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Lezioni spirituali per giovani samurai e altri scritti.

Author:
Curator: Traduzione di Lydia Origlia.
Publisher: Feltrinelli Ed.
Date of publ.:
Series: Coll.Universale economica. Oriente,1120.
Details: cm.12,5x19, pp.126, brossura cop.fig.a col. Coll.Universale economica. Oriente,1120.

Abstract: Yukio Mishima era convinto che la verità può essere raggiunta solo attraverso un processo intuitivo in cui pensiero e azione si trovano uniti. Questa filosofia di vita gli derivava dal pensiero di Wang Yang Ming (1475-1529) e dall'etica dei samurai che a esso si ispirava. L'ideologia dei guerrieri antichi era, per Mishima, l'essenza stessa della giapponesità, della sua natura più vera. Alla fine degli anni sessanta, egli risolse o credette di risolvere i dilemmi esistenziali, che aveva rappresentato nei suoi romanzi, con una scelta para-militare: contrapponendo il linguaggio della carne al linguaggio delle parole. In questo volume vengono raccolti cinque testi che testimoniano questa scolta: "Lezioni spirituali per giovani samurai" (1968-1969); "L'associazione degli scudi" (1968); "Introduzione alla filosofia dell'azione" (1969-1970); "I miei ultimi venticinque anni" (1970); e il "Proclama" che Mishima lesse il 25 novembre 1970, pochi istanti prima di suicidarsi.

EAN: 9788807811203
EUR 8.00
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A cura di Lydia Origlia. Con uno scritto di Diane de Margerie. Milano, SE Edit. 2002, cm.13x22, pp.178, brossura con bandelle, cop.fig. Coll.Testi e Documenti,123. Il carteggio tra Mishima e Kawabata è un documento interessante sia dal punto di vista letterario che da quello umano. L'ultima lettera di Mishima è scritta pochi giorni prima del suo drammatico suicidio rituale, nel 1970. Kawabata gli sopravviverà dodici anni, e nel 1972 seguirà l'esempio del discepolo dandosi la morte.

EAN: 9788877105431
EUR 18.00
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Available
Traduz.dall'inglese di Livia Livi. Milano, Feltrinelli Ed. 1982, cm.12,5x19,5, pp.252, tascabile, cop.fig.a col. Coll.Universale Economica,974.
EUR 6.00
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Traduz.di Lydia Origlia. Milano, SE Edit. 2007, cm.13x22, pp.144, num.ill.bn.in tavv.ft. brossura con bandelle, cop.fig.a col. Coll.Testi e Documenti,162. La chiave di lettura di questo testo va ricercata nella fulminante descrizione iniziale della protagonista: "La signora Setsuko Kurakoshi, benché avesse soltanto ventott'anni, era dotata di un'innata sensualità". Yukio Mishima, che provava per le donne un sentimento ambiguo, fatto di orrore e di curiosità, e una sorta di attrazione, mista a disgusto, verso la loro misteriosa carnalità, analizza Setsuko con la spietatezza di un entomologo. Ne scandaglia l'animo, ne esplora il corpo, ne esamina il comportamento, creando il ritratto vivido e affascinante, a valenza universale, di una giovane borghese che, tediata dalla monotonia del matrimonio, si abbandona all'amore per un giovane, trasgredendo ogni regola e rinascendo nell'anarchia dell'eros, fino alla catarsi finale. Mishima analizza e descrive il nucleo segreto dell'universo della sua eroina: il conflitto tra istinto ed etica, tra sentimento e razionalità, il misterioso, indomabile anelito a un amore travolgente, totale, eterno, in cui romanticismo e voluttà siano armoniosamente fusi, e la conseguente intima repulsione per il matrimonio e la maternità, imposti dalla società maschile per incanalare, disperdere, ottundere quegli istinti, quelle energie, quelle fantasie, tipicamente femminili, che potrebbero minacciarla. Setsuko osa infrangere regole e abitudini, si ribella alla vita mummificata che sin lì ha condotto, assapora l'impeto e la sofferenza della passione, ma infine scopre l'ineluttabile verità...

EAN: 9788877106926
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Traduzioni di Ornella Civardi e Roberto Rossi Testa. Milano, SE Edit. 2009, cm.13x22, pp.134, num.figg.bn.ft. brossura con bandelle, cop.fig.a col. Coll.Testi e Documenti,187. Una morte sconvolgente, ossessivamente annunciata, preparata con implacabile meticolosità e infine celebrata dinanzi al mondo come un rituale spettacolare e tragico. L'uscita di scena di Mishima ha rappresentato al tempo stesso l'apoteosi del personaggio, condannato da un demone inquieto a una vita perennemente sopra le righe, e la parola conclusiva dello scrittore, la sigla di un'opera in cui gioventù, bellezza e morte appaiono intrecciate in un destino ineluttabile. Di questo invocato martirio, in cui un'etica eroica da antico samurai convive singolarmente con un estetismo quasi dandy, ancora oggi non è facile formulare una lettura. Questo volume ci si è provato ponendo a confronto testi di origine e natura differente, dallo scritto di Henry Miller del 1972 all'analitica cronaca degli ultimi istanti di Marguerite Yourcenar, fino alla testimonianza del traduttore e amico Donald Keene. Per lasciare l'ultima parola a Mishima stesso, di cui sono qui proposti il "Proclama", manifesto ufficiale che lo scrittore volle lasciare a giustificazione del suo gesto, e soprattutto "La spada", autentico testamento spirituale in forma narrativa. In questo lungo racconto del 1963, ambientato nel contesto di quella che è forse la più giapponese delle arti marziali, il kendo, l'adesione ai valori tradizionali di lealtà, rigore morale, dedizione alla causa prende corpo con un'assolutezza che esclude ogni umano compromesso, fino all'inevitabile immolazione finale.

EAN: 9788877107619
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Available

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#47946 Scienze
A cura di C.Castellani. Pubbl.dell'Ist.e Museo di Storia della Scienza di Firenze. Firenze, Giunti 1994, cm.17x24, pp.XX-197, alcune figg.bn.nt. brossura soprac. Biblioteca della Scienza Italiana,3.

EAN: 9788809203938
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#100733 Dantesca
Firenze, Olschki Ed. 1983, cm.14x21, pp.504, con 2 tavv. f.t., brossura Coll.Saggi di «Lettere italiane», 31.

EAN: 9788822231529
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Traduz.di Guido Cantini. Milano, Arnoldo Mondadori Ed. 1972, cm.11x18,5, pp.179, tascabile, cop.ill.a col. Collana Gli Oscar,390.
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Traduzione di Maria Grazia Bosetti, Luca Vanni. Segrate, Arnoldo Mondadori Editore 2018, cm.16x24, pp.251, alcune tavole bn.ft. legatura editoriale cartonata con sopracoperta figurata a colori. Collana Le Scie. Eroe di guerra. Patriota. Ubriacone. Imperialista. Politico. Depresso. Scrittore. Visionario. Aristocratico. Voltagabbana. Pittore. Nel maggio del 1940 queste erano solo alcune delle «credenziali» con cui Winston Spencer Churchill si presentava alla Camera dei Comuni per assumere l'incarico di primo ministro del Regno Unito. La nazione era in guerra da otto mesi e le cose non stavano andando affatto bene. Più che un nuovo capo del governo, il paese invocava un condottiero, e pochi, in quei giorni cupi, avrebbero scommesso sull'ormai sessantacinquenne primo lord dell'Ammiragliato. Bastarono invece quattro settimane perché i sudditi di Sua Maestà scoprissero in lui il grande leader, l'uomo capace di commuovere e spronare, il comandante in grado di salvare l'esercito britannico dalla catastrofe di Dunkerque e di decidere così le sorti del conflitto. Eppure, nei giorni drammatici in cui le inarrestabili armate tedesche si impossessavano dell'Europa occidentale e sembravano pronte a sferrare il colpo finale contro la Gran Bretagna, nella sala del Gabinetto di guerra Churchill meditava seriamente sulla possibilità di avviare trattative di pace con Hitler. Ma fino a che punto il leader britannico si spinse sulla via di un accordo con il Führer? Fino a un punto pericoloso, come sembrano rivelare i verbali delle riunioni del Gabinetto di guerra conservati presso i National Archives di Londra. In quelle ore fatali di incertezza ed esitazione, Churchill parve davvero a un passo dal prendere una decisione che avrebbe cambiato i destini del mondo. Perché non lo fece? Perché non diede ascolto a quanti ritenevano che quella fosse l'unica strada per evitare la disfatta? Con "L'ora più buia" lo scrittore e sceneggiatore Anthony McCarten ricostruisce gli eventi di quelle settimane, restituendoci un'immagine di Winston Churchill del tutto inedita, lontana dall'icona dello statista sicuro di sé e certo della vittoria. Da queste pagine emerge invece un uomo lacerato dal dubbio, quasi schiacciato dal peso della responsabilità e ridotto all'angolo dall'incalzare degli eventi, ma che, nonostante tutto, seppe trovare il coraggio di presentarsi davanti al proprio paese, per convincere, ispirare, instillare nel cuore del popolo britannico sentimenti che esso stesso non sapeva di possedere. Fu in quei giorni tormentati che Churchill ruppe gli indugi, respinse ogni ipotesi di trattativa e rivolse alla nazione uno dei discorsi più celebri di tutti i tempi, utilizzando quella che allora sembrava essere l'unica arma a sua disposizione: le parole. Si dice infatti che nell'ora più buia egli seppe mobilitare e mandare in battaglia la lingua inglese. Non è solo una bella metafora. Quel discorso fu indubbiamente un magnifico saggio di arte oratoria, un'arte che Churchill aveva appreso dai greci e latini, in particolare da Cicerone. Ma, soprattutto, fu il suo modo di restare dalla parte giusta della Storia.

EAN: 9788804685906
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