, Ediz.Scientifiche Italiane per Banco di Roma 1972, cm.31,5x37, pp.336, 160 tavv.fotografiche in bn.nt.e ft. legatura ed.in imitlin, sopracop.fig.a col.
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Milano, Adelphi Ed. 1987, cm.14x22, pp.235, brossura sopracop. Coll.Saggi,36. Con questo libro Giovanni Macchia torna a visitare le proprie radici, le figure con cui si confrontò agli inizi della sua vita di scrittore. Alcune gli apparvero nelle aule di Palazzo Carpegna, dove aveva sede allora la facoltà di lettere di Roma. Dietro quelle alte e strette porte, che conservavano un loro disegno settecentesco, Macchia scopriva le inflessioni di una parola vaga e imperiosa, che avrebbe dominato la sua vita: letteratura. «Mi trovavo nella situazione descritta in una famosa lirica di Baudelaire. Ero anch’io il bambino avido dello spettacolo e che odia il sipario». Erano gli «anni dell’attesa». Così cominciano a sfilare le figure decisive, come P.P. Trompeo, che porta a lezione un libro nuovo fiammante, il Baudelaire che inaugurava la celebre collana della Pléiade. E proprio quello era l’autore a cui Macchia sarebbe rimasto più fedele. O figure come Cesare De Lollis, erudito di vasta latitudine, viaggiatore fra culture «diverse per la natura del suolo e per vegetazione». In De Lollis, come poi in Macchia stesso, i fatti e le idee non si divaricano mai in una incongrua opposizione. Sempre nella costellazione della «cultura», intesa nel senso di De Lollis, come mediazione fra i severi studi storici e la percezione estetica, si disegnano i profili di Ferdinando Neri, con il suo «male della perfezione», o di Luigi Foscolo Benedetto, «in cui la impeccabile precisione filologica si allea ad un temperamento critico vivido e appassionato». Infine, in ragionata progressione, e delicatamente svincolandosi dall’ambito universitario, Macchia passa alle opere di quei saggisti che furono maestri della prosa oltre che della storia, e spesso usarono la forma dell’elzeviro per sviluppare una preziosa variante italiana dell’essay: Emilio Cecchi e Mario Praz, Sergio Solmi e Giacomo Debenedetti. Con occhio attento alle più sottili differenze fisiognomiche, Macchia si muove fra loro come un vecchio amico, partecipe degli stessi climi della sensibilità, e quasi come un complice e continuatore, ancora una volta per una via inconfondibile, della loro opera. Questo libro di ritratti include, seminascosto, un autoritratto – e insieme ci offre la prima ricognizione coerente di una zona fra le più alte della cultura italiana, tuttora ricca di suggestioni neglette, che aspettano solo di essere colte.

EAN: 9788845902383 Note: Copertina con scoloriture ai margini. Interno buono.
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Prima edizione. Milano, Rizzoli Ed. 1979, cm.14x22, pp.244, legatura ed. sopracop.fig. Coll.La Scala.
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Prato, Pal.Pretorio, Settembre-Novembre 1969. Con il patroc.del Min.della Pubblica Istruzione. Prato, Azienda Autonoma di Turismo 1969, cm.17x24, pp.158, num.ill.e tavv.bn.e col.nt. brossura cop.fig.a col.
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#198166 Dantesca
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Traduzione e introduzione a cura di Mario Prosdocimi. Bologna, FirenzeLibri Editore 1998, cm.15x21,5, pp.377, brossura copertina figurata. Coll.I Libri di Massimiliano Boni. Uomini,Tempi,Idee,5. Posidonio di Apamea fu una delle menti più "leornardesche" del mondo antico per le molte materie che egli studiò. Ma su poche opere di studiosi dell'antichità come le sue, si accanì il tempo, distruggendole tutte, ma data la grande fama di cui godé in vita, molti scrittori contemporanei citarono nei loro libri, note e os-servazioni tratte da queste opere. Il curatore del libro ha raccolto queste citazioni dalle opere di Posidonio che questi scrittori antichi riportarono nei loro scritti e che ci sono pervenute. Ne diamo qui qualche esempio:--I CELTI: Oggi si parla molto di questo popolo. Nel libro vi sono preziose informazioni sui Celti, popolo in parte ancora misterioso: "Si aggiunge alla follia dei Celti anche un costume barbarico ed inaudito, il quale si riscontra sovente presso le popo-lazioni nordiche, cioè l'usanza di appendere, ritornando dai combattimenti, le teste dei nemici uccisi al collo dei loro cavalli ed inchiodarle nell'atrio delle loro abitazioni. Posidonio dice di avere visto egli stesso tale spettacolo…" -- LA NAFTA O IL PETROLIO VICINO A BABILONIA: (Il petrolio dell'Iraq) "Nella regione di Babilonia si produce anche molto asfalto, del quale Eratostene dice che quello liquido che chiamano nafta … Posidonio dice che le sorgenti di nafta che si trovano in Babilonia ne producono due varietà diverse, una chiara, l'altra scura …" --GLI ETRUSCHI "Ci resta ora parlare dei Tirreni. Essi anticamente distinguendosi per valore con-quistarono un vasto territorio e fondarono numerose città importanti: parimenti forniti di forze navali considerevoli mantennero per lungo tempo il predominio sul mare, e fecero sì che il mare che bagna l'Italia fosse dal loro nome chiamato Tirreno. Impegnandosi anche nell'organizzare le forze di terra essi inventarono la tromba, di grande utilità nei combattimenti … e si presero cura della dignità dei magistrati fornendo loro una scorta di littori e dotandoli di un sedile di avorio e della toga listata di porpora … i romani imitando gran parte di queste istituzioni le introdussero, migliorandole, nel loro Stato. Imbandiscono due volte al giorno mense suntuose e tutto ciò che distingue un tenore di vita elevato e lussuoso, di-sponendo giacigli floreali e vasellame di argento di varia forma …" -- ISPETTORI DI UNA GRANDE POTENZA (ROMA) INVIATI IN PAESI RITENUTI PERICOLOSI (Niente di nuovo sotto il sole) : "Scipione fece chiamare presso di sé Panezio, quando il Senato lo inviò a ispe-zionare le prepotenze o il buon governo degli uomini, come dice Posidonio"

EAN: 9788876223488
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