Umbria.

Paris, Librairie Hachette et Cie 1894, cm.11,5x18,3, pp.174, un'incis.in antip. protetta da velina, rilegatura in mz.tela, titoli in oro al dorso. Timbro di biblioteca privata all'occhietto e un altro, sbiadito, in ultima pag. Lacuna triangolare all'angolo inf.di una c. In complesso discreto esempl.

Firenze, Polistampa 2009, cm.17x24, pp.124 ill.a colori. brossura copertina figurata a colori. Coll.I Maestri della Luce in Toscana. Monografie d'Arte dell'800 e del '900, 11. Definito dalla letteratura critica "il Van Gogh livornese", Mario Puccini incarna la parabola dell'artista "selvaggio", anche a causa della parentesi esistenziale segnata, nell'ultimo decennio dell'Ottocento, dal ricovero nell'ospedale psichiatrico di Siena. Sostenuto e stimato dai protagonisti più illuminati del mercato artistico toscano dell'epoca, da Angelo De Farro a Romolo Monti, da Mario Galli a Gustavo Sforni, l'artista consegue progressivamente un proprio riscatto personale e professionale. Emblema della sua produzione, intrisa di violenti cromatismi e drammi sentimentali, possono considerarsi le numerose versioni delle scogliere del Lazzaretto di Livorno, trasfigurate da vortici di arancio infuocato.

Rieti, Salvatore Trinchi 1916, cm.10,5x16, pp.142, 56 pagine di pubblicità in appendice. legatura editoriale in tela, scritte in oro al dorso.

Bari, Edizioni Dedalo 1994, cm.15x21, pp.350, con 14 illustrazioni. Brossura copertina figurata a colori. Coll. Nuova Biblioteca Dedalo,160.