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Il movimento drammatico irlandese (1899-1922).

Author:
Publisher: Cappelli Editore.
Date of publ.:
Series: Coll.Documenti di Teatro,13.
Details: cm.11x19, pp.172,(4), 19 ill.in 16 tavv.in bn.ft., brossura, cop.fig.con bandelle. (fioriture ai tagli.) Coll.Documenti di Teatro,13.

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Bologna, Cappelli 1959, cm.11x19, pp.123, ill.bn.ft., brossura. Coll.Documenti di Teatro a cura di Paolo Grassi e Giorgio Guazzotti. 7.
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Ristampa anastatica dell'ediz.originale (Madrid,Imprenta de José Rodriguez, 1861-1875). Hildesheim, Georg Olms Verlag 1969-1970, 7 voll., completo, cm.16x22,5, pp.CVI,526; VIII,645; VIII,703; VIII,628; VIII,504 VIII,602; VIII,595, legature editoriali in tutta tela, titoli in oro ai piatti ant.e dorsi. Allo stato di nuovo.
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A cura di Lino Leonardi e di Alessio Decaria, Pär Larson, Giuseppe Marrani, Paolo Squillacioti. Firenze, Sismel Edizioni del Galluzzo 2011, vol. 1 + CD-ROM. cm.15,5x24,5, pp.X,54, brossura cop.fig.a col. Coll.Archivio Romanzo, 20. LirIO è uno dei risultati del programma di ricerche sulla più antica tradizione lirica italiana che si è sviluppato da diversi anni tra Firenze e Siena, nel tentativo di far interagire l’indagine sulla formazione della lingua poetica e l’analisi della trasmissione manoscritta. Dopo LIO-ITS. Repertorio della lirica italiana delle Origini. Incipitario dei testi a stampa (secoli XIII-XVI) su CD-ROM, pubblicato dalla Fondazione Ezio Franceschini nel 2005, questo nuovo strumento offre il corpus testuale edito della più antica tradizione italiana, dagli inizi fino a comprendere la stagione dello Stilnovo. Realizzato nell’ambito di un Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale coordinato da Roberto Antonelli presso la Sapienza - Università di Roma, il CD-ROM si affianca a quelli analoghi allestiti per le altre aree romanze, nella serie intitolata «Lirica europea». Il corpus italiano, consultabile tramite il programma GATTO, è estrapolato dalla base testuale del Tesoro della Lingua Italiana delle Origini, presso l'OVI, con gli aggiornamenti e le integrazioni emersi dai lavori di scavo filologico in corso per il repertorio LIO, presso la Fondazione. Il risultato è una raccolta digitale che può offrire sicure garanzie su entrambe le qualifiche determinanti per l’efficacia di un data-base testuale: completezza del corpus e affidabilità delle edizioni.

EAN: 9788884504159
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Prefaz.di Giovanni Nencioni. Pisa, Ediz. Marlin 1973, cm.17,5x24, pp.XX,55, legatura editoriale in tutta tela blu, titoli in oro al piatto anteriore. Collana Testimonia,1. Ristampa anastatica dell'ediz. Halle, 1891. Testo in tedesco. Nel marzo del 1891 Pirandello fece stampare presso la «Tipografia dell'Orfanotrofio» di Halle la sua tesi di laurea sul dialetto di Agrigento: alla brossura erano indicati non solo i dati bibliografici, ma anche tutti i dati dell'università, precisi riferimenti ai nomi dei commissari di tesi e addirittura alla data e all'orario della discussione. Insomma, la pubblicazione aveva l'aspetto delle comuni tesi di laurea che ancora oggi si vedono nelle aule universitarie. In fine, inoltre, alle pp. 50-52, vennero inseriti anche il curriculum del laureando e le «Thesen» (gli argomenti di discussione). Pirandello decise però di stampare anche un'emissione differente, che avesse l'aspetto di un vero e proprio libro: il testo rimase in tutto identico, ma alla brossura e al frontespizio furono conservati solo il titolo e i dati bibliografici, eliminando dunque tutti i riferimenti alla discussione e i dati dell'università. E ancora, Pirandello sostituì le pagine finali, contenenti il suo curriculum e le «Thesen», con una sua recensione del «Saggio di fonetica siciliana» di Giacomo De Gregorio. Nencioni fotografa la situazione parlando di esemplari «non ufficiali e tirati successivamente», ma è verosimile si tratti di emissioni differenti, volute entrambe dall'autore, di un'unica tiratura originale. -- L'emissione "in forma di libro" risulta di estrema rarità: ne è censito un solo esemplare nella Biblioteca "Bombace" di Palermo. -- Pirandello discusse la sua tesi di laurea in filologia romanza, dedicata alla fonetica del dialetto del Girgenti, a Bonn il 21 marzo 1891. La sua carriera universitaria era iniziata nel 1886 alla Facoltà di Lettere di Palermo; da lì, dopo un anno, si era trasferito alla "Sapienza" di Roma, dove insegnava il grande maestro Ernesto Monaci: rimastone affascinato, Pirandello indirizzò dunque i suoi studi verso la filologia e la linguistica romanza. Un diverbio tanto banale quanto aspro con il professore di latino, Onorato Occioni, lo costrinse però ad allontanarsi da Roma, consigliato in questo senso anche da Monaci, preoccupato che Occioni, preside della facoltà, potesse in qualche modo ostacolare l'allievo. Il 6 novembre 1889 Pirandello approdò dunque alla Rheinische Friedrich-Wilhelms-Universität, con tutta probabilità spinto proprio dal suo maestro: a Bonn, infatti, insegnava Wendelin Förster, importante storico della lingua e dialettologo, oltre che collega e amico del Monaci. Sempre a Bonn, aveva insegnato il fondatore della linguistica romanza, Friedrich Diez, a cui Förster era succeduto. La Friedrich-Wilhelms costituiva, in quel periodo, la culla e il centro di irradiazione della disciplina a cui Pirandello aveva rivolto i suoi interessi di studioso. L'argomento della tesi fu scelto molto rapidamente, forse già prima dell'arrivo a Bonn: per condurre la sua ricerca Pirandello non si limitò allo studio della bibliografia pregressa, ma allargò l'analisi ai suoi stessi ricordi del dialetto siciliano, scrisse numerose lettere al fratello e agli amici chiedendo informazioni sulla pronuncia di alcune parole e le trascrizioni di canzoni popolari, racconti e poesie, e infine trascorse l'estate del 1890 in Sicilia, raccogliendo quanto più materiale possibile. La tesi di Pirandello fu giudicata «observatione accurata et docta, sed expositione probabilis», mentre il commento alla discussione orale fu «rite superavit». Considerato che il lavoro fu portato a termine in breve tempo, la valutazione è da intendersi come notevolmente positiva. -- L'attività di filologo romanzo di Pirandello si interruppe con il rientro in Italia, ma in qualche modo, ironicamente, lo scrittore aveva già preso le distanze dallo studioso
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Note: Ottimo esemplare.
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