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Nievo.

Author:
Publisher: Salerno.
Date of publ.:
Series: Coll.Sestante,24.
Details: cm.14,5x21, pp.374, brossura copertina figurata a colori. Coll.Sestante,24.

Abstract: Ippolito Nievo (Padova 1831-Mar Tirreno 1861) è principalmente, per la critica e per i lettori, l'autore delle "Confessioni d'un Italiano"; nell'immaginario nazionale è stato anche un giovane in camicia rossa, che mentre torna a casa dalla Sicilia, dove ha fatto l'Italia con Garibaldi, trova la morte naufragando in un mare in tempesta. Non per nulla la sua fortuna mosse, nel Novecento, dalla celebrazione del Poeta-Soldato: oggi, in una stagione di progressivi appannamenti della memoria, si corre il rischio di voler intendere l'opera nieviana prescindendo dal contesto che la motivò e le diede sostanza. Questo libro si propone di restituirla pienamente al Risorgimento. Varia e fluviale, quell'opera fu pressoché per intero progettata e realizzata nel decennio cruciale della "preparazione" preunitaria: quasi i soli anni virili che il destino concesse allo scrittore, tra la disillusione del Quarantotto e la Spedizione dei Mille. E in ogni punto animata dal desiderio di contribuire al bene comune, alla crescita morale degli italiani, con le armi della ragione e dell'ironia, e indossando Nievo, ancor prima della divisa garibaldina, l'abito della letteratura con l'ardore di una milizia. In queste pagine la sua officina febbrile - la poesia e il teatro, le novelle e i romanzi, gli articoli di giornale e l'epistolario - è oggetto di un'indagine integrale, attenta ad ogni rapporto tra l'autore e il suo tempo... .

EAN: 9788884027511
EUR 19.00
-23%
EUR 14.50
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Roma, Salerno Editrice 2021, cm.15x23, pp.140, br. sopraccop.fig. Coll.Studi e Saggi,59. Alla luce delle teorie "apocalittiche" della letteratura elaborate da Northrop Frye e Frank Kermode, nei quattro capitoli di questo volume vengono affrontati testi assai diversi fra loro e rappresentativi di fasi distinte della modernità, dalla fine dell'Ottocento al secolo presente. Si succedono nell'analisi un capolavoro del naturalismo tardo (I Viceré di Federico De Roberto, 1894), un romanzo "modernista" della Resistenza (Uomini e no di Elio Vittorini, 1945), un racconto molto sperimentale di un narratore cattolico (Il cane sull'Etna di Mario Pomilio, scritto nel 1967, a stampa nel 1978), un monumento cupo e fervido del nostro millennio appena iniziato (Dai cancelli d'acciaio di Gabriele Frasca, 2011). Pagine distanti per il momento e il clima di cui serbano il colore, per i retroterra inassimilabili degli autori, per le poetiche: ma ne emerge una condizione comune, dolente e inquieta. De Roberto, Vittorini, Pomilio e Frasca testimoniano infatti, ciascuno a suo modo, che l'inferno - quale secondo Frye può essere trasposto nelle metafore «demoniache» del reale che la letteratura produce - è divenuto, quasi, il luogo naturale dell'uomo, da quando non ci assistono più, col loro splendore remoto, le promesse della Storia che confortarono l'Occidente fino alla metà dell'Ottocento. Orfani, come tutti, delle grandi narrazioni collettive, questi scrittori sembrano rifletterne l'esaurimento in intrecci problematici e ambigui; non possono più sciogliere le peripezie in un finale che sia un approdo e una risposta, del genere di quelli ritenuti da Kermode risolutivi, in un racconto, come un'apocalisse. I loro personaggi restano ad aggirarsi nell'inferno; e insieme manifestano il bisogno di evaderne (col riso, con la profezia, col respiro di un'utopia) e di trovare, cosi, un'altra via per il senso.

EAN: 9788869732676
EUR 14.00
-28%
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